Il Rassemblement National (RN), principale forza di opposizione in Francia, ha chiesto al presidente Emmanuel Macron di indire nuove elezioni o di dimettersi. “L’unica via d’uscita dallo stallo politico è tornare alle urne”, ha dichiarato Jordan Bardella, presidente del partito di Marine Le Pen, intervistato da TF1. “Macron deve prendere atto della paralisi istituzionale che lui stesso ha causato e sciogliere l’Assemblea nazionale o lasciare l’Eliseo”.

Le dichiarazioni di Bardella hanno sorpreso, anche perché Marine Le Pen non potrà candidarsi alle prossime elezioni legislative o presidenziali. La leader è stata condannata a marzo per appropriazione indebita e attualmente è ineleggibile. Il suo futuro politico dipenderà dalla decisione della corte d’appello, attesa non prima dell’estate 2025. Le Pen continua però a proclamarsi innocente.

Macron resiste, i francesi vogliono il voto

Un passo indietro di Macron resta improbabile. Ma intanto il premier François Bayrou è sempre più nel mirino. Lunedì ha lanciato una sfida: “Provate a sfiduciarmi l’8 settembre, il Paese ha bisogno di ridurre il deficit”. La mossa rischia di ritorcersi contro di lui. La sinistra radicale di France Insoumise i socialisti e lo stesso Rassemblement National hanno già annunciato che voteranno per mandarlo a casa.

Il presidente ha sempre detto di non voler rinunciare al potere costituzionale di sciogliere il parlamento. Ma i sondaggi lo mettono sotto pressione. Un rilevamento dell’istituto Elabe mostra che il 69% dei francesi è favorevole a nuove elezioni, mentre il 67% sostiene addirittura le dimissioni di Macron.

L’incognita del voto anticipato

Convocare nuove elezioni, però, potrebbe non risolvere lo stallo. La decisione di Macron la scorsa estate di indire elezioni anticipate, subito dopo il trionfo del RN alle europee, ha già prodotto un parlamento senza maggioranza. Gli ultimi sondaggi indicano che un nuovo voto potrebbe portare allo stesso risultato: un’Assemblea paralizzata, incapace di approvare bilanci e riforme. Una prospettiva che, secondo molti analisti, rischia di indebolire ulteriormente la credibilità della Francia sui mercati internazionali.