Poi quel giorno i Duran Duran arrivarono al primo posto in classifica detronizzando We Are the World… Sembra la favola del nonno (e più o meno ci siamo) ma non si scherza con la trappola della nostalgia – o memoria, se non si vuole diventare bersaglio di battute. Se tutte le sere i nati nei 50 e 60 hanno il loro Techetechetè, a quelli del decennio successivo ha pensato Rai2 mandando martedì il primo di due speciali dedicati a Discoring. Era il 1977 e Gianni Boncompagni importava il Top of the Pops britannico. Soprattutto, arrivava a valanga la musica per il consumo veloce, quindi una manna per la tv – a breve, anche i videoclip. Discomusic, pop d’altissimo bordo oppure sciamannato il giusto, Gioca Jouer e versi di canzoni che hanno segnato il tempo (Ti voglio amare/seguendo un ritmo regolare). Un oceano di playback, perché nel divulgare le classifiche settimanali di 33 e 45 giri si andava dritti al punto: i dischi come consumo di massa, l’ultimo successo di questo o quello. E i big stranieri che arrivavano a godersi Roma (scorrono gli U2, Joe Cocker, Frankie Goes to Hollywood, Van Halen…).

Gli autori della compilation – come altro chiamarla? – Francesco Valitutti ed Emilio Levi hanno anche un occhio di riguardo per alcuni che, superate le chiusure dei 70, si presentano nella vetrina pop della domenica col disco fresco di stampa (il Banco, anche Mimmo Locasciulli che aveva intorno a trent’anni. E scappano lacrimucce). Il senso sta, ovviamente, nel documento che riflette quei tempi, oggi vidimato anche dai libri di storia: il grande nulla complessivo degli anni 80, ma stracolmo di gioie, lustrini e, come dice Renzo Arbore, musica ben scritta ed eseguita. E poi, siamo proprio sicuri che siano esistiti momenti pop più completi e perfetti di Nada che canta Amore disperato?

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Reazione a catena, il gioco chiede di collegare le parole “Bologna” e “Matita” con una terza, che inizia con la R. Il concorrente va giù deciso e dice “Rossa”, spiegando che Bologna è la rossa etc.

Pino Insegno insorge: “No!”. Forse, non inquadrato, si fa anche il segno della croce.

La soluzione era rossoblù, tra calcio e cancelleria, molto più accettabile.