PADOVA – «Cara bambina, caro bambino, quando verrai al mondo, non ti regalerò il fiocco rosa né azzurro, ma te lo regalerò arcobaleno, perché i colori sono tutti bellissimi. E poi deciderai tu. Spero solo che tu non scelga mai i colori della paura, nè di diventare xenofoba oppure omofobo». Prima di dare alla luce Aronne, l’assessora alle politiche sociali Margherita Colonnello lo aveva giurato. E poi lo ha fatto. Il 14 agosto ha partorito il figlio e dopo qualche giorno sulla porta del suo ufficio a Palazzo Moroni, quei fiocchi arcobaleno sono apparsi. Fiocchi che però hanno subito scatenato la reazione del centrodestra, che non ha gradito il gesto dell’assessora, da sempre impegnata nella lotta per i diritti Lgbtqia+ e in prima linea nella lotta contro l’omofobia.

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Fiocchi arcobaleno per il figlio dell’assessora Margherita Colonnello, la Lega attacca. Da Salvini («Era necessario?») a Vannacci («Principi contronatura»)

La reazione

«Un gesto che non sorprende più di tanto commenta Elena Cappellini, consigliera comunale di Fratelli d’Italia – è l’ennesima manifestazione di quella visione ideologica della sinistra che, invece di difendere valori, regole e punti di riferimento chiari, preferisce smantellare ogni certezza in nome di un relativismo senza limiti. La tradizione del fiocco di nascita non è mai stata un’imposizione, ma un semplice simbolo di gioia condivisa: rosa per le bambine, azzurro per i bambini. Un segnale semplice e immediato che, nel suo piccolo, appartiene alla nostra cultura e al nostro modo di celebrare la vita. Stravolgerlo, sostituendolo con l’arcobaleno, significa voler trasformare anche i momenti più genuini in un palcoscenico ideologico. La libertà personale è un diritto che si conquista crescendo, non un’ideologia da imporre già dalla culla». A lei si è aggiunto l’altro esponente del partito di Giorgia Meloni, Filippo Ascierto, che ha parlato di «manicomio e mancanza di serietà» e il consigliere provinciale e rappresentante dell’Udc, Vincenzo Gottardo: «Alla famiglia dell’assessora Colonnello rivolgo i miei auguri più sinceri per la nascita del piccolo Aronne, un momento di gioia che va sempre celebrato sostiene ma quello che trovo invece inaccettabile è l’uso delle istituzioni da parte della sinistra per imporre la propria visione ideologica anche su un evento tanto naturale come una nascita. L’esposizione del fiocco arcobaleno a Palazzo Moroni non è un gesto privato, ma un atto pubblico: un simbolo che divide e che calpesta il sentire di tanti cittadini. Chi, come me, crede ancora che si nasca maschio o femmina, con un fiocco azzurro o rosa come da tradizione, oggi si sente escluso e non rappresentato. La sinistra continua a piegare ogni occasione, perfino la nascita di un bambino, alla propria propaganda identitaria». Aronne, senza saperlo, è già al centro del dibattito politico.