La superiorità di Marc quest’anno è fuori dubbio, il nono titolo a un passo. I suoi successi stanno nascondendo le difficoltà di Ducati. Ma lo spagnolo ha avuto annate migliori

Massimo Falcioni

27 agosto – 11:06 – MILANO

Visto così, in questa MotoGP 2025 fin qui dominata in ogni week end nelle gare del sabato e della domenica, Marc Marquez non solo dimostra sul campo di essere l’incontrastato number one, con una superiorità tecnica-agonistica assoluta. Fin qui, il fuoriclasse di Cervera è stato dominatore sì, ma razionale, un martello capace di fare il buono e cattivo tempo, dettando la propria legge in ogni circuito. Visto così, si può affermare che questo Marquez è il più forte e dominante di sempre? No. E lo dimostrano i numeri. Nel 2014, dopo 14 gare aveva 2 punti in più. Nel 2014 dopo aver vinto le prime 10 gare consecutive aveva totalizzato, dopo 14 round, 292 contro i 290 attuali (senza Sprint). Possiamo giudicare anche i 292 punti del 2014 ottenuti contro Lorenzo, Rossi e Pedrosa più “difficili” dei 290 ottenuti nel 2025. Marc chiuse il 2014 con 362 punti contro i 295 di Rossi e i 263 di Lorenzo (a quasi 100 punti…). Resta il fatto che dopo aver vinto con la sua Rossa “perfetta” nel GP d’Ungheria la 23ª vittoria su 28 gare e aver centrato il decimo doppio successo stagionale, il settimo di fila, Marc Marquez può conquistare il suo nono titolo mondiale con grande anticipo, presumibilmente passato il GP di Catalunya del 6-7 settembre, nel round di Misano del prossimo 13-14 settembre, cioè nella terra del “nemico” Valentino Rossi. La classifica parla da sola: Marquez 455 punti, Alex Marquez 280, Bagnaia 228. Quindi il fuoriclasse di Cervera ha 175 punti di vantaggio sul fratello Marc, 227 sul compagno di squadra Pecco Bagnaia. Se Marquez vincesse sia in Catalunya che sul circuito romagnolo prendendosi i 74 punti disponibili e Alex nelle stesse gare non conquistasse più di 27 punti, il titolo sarebbe di Marc andando a eguagliare con 9 titoli mondiali tre piloti cha hanno segnato la storia del motomondiale dal 1949: Valentino Rossi, Mike Hailwood, Carlo Ubbiali. 

ducati, dubbi frugati su marc—  

I dubbi di inizio stagione se Ducati avesse fatto bene a prendere Marquez sono saltati di fronte alla realtà: Marc ha dimostrato e dimostra con i risultati in pista e nel modo di raggiungere questi risultati di essere in assoluto il pilota più forte di questo campionato MotoGP, fra i piloti più forti, completi, spettacolari e vincenti della storia del Motomondiale. In questa stagione, pur dominando, in corsa non annoia, fa spettacolo anche da solo, a suon di giri record.

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paragone—  

In questo, Marc è un Agostini bis con la MV Agusta, negli anni ’70. Certo, in molte stagioni, Agostini, grazie anche alla superiorità della sua MV, era capace di rifilare un giro al secondo classificato mentre Marquez taglia il traguardo per primo, con meno di una manciata di secondi di vantaggio sui suoi più diretti avversari. Agostini, il “tirone” lo dava quando dal box i suoi meccanici, su ordine del Conte Agusta, gli esponevano il cartello per battere il record della pista. Marquez fa tutto da solo, allungando secondo le esigenze tecniche (gomme) del suo bolide, con l’unico obiettivo di tagliare il traguardo per primo, da solo. All’epoca di Agostini, nessuno diceva: “Cosa sarebbe la MV senza Ago?” anche se quando Giacomo ha avuto compagni di squadra di grande livello, ha comunque chiuso la partita a proprio favore. Oggi, in questa MotoGP tecnicamente livellata, visti i risultati e il modo come fin qui sono stati ottenuti, la domanda s’impone: “Cosa sarebbe oggi Ducati senza Marquez?”. Ha ragione Carlo Pernat: “È vero che la classifica è piena di Ducati nelle prime posizioni, ma questo dipende più dalle circostanze che da un reale strapotere tecnico”. Le ultime gare dimostrano che Ducati resta la moto da battere ma le moto di Borgo Panigale non dominano più come prima. Sul podio di Balaton, alla destra del trionfatore Marquez c’era Pedro Acosta, secondo con la Ktm e c’era Marco Bezzecchi, terzo con l’Aprilia seguiti poi da Martin (Aprilia) e Marini (Honda). Tre Ducati nella top ten (sulle sei in pista) resta cosa non da poco ma rispetto al passato è il segnale di una discesa che, senza i risultati di Marc Marquez, sarebbe già una debacle. Per Borgo Panigale, rispetto a un futuro che è già oggi, il messaggio è “forte e chiaro”.