Stefano Trucchetti: il play da copertina. 19enne sassarese, regista per vocazione, è appena tornato nel capoluogo turritano, fresco vincitore con gli azzurrini della medaglia d’oro agli Europei Under20 di basket che si sono tenuti in Grecia. “Tutto super inaspettato- commenta appena un giorno dopo il trionfo contro la Lituania- a cominciare dalla mia convocazione. Ero il 21° selezionato da coach Rossi e sono finito tra i 12 che hanno giocato il torneo”. E Stefano non ha certo sventolato asciugamani dalla panchina durante i match, finendo invece per mettere a referto un minutaggio importante.
Con partite, come i quarti e le semifinali, in cui Trucchetti è salito in cattedra coi compagni del court ribaltando i pronostici contro Israele e la temutissima Serbia. “Ce l’abbiamo fatta giocando di squadra e con prestazioni che resteranno nella memoria”. Per il sassarese, originario del quartiere di Monte Rosello, si tratta di una soddisfazione doppia proprio perché pensava avrebbe visto la manifestazione continentale dalla tv. “L’allenatore mi ha detto che avevo la sua fiducia e di tutta la squadra. Mi ha chiesto di fare le cose semplici e, quando alla fine l’ho ringraziato per la convocazione, mi ha risposto che me l’ero guadagnata”.
Il tetto d’Europa arriva per il giovane al termine di un’annata difficile alla Dinamo, in cui ha giocato poco lungo una regular season dimenticabile per i biancoblu. “Per me è stato in ogni caso fantastico- chiarisce- dopo 5 anni fuori casa ho vissuto di nuovo a Sassari, imparando molto sia dentro che fuori dal campo. I miei compagni più grandi mi hanno insegnato a essere sempre un professionista”. Grande affiatamento con il coetaneo Luca Vincini, il quale però, vista la carestia di lungh nel rosteri, ha potuto fare molta più esperienza sul pitturato, e ora sarà una delle colonne della Dinamo che verrà. Per Stefano invece il trasferimento lontano da Sassari, nonostante un anno di contratto, è molto più di un rumor. La destinazione per lui- manca solo l’ufficialità del Banco per la cessione- è quella della VL Pesaro in A2.
Come definiresti con un aggettivo i tuoi ex coach Dinamo? “Direi passionale Markovic e intuitivo Bulleri”. Rossi invece, guida degli under 20 alla conquista del torneo continentale? “Impeccabile, sia lui che lo staff. Non ci ha mai fatto sentire la pressione”. Nonostante la posta in palio e quel trofeo che mancava dall’Italia da ben 12 anni. “Una grande gioia. Appena è finita la partita sono andato davanti alle telecamere per salutare la mia famiglia che non era potuta venire”. L’importanza dei genitori traspare da ogni parola del 19enne. “Mi sono appassionato alla pallacanestro vedendo mio padre giocare. Da lui, carabiniere, oltre all’amore per il basket, ho ereditato anche quello per la criminologia, che sto studiando in una università telematica”. Dalla madre invece una spinta a più ampio raggio: “Lei dice sempre che i sogni prima o poi si avverano e io non mi metto paletti”.
Per nulla condizionato dall’altezza- 1.76 cm- in una disciplina appaltata da giganti. “Vivo il mio fisico molto tranquillamente. Nel basket non serve sempre essere alti 2 m e pesare 100 kg. Quest’anno l’ha dimostrato alla Dinamo Justin Bibbins. Voglio fare dei miei difetti una virtù”. E che Trucchetti sia convinto dei suoi mezzi lo si vede anche dal fatto che, appena entrato in campo, non lesina quasi mai un tiro dalla lunga distanza. “Mi dà ritmo ed è una mia specialità su cui mi alleno spesso”. Asset in comune con i due modelli del giovane: uno, inevitabile, risponde al nome dell’altro play turritano, Marco Spissu, mentre il secondo si chiama Facundo Campazzo, argentino dalle formidabili doti di passatore (e alto 1.78). Qual è la caratteristica che invece definisce Stefano Trucchetti? “L’umiltà e credere nel lavoro duro”. Per andare lontano e afferrare il sogno condensato nella palla a spicchi.