di
Simona Brandolini
La leader supera le resistenze dei «ribelli»: serve unità. Al deputato dem il ruolo di segretario regionale
La campagna elettorale in Campania può cominciare. E il successore di Vincenzo De Luca sarà il candidato in pectore, cioé Roberto Fico. D’altronde, da tempo il nome dell’ex presidente della Camera si diceva fosse blindato da M5S, Pd e Avs. L’ultimo ostacolo non era neanche più il riottoso governatore uscente, ma i contrasti all’interno della maggioranza schleiniana sul congresso regionale del Pd e sulla candidatura unitaria di Piero De Luca.
Rimosso quello scoglio e tornato il sereno (almeno per ora), manca solo l’ufficialità. Potrebbe essere Giuseppe Conte ad annunciare la corsa di Fico nei prossimi giorni a Napoli. Ma non è detto che invece non arrivi una semplice nota. Ormai la partita sembra chiusa. I problemi, infatti, erano tutti interni al Pd. E il Pd doveva risolverli. Elly Schlein doveva scongiurare che la vicenda congressuale tenesse bloccata la candidatura di Fico. Così, ieri, in un incontro durato un paio d’ore, non senza momenti concitati, ha mediato con i due componenti della sua segreteria, Sandro Ruotolo e Marco Sarracino, contrari a De Luca jr (il primo era pronto a candidarsi contro il figlio del governatore). La leader dem perentoria: «Ora serve l’unità del partito».
Il paradosso di questa vicenda è che i due dissidenti sono da sempre tra i più vicini all’esponente pentastellato, di cui sono sponsor della primissima ora. Per questo hanno bevuto l’amaro calice. In cambio, però, del riequilibrio territoriale nel Pd campano: il partito regionale a De Luca, alla loro area le federazioni di Napoli e di Caserta. Patto ribadito anche durante una successiva riunione con il responsabile organizzazione Igor Taruffi, Marina Sereni, il commissario campano Antonio Misiani, Ruotolo, Sarracino e i parlamentari campani Stefano Graziano, Tony Ricciardi e Arturo Scotto. «Pago questo prezzo per aver detto di volere Fico», avrebbe detto Sarracino. Già oggi dovrebbe essere licenziato il regolamento per la consultazione interna (da tenere a fine settembre) ed entro il 3 settembre dovranno essere presentate le candidature. Che dovrebbe essere solo una, quella di Piero De Luca. Ma con il Pd non è mai detto. Basta leggere il post al veleno della vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, da sempre avversaria di Schlein: «Apprendiamo da notizie stampa di riunioni tra pochi, ridotti ormai a una gestione privata, oligarchica del Partito democratico che mi lascia basita. E questo sarebbe il nuovo Pd?».
Ma la notizia di giornata resta il via libera a Fico. Il primo a rompere l’idillio è il leader di Azione Carlo Calenda: «Io prima di mettere la Campania in mano a Fico mi taglio le mani. Non ha mai avuto nessuna responsabilità gestionale, tranne quella di aver preso l’autobus dal primo giorno da presidente della Camera, poi dal giorno dopo è andato a Montecitorio con sette autisti e nove camerieri». Poi aggiunge: «Ci sono dei consiglieri regionali che lo supportano, li perderò: io non lo supporto». In soccorso di Fico arriva il segretario nazionale del Psi, Enzo Maraio: «Calenda si taglia le mani, noi invece rimbocchiamoci le maniche per il bene della Campania». E il coordinatore regionale dei 5 Stelle Salvatore Micillo: «Sento fiducia ed entusiasmo, ci sono tutte le condizioni per far bene e guidare la Campania con una coalizione progressista. Roberto Fico è una figura autorevole di grande spessore».
Venerdì parlerà, a social unificati, Vincenzo De Luca, non proprio un estimatore dell’esponente pentastellato, che però torna ora centrale e soprattutto avrà di nuovo in mano il partito regionale. Fico, invece, sarà ospite della festa dell’Unità di Reggio Emilia il 7 settembre. A questo punto da candidato ufficiale del Campo largo.
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26 agosto 2025
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