Dopo l’aggressione della nave Ocean Viking dell’ong Sos Mediterranee da parte della Guardia costiera l’Unione Europea chiede chiarimenti alle autorità libiche e la Procura di Siracusa apre un’inchiesta.
La Commissione europea: “Autorità libiche facciano urgentemente luce su quanto accaduto”
“Abbiamo visto i resoconti della stampa. Ci siamo messi in contatto con le autorità libiche competenti riguardo a questo presunto incidente per chiarire i fatti. Spetta ora alle autorità libiche competenti fare urgentemente luce su quanto accaduto”, afferma un portavoce della Commissione europea durante il briefing giornaliero con la stampa. “È ovviamente uno sviluppo preoccupante, che non ci lascia indifferenti. Stiamo quindi stabilendo i fatti. Su questa base valuteremo la situazione e prenderemo in considerazione eventuali azioni”, spiega il portavoce, evitando di confermare o negare se la Commissione si fidi della risposta delle autorità libiche e limitandosi a sottolineare la necessità di “verificare con tutte le parti coinvolte”.
In generale, aggiunge il portavoce della Commissione rispondendo a domande della stampa, tutte le operazioni di ricerca e soccorso “devono essere condotte con la dovuta diligenza e nel pieno rispetto della legge internazionale e del diritto marittimo internazionale. Questo è fuori discussione”. Per quanto riguarda l’incidente specifico è necessario “esaminare cosa abbia innescato la situazione”, evidenzia. Nel post aveva allegato immagini con i bossoli e dei vetri frantumati.
Sos Mediterranee ha fatto sapere che la Ocean Viking si trovava in acque internazionali, a circa 40 miglia nautiche a nord della costa libica, quando è stata avvicinata da una motovedetta di classe Corrubia della Guardia Costiera libica ed “è stata deliberatamente presa di mira in un attacco a fuoco da parte della Guardia Costiera libica. Sebbene nessuno sia rimasto ferito fisicamente, tutti a bordo hanno temuto per la propria vita e le attrezzature di soccorso essenziali, così come la nave stessa, hanno subito danni significativi”.
L’inchiesta della Procura di Siracura
La Procura di Siracusa, come si apprende, ha aperto una inchiesta. La nave, con 87 migranti a bordo, secondo il racconto di chi si trovava a bordo, sarebbe stata centrata da colpi di arma da fuoco esplosi dalla guardia costiera libica. La procuratrice di Siracusa, Sabrina Gambino, che coordina l’inchiesta, ha incaricato la Polizia scientifica a eseguire degli accertamenti tecnici sulla nave.
Sos Mediterranee: “Italia interrompa collaborazioni con la Libia”
Valeria Taurino, direttrice di Sos Mediterranee Italia, aveva chiesto che il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il Governo interrompessero “qualsiasi collaborazione con la Libia” e che venisse avviata “immediatamente una indagine finalizzata al perseguimento dei responsabili di atti criminali come quello subito dalla Ocean Viking”.
Il ministro Piantedosi oggi aveva scritto su X: “È lo Stato che contrasta i trafficanti di esseri umani e gestisce e coordina i soccorsi in mare. Non le Ong”, aggiungendo una foto della nave dell’Ong Mediterranea che nei giorni scorsi ha sbarcato i migranti a Trapani anziché Genova, contravvenendo alle indicazioni del Viminale. Messaggio al quale fa riferimento Valeria Taurino nelle sue dichiarazioni, lamentando di non aver ricevuto alcuna parola dal governo in merito all’attacco alla Ocean Viking. “Il ministro Piantedosi ha oggi dichiarato sul suo account ufficiale che è lo Stato a gestire e coordinare i soccorsi in mare, non le Ong. Questo è quanto chiediamo da sempre: un coordinamento efficace ed efficiente dei soccorsi finalizzato a ridurre morti in mare e una missione di ricerca e soccorso istituzionale per salvare vite. Non abbiamo però ascoltato nessuna parola in merito al fatto che operatori umanitari e persone naufraghe siano state brutalmente attaccate da spari armati dalla guardia costiera libica in acque internazionali e dopo il coordinamento con le Autorità competenti dello Stato italiano. Nemmeno una parola”.
“Sos Mediterranee opera sempre nel pieno rispetto del diritto marittimo internazionale ed è nata per colmare il vuoto di soccorso lasciato dagli Stati – continua Taurino – Lo Stato italiano ha anteposto politiche di esternalizzazione della gestione delle frontiere e si è progressivamente disimpegnato nel tutelare la vita in mare, preferendo il controllo dei confini e accordi economici con paesi come Libia e Tunisia non rispettosi dei più basilari diritti umani. Chiediamo al Ministro e al Governo di interrompere qualsiasi collaborazione con la Libia e di avviare immediatamente una indagine finalizzata al perseguimento dei responsabili di atti criminali come quello subito dalla Ocean Viking”.