di
Rita Querzè e Leonard Berberi

Patto di non belligeranza sul settore aereo, per tutelare Boeing ed Airbus. Protezione indiretta per il settore delle macchine utensili: gli Usa non avrebbero produttori di alta qualità

Un sospiro di sollievo lo stanno tirando le aziende della componentistica per l’auto: se le indiscrezioni saranno confermate, i dazi Usa sui loro prodotti scenderanno dal 25 al 15%. Il 15% è una zavorra rilevante, ma si tratta comunque di un miglioramento. Ci sono poi settori e sottosettori che sperano ora addirittura nei «dazi zero». E altri che per struttura potrebbero essere meno danneggiati. Ecco i principali.

Farmaci, le tariffe farebbero lievitare le assicurazioni americane

Gli Usa potrebbero usare il guanto di velluto con la farmaceutica Ue (l’Italia esporta negli Usa per 10 miliardi l’anno). «I farmaci potrebbero aumentare di prezzo, e così le assicurazioni sanitarie americane — aiuta a capire il presidente di Farmindustria Marcello Cattani —. Ci sono prodotti farmaceutici intermedi che passano da una parte all’altra dell’Atlantico: intere filiere sarebbero destabilizzate. Inoltre anche gli Usa sanno che penalizzare l’Europa avvantaggia la Cina».



















































Airbus e Boeing, sugli aerei un patto di non belligeranza

Stati Uniti e Unione europea stanno lavorando per lasciare fuori dai dazi l’industria dei jet, sulla falsariga di quanto deciso nel 2021 dopo la disputa sui sussidi pubblici scoppiata tra Boeing (statunitense) e Airbus (europea). Le due società dominano il mercato globale dei velivoli commerciali, con un giro d’affari annuale di 150 miliardi di dollari. Le aviolinee, in queste settimane d’incertezza, hanno provato percorsi alternativi.

Alcolici, versa la riconferma delle tariffe nulle

L’export di vino italiano negli Usa vale due miliardi l’anno. Mezzo miliardo le bevande alcoliche. Su queste ultime si potrebbe tornare ai dazi reciproci nulli, «zero for zero», come dicono gli americani. Altra storia il vino Ue che pre-Trump aveva dazi di 19,8 centesimi di dollaro (lo spumante) e 6,3 (quello fermo). Valori a cui oggi si è aggiunto il trumpiano 10%. «Auspichiamo zero for zero anche per i vini — dice il direttore di Federvini Gabriele Castelli —. Con i dazi andrebbe a perderci anche la catena di distribuzione Usa».

Meccanica sartoriale senza competitor Usa

Per i costruttori di macchine utensili e robot gli Usa sono il primo mercato. «Il livello di sartorialità assicurato dagli italiani non è eguagliato da nessun competitor — dice il presidente di Ucimu, Riccardo Rosa —. Gli Usa sono un mercato che ha estrema necessità di macchine utensili di importazione perché non hanno una produzione locale in grado di soddisfare la domanda interna. Dazi o non dazi, gli Usa saranno obbligati a comprare all’estero». Dai fornitori Ue o giapponesi. Non certo dalla Cina.

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25 luglio 2025