di
Matteo Castagnoli e Cesare Giuzzi
La tabaccaia in pensione, 69 anni, l’8 agosto è stata trovata senza vita nella vasca da bagno della sua abitazione di Bruzzano: dopo il sopralluogo dei Ris si rafforza l’ipotesi del delitto
Tracce di sangue, le stesse che già erano emerse nel primo sopralluogo dei carabinieri nell’appartamento. Macchie che lasciano pensare a un delitto, ma non così estese da chiarire se davvero l’ex tabaccaia della stazione Centrale di Milano sia stata uccisa. Un mistero che dura da quasi venti giorni. Tre settimane di indagini, interrogatori, sospetti, ma ancora nessuna certezza sulla morte di Silvana Damato, 69 anni, trovata senza vita nella vasca da bagno, semivestita, del suo appartamento di via Bisnati nel quartiere di Bruzzano, estrema periferia nord di Milano.
Il sopralluogo
Ieri il sopralluogo dei Ris di Parma è andato avanti per tutta la giornata. Gli esperti delle investigazioni scientifiche hanno effettuato anche l’analisi delle stanze con il luminol. Un test che però non ha modificato molto lo scenario delle indagini, coordinate dalla pm Valentina Mondovì. Il reagente ha evidenziato alcune tracce di sangue che ora però saranno analizzate in laboratorio per chiarirne la natura. La vittima aveva alcune ecchimosi sul viso e sulla fronte, ma soprattutto un taglio (non molto esteso) al collo. E questa lesione sarebbe responsabile del sanguinamento, ma per il medico legale che ha eseguito l’autopsia non è detto che si sia trattato della ferita mortale.
Ora gli accertamenti dei carabinieri della compagnia Duomo e del Nucleo investigativo andranno avanti. Fondamentale sarà anche il responso finale del medico legale che dovrà chiarire la causa di morte. Nel frattempo si indaga per omicidio. Perché sono molte le stranezze rilevate dagli inquirenti nell’appartamento, a cominciare dall’assenza delle chiavi di casa. Ma non solo. Ieri sono state isolate anche le diverse tracce trovate in casa, impronte che però potrebbero appartenere anche ai soccorritori dei vigili del fuoco e dei primi medici del 118.
Gli amici del bar
Nei primissimi giorni dopo il ritrovamento del corpo di Silvana erano stati sentiti gli amici con cui era solita giocare a carte. Come avrebbe dovuto fare in quel pomeriggio dell’8 agosto, quando invece non s’è presentata alla Caffetteria Sun Strac, al Parco Nord. Ai tavolini, davanti a un laghetto, s’incontrava a partire dalle 15.30 per delle partite a burraco con altri pensionati. Erano stati cinque della comitiva, preoccupati, ad andare in via Bisnati. Al campanello non rispondeva nessuno, così l’allarme.
La donna è stata trovata con la faccia all’insù nella vasca da bagno, piena d’acqua, coi rubinetti spenti. Indossava una vestaglia. L’autopsia, che non ha chiarito le cause della morte, ha evidenziato la ferita sul collo. Non letale, ma che potrebbe aver provato un’emorragia interna. Un taglio lasciato da un oggetto appuntito, compatibile anche con un coltello. Dalle prime ispezioni nell’appartamento, però, non sarebbero state trovate lame sporche di sangue o che potrebbero aver lasciato quel tipo di segno sul cadavere. Sul viso della 69enne c’erano anche ematomi riconducibili sia a un’aggressione, sia a una caduta. Per iniziare a chiarire il mistero, sono attesi gli esiti degli esami tossicologici e di quelli istologici sui polmoni per capire se l’acqua sia entrata quando Silvana era ancora viva. La porta di casa era chiusa, non c’erano segni di effrazione, tanto che i vigili del fuoco s’erano dovuti calare dal tetto per entrare nell’appartamento al sesto piano del palazzo popolare in via Bisnati.
Una delle ultime immagini in vita di Silvana è stata ripresa all’uscita del Conad di Bruzzano, intorno a mezzogiorno dell’8 agosto. La spesa è stata trovata in casa e la sua bicicletta legata alla rastrelliera. Nei pressi e all’interno del condominio, invece, non ci sarebbero altre telecamere che potrebbero fornire spunti alle indagini. I carabinieri della compagnia Duomo nella vasca hanno trovato e sequestrato il telefono della donna. Era sotto il corpo, ma nonostante l’acqua gli investigatori sono riusciti ad aprirlo. La speranza degli inquirenti è che da lì possano arrivare possibili piste. Chat, chiamate. Perché l’ipotesi più plausibile, se davvero Silvana è stata uccisa, è che abbia aperto la porta a un conoscente, a qualcuno che forse aspettava. Anche se non è escluso un blitz improvviso di uno sconosciuto.
«Puzzle da ricomporre»
Le indagini hanno approfondito anche la vita privata della 69enne. Silvana, divorziata da trent’anni, aveva due nipoti, una figlia e un fratello con cui però sembrerebbe che i contatti non fossero frequenti. Ieri l’avvocato che assiste la famiglia, Walter Felice, ha parlato di un «puzzle da ricomporre» in cui spera che «tutti i pezzi trovino la loro collocazione». Continuano anche gli accertamenti degli investigatori sui conti bancari della vittima, per verificare se nell’ultimo periodo ci siano stati movimenti sospetti. Intorno alla morte di Silvana resta però un grande punto di domanda: quelle chiavi di casa scomparse. Per questo i carabinieri nei prossimi giorni torneranno nella casa della donna per un nuovo sopralluogo. L’appartamento al sesto piano, infatti, è arredato con molti quadri e soprammobili da cui potrebbe anche spuntare il mazzo per ora mancante.
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27 agosto 2025
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