Il governo francese si avvia verso la crisi. Il primo ministro François Bayrou ha annunciato di voler porre la fiducia l’8 settembre davanti al parlamento riunito in seduta straordinaria, appena un anno dopo lo scioglimento delle Camere deciso da Emmanuel Macron. Le due estreme, la France Insoumise (LFI) di Jean-Luc Mélenchon, e il Rassemblement National (RN) di Marine Le Pen, hanno infatti già dichiarato che voteranno entrambe per far cadere il governo. “Ormai, tutti sono spalle al muro e devono prendere chiaramente posizione, i parlamentari Insoumis voteranno l’8 settembre per far cadere il governo”, ha ribadito su X il coordinatore di LFI, Manuel Bompard. Quanto al RN, il partito di estrema destra “non voterà mai la fiducia a un governo le cui scelte fanno soffrire i francesi”, ha affermato il presidente della formazione di Le Pen, Jordan Bardella, prevedendo “la fine del governo”.

L’annuncio del primo ministro

Bayrou aveva anticipato le ombre di una sfiducia al suo governo nel mese di settembre “scommettendo sui francesi”, ha riferito Le Figaro, cioè facendo comprendere ai cittadini i rischi che il Paese corre se non adotterà il suo piano di tagli alla spesa pubblica per risolvere il sovraindebitamento. Il voto sarà un sì o un no alla “dimensione dello sforzo” proposto ai francesi, circa 44 miliardi di euro di riduzione del debito. Se accetteranno, si aprirà “la discussione” su “ognuna delle misure del piano d’emergenza”, ha precisato il premier. Senza accordo all’Assembleé Nationale, Bayrou riterrà “impossibile” mettersi in azione.  

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