L’estate sta finendo e un anno se ne va. Ma questa volta senza tormentone. Lo abbiamo aspettato a lungo e lo abbiamo cercato in tutti i modi: alzando il volume della radio, prendendo un ombrellone nei lidi con dj, interrogando gli adolescenti social sui nuovi gusti musicali. Niente da fare: ci hanno proposto “A me mi piace” di Alfa con l’ospitata furba di Manu Chao he comincia con “Me gustas tu”; ci hanno fatto ascoltare “Désolée” di Anna; ci hanno provato con le nuove coppie Elodie-Sfera Ebbasta (“Yazuka”) e Brancale–Amoroso (“Serenata”). Ci è capitato “Che gusto c’è” di Fabri Fibra e siamo stati lì a un passo dall’obiettivo, ma poi il vicino di casa ha rilanciato in sequenza “Tre parole”, “Aserejè” e “Despacito”. Tutta un’altra storia, signore e signori. Rassegniamoci: niente tormentone neanche quest’estate. Meglio nostalgicamente cercare su YouTube qualche vecchio Festivalbar: “Mare mare” di Carboni o “Nord Sud Ovest Est” degli 883. Cose del genere, insomma.
APPROFONDIMENTI
Non resta che aspettare il Sanremo del 2026 perché è da lì che ormai arrivano i tormentoni. Da Amadeus in poi è il Festival che ci inonda di motivetti – alcuni belli, altri brutti – da canticchiare sotto la doccia o fermi in tangenziale anche se d’inverno il tramonto non è romantico come in agosto. Se ci sono, i tormentoni arrivano tra febbraio e marzo. Complice la nuova fruibilità perché Spotify e TikTok destagionalizzano il consumo e non fanno differenze tra la Settimana Bianca e la Notte di San Lorenzo. O, invece, no. C’è dell’altro. Con Sanremo che ha anticipato i tempi, il vero tormentone è diventato economico, filosofico, gossipparo. Oppure politico. Qui in Puglia non ci sono dubbi, alzi la mano chi non è d’accordo: Antonio Decaro si candida a governatore oppure resta nell’Europarlamento? Lo farà anche senza il passo indietro di Nichi Vendola o gli basterà quello di Michele Emiliano? Lo dirà con un altro post su Facebook o sarà Elly Schlein a fare il grande annuncio dall’imminente festa regionale Pd a Bisceglie? Ce lo siamo sentiti ripetere tutta l’estate più di un ritornello di Annalisa. Solo “Aria Caddhipulina” intonata da Castrignanò alla Taranta gli ha sottratto lo scettro, ma giusto per una notte perché poi i (presunti) dubbi dell’ex sindaco di Bari sono ridiventati il tormentone senza rivali.
E dire che un tempo non ne potevamo più di passare l’estate a leggere di governi “balneari” con mini-rimpasti ministeriali e di feste di partito dove si celebrava lo 0,5% guadagnato alle ultime elezioni.
Ci consolavamo con “Summer on a solitary beach” del maestro Battiato auspicando che prima o poi ci saremmo confrontati su proposte concrete, idee e visioni. Li abbiamo cercati questi dibattiti per tutta l’estate, ma pochissime sono state le tracce rinvenute: nel migliore dei casi conversazioni pubbliche “unilaterali”, nel peggiore messaggi social a effetto a metà tra la strigliata sarcastica contro l’avversario di turno e la foto familiare pre-spiaggia o pre-festa. Simpatici certo, ma forse inutili. Ci aspettavamo che almeno in una giornata un po’ più nuvolosa si accennasse ai temi dello sviluppo, a come ricucire le ferite dello spopolamento o della fuga dei giovani, a come far ripartire l’industria in affanno. O almeno, per non essere tacciati di eccessiva seriosità, che si restasse sulla stagionalità parlando di turismo al bivio, del caro-prezzi nei lidi o dei servizi da migliorare. E, invece, poco e nulla se non dietro le sollecitazioni dei media. Risultato: il tormentone non è cambiato neanche con i temporali di Ferragosto e ci ritroviamo allo stesso punto dei giorni del solstizio di giugno: il centrosinistra scioglierà il nodo gordiano? Non che dall’altra parte stiano messi meglio: il centrodestra candiderà alle Regionali Mauro d’Attis o un civico Mister X? Forza Italia imporrà il parlamentare di Brindisi nella corsa a governatore o la Lega metterà i bastoni tra le ruote? Quasi un tormentone gemello rispetto a quello di Decaro: un altro refrain al momento senza soluzione, domande senza risposta ripetute ogni giorno. Anche qui solo nomi sfogliati come una margherita dimenticandosi però di spiegarne le differenze.
Per fortuna che arriva settembre e qualcosa bisognerà decidere perchè si vota a breve. Riposti nel cassetto infradito e sgargianti t-shirt, il tormentone finirà e i prescelti dovranno necessariamente rimboccarsi le maniche per spiegarci se la Fiera Campionaria ha ancora un futuro, se l’ex Ilva è economicamente sostenibile, se i trasporti possono fare l’atteso salto di qualità, se i nuovi ospedali apriranno per davvero, se innovazione è qualcosa in più di una bellissima parola, se la Puglia può essere la locomotiva del Sud. Pazienza per questa estate un po’ da litania, ma almeno mettiamoci al lavoro per rispondere alle domande vere sui temi che ci cambiano la vita. Siamo ancora in tempo. L’autunno sarà caldo e lo sappiamo, ma non fasciamoci la testa. Una cosa, però, per favore: il prossimo anno ridateci “Vamos a la playa” dei Righeira. Dopo questa torrida estate ne avremo buon diritto.