Il mitico trequartista croato racconta il centrocampista nerazzurro: “Un calciatore totale, può fare anche il regista, gioca con due piedi e ha zero paura”


Filippo Conticello

Giornalista

27 agosto – 09:26 – MILANO

L’Inter ha ritrovato puro talento croato in mezzo al campo, ma l’effetto Sucic non ha sorpreso Robert Prosinecki, patriarca del genere, genio e sregolatezza a cavallo tra gli Anni 80 e 90. “Bastava conoscerlo per non essere impressionati…”, ammicca adesso l’ex centrocampista di Real Madrid e Barcellona, terzo al Mondiale ’98 con la Croazia e attuale ct del Montenegro

Prosinecki, l’inizio di Sucic ha impressionato mezza Italia.

“Può essere sorpreso chi non lo ha seguito nel calcio balcanico. O magari chi lo vede così, un bravo ragazzo, timido, che non ama troppo apparire, e pensa magari che possa essere lo stesso in campo. Sucic è esattamente come si è mostrato in questo inizio interista: un centrocampista completo, internazionale, che può fare il titolare in una grande squadra come l’Inter”.

Lo ha detto anche il suo presidente federale Savicevic, mentre Chivu ha appena usato due aggettivi per riferirsi a lui: maturo e intenso.

“La maturità è quella di un ragazzo molto più in là dei suoi 21 anni, l’intensità è nel pressing che porta agli avversari. Ma aggiungo anche capacità, abilità con il pallone, perché lui non ha paura di tenerlo tra i piedi e tentare la giocata o il tiro. È migliorato in tutti gli aspetti ed è pronto a imparare ancora. Magari in giro si possono trovare dei mediani più grossi e potenti di lui, ma alla fine la differenza la fa sempre la tecnica”.

Sucic arriva in un centrocampo che sotto Inzaghi era immutabile: qual è il suo ruolo adesso e a chi può togliere il posto?

“Nasce come mezzala totale, lo avete visto, sa recuperare il pallone e pensare in avanti, ma spesso ha giocato in un reparto a due, quindi può benissimo fare il regista. L’Inter ha trovato un giocatore che può fare tutti i ruoli del centrocampo e sono sicuro che Sucic sarà un pilastro della nuova epoca: lo volevano in tanti, ma ha fatto bene a scegliere questo club che si è trovato così bene con i croati nella propria storia”.

Non a caso, subito i tifosi interisti lo hanno paragonato a Brozovic: fanno bene?

“Petar è in fase di crescita, anche dal punto di vista fisico e muscolare, ma alla fine per me può diventare perfino più forte… Come Brozo corre tantissimo, chilometri e chilometri per il campo, sa coprire in fase difensiva e trovare il passaggio giusto, ma appartiene a una generazione successiva. Si è formato in un calcio diverso e può garantire maggiore continuità”.

Nella prima intervista italiana, alla Gazzetta dello Sport durante il Mondiale per Club, Sucic ha ammesso che il suo idolo è Modric e ora se lo ritrova contro a Milano.

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“Normale che sia così, come tutti i ragazzi è cresciuto nel mito di Luka ed è arrivato a giocare insieme a lui in nazionale. Il calcio è sempre una sorpresa, si sfideranno in una classica del calcio mondiale come il derby di Milano: sono due generazioni di una grandissima scuola, ci sarà da divertirsi. Ma in Serie A io guardo, soprattutto, i montenegrini e nel vostro campionato ce ne sono di forti: il laziale Marusic, Adzic alla Juve, Krstovic arrivato all’Atalanta. Il talento balcanico non basta mai”.