di
Valerio Cappelli

L’opera ha ricevuto molto applausi, anche a scena aperta, durante la prima per la stampa. Il protagonista è un giurista vedovo e cattolico

Sembra Mattarella? Forse, ma non lo è. Eppure tanti indizi farebbero pensare a lui. Il protagonista di La grazia, il film di Paolo Sorrentino che il 27 apre la Mostra del cinema di Venezia, è un presidente della Repubblica di fede democristiana, vedovo, con una figlia giurista che vive al suo fianco, attaccatissimo alla Costituzione.

Come la mettiamo, Sorrentino? «No, no, ci sono assonanze con vari presidenti della Repubblica, Scalfaro, Cossiga, Ciampi, Napolitano, anche Mattarella. Tutte figure di grande intelligenza, saggezza, responsabilità, e queste caratteristiche ho voluto portarle nel film, in questo c’è un furto. È anche vero però che lo spunto mi è venuto da una notizia che avevo letto, sulla grazia concessa da Mattarella a un uomo condannato per aver ucciso la moglie malata di Alzheimer».



















































«Quest’uomo dall’aspetto serio, rigoroso, un po’ noioso e innamorato della moglie che non c’è più – prosegue Sorrentino -, incarna una serie di valori che la politica dovrebbe incarnare e che ormai si intravedono soltanto e che sembrano latitare, nella ricerca della certezza piuttosto che la frequentazione del dubbio». Aggiunge Servillo, al settimo film col suo conterraneo partenopeo: «Da zero a dieci ci siamo ispirati a Mattarella zero. Sono figure a cui gli italiani si sono rivolti, aggrappandosi in momenti di disorientamento».

Al centro della storia il dilemma morale se concedere la grazia a due assassini: una donna ha pugnalato nel sonno il marito che la picchiava; un uomo ha tolto la vita alla moglie, malata terminale di Alzheimer. E poi, terzo dilemma, c’è il tradimento della moglie amatissima del presidente che risale a quarant’anni fa, che tuttora lo dilania.

Sorrentino, negli ultimi film aveva parlato di sé, di Napoli e della sua famiglia: cosa c’è di lei in questa storia? «Tanto, l’autore è una specie di topo che si insinua di nascosto dentro la vita dei personaggi che mette in scena». Il film in mattinata alla proiezione per la stampa ha avuto un lungo applauso.

Due momenti «pop», l’amica del cuore del presidente che parla come le viene, e che definisce «un’ipotesi di cena» (visto il nulla che si trova sul piatto) quella a cui viene invitata al Quirinale (ricostruito, le location sono residenze torinesi), e il papa nero che va via su uno scooter.

Sorrentino, ma lei è ossessionato dai pontefici? «No, in questo caso che il presidente della Repubblica si confronti col Papa fa parte della prassi, non ho esercitato una forzatura». Molto apprezzata anche Anna Ferzetti, nel ruolo della figlia. Il suo film più importante? «Speriamo che sia il primo di una lunga serie».

27 agosto 2025 ( modifica il 27 agosto 2025 | 14:19)