Nel popolare vocabolario ciclistico si è pensato tante volte che la bici fosse uno strumento per “suonare” gli avversari, ma mai ci si è immaginati che potesse essere suonata e messa in musica. Mai prima di quest’anno quando Giulio Maceroni, chitarrista e compositore professionista tra rock e sport, ha prodotto una sorta di colonna sonora della Jayco-AlUla attraverso le bici Giant ed i relativi materiali.

Non è una novità per il team WorldTour australiano un’operazione del genere che già in passato aveva creato clip musicali originali coinvolgendo i propri corridori e il proprio staff. Nel 2012 l’allora Orica-GreenEdge fece un video sulle note di “Call me maybe” di Carly Rae Jepsen, il singolo più venduto di quell’anno con oltre 12 milioni di copie. La stagione successiva registrò un altro docu-video musicale durante il Tour de France (per dirvi quanto più tempo e meno pressione c’erano rispetto ad oggi per alcune cose) interpretando la celeberrima “You Shook Me All Night Long“ degli AC/DC come tributo alla rock band australiana.

Certo, quella che stiamo per raccontarvi è una chicca, qualcosa di nicchia se volete, che probabilmente esce dai binari classici sui quali viaggiamo. Però può valerne la pena conoscerla perché è una storia che potrebbe aiutare il ciclismo a diventare più trasversale anche per chi non ne mastica abitualmente.

Al Tour 2013 Gerrans in maglia gialla fu uno dei protagonisti del video-tributo agli AC/DC (fotogramma YouTube)

Al Tour 2013 Gerrans in maglia gialla fu uno dei protagonisti del video-tributo agli AC/DC (fotogramma YouTube)

Con Copeland sui Campi Elisi

L’amicizia nata qualche anno fa tra Maceroni e Brent Copeland attraverso un evento del Como Calcio ha portato i suoi frutti. Il performer comasco compone musiche e sigle per Sky Sport, videogiochi, Superbike e tanto altro nel mondo sportivo. Ci voleva qualcosa anche nel ciclismo e col general manager della Jayco-AlUla c’è stata subito intesa.

«Sapete – racconta Copeland – che cerchiamo sempre di fare qualcosa di diverso a livello di marketing e comunicazione. Vi ricordate quando al Tour avevamo portato le nostre chitarre elettriche gonfiabili da far suonare a corridori e tifosi? Alcune immagini sono rimaste famose (alludendo a Gerrans in maglia gialla che finge di suonarla, ndr).

«Considerate che queste – va avanti – sono il genere di cose per cui impazzisce Gerry Ryan, il nostro proprietario (e facoltoso uomo d’affari, ndr). E’ appassionato di arte, di teatro e soprattutto suona il pianoforte elettrico in un gruppo locale come hobby. Non appena gli ho accennato di questo progetto, ha detto di sì ed ha voluto restare aggiornato».

«Giulio poi ha fatto un capolavoro con la testa dell’artista – conclude Copeland – Così abbiamo pensato di portarlo in Francia anche perché c’era anche Ryan. Giulio si è esibito nella nostra hospitality che avevamo sui Campi Elisi. C’erano anche alcuni dirigenti di Giant che hanno apprezzato tantissimo e che vogliono fare qualcos’altro di così originale anche prossimamente. Ci ritroveremo presto per decidere cosa fare».

Il progetto di Maceroni è piaciuto subito a Gerry Ryan, proprietario della Jayco-AlUla e appassionato musicista

Brent Copeland ha invitato Maceroni per l’ultima tappa del Tour de France nella hospitality della squadra sui Campi Elisi

Il progetto di Maceroni è piaciuto subito a Gerry Ryan, proprietario della Jayco-Alula e appassionato musicista

Brent Copeland ha invitato Maceroni per l’ultima tappa del Tour de France nella hospitality della squadra sui Campi Elisi

Giulio le esibizioni ciclistiche sono poi proseguite, giusto?

Esatto. Il video della musica della Jayco-AlUla ha avuto molte visualizzazioni e gli organizzatori della ION CUP a Cervinia, una gara di downhill che si disputa nel loro bike park, mi hanno chiamato per aprire la manifestazione. Daniele Herin, il responsabile operativo di Cervino Spa, la società che allestisce tutti gli avvenimenti della località, ha voluto che mi esibissi portando una bici Giant della squadra sul palco. E’ stata davvero una forte emozione suonare con il Cervino sullo sfondo.

Arriviamo quindi alla realizzazione della musica e del video con la Jayco-AlUla. Raccontaci com’è andata?

Tutto è stato possibile grazie alla visione di Brent che ha interceduto con la squadra e a gennaio mi hanno chiamato per andare in Spagna nel ritiro della Jayco-AlUla. Mi hanno messo a disposizione il camion-officina su cui ci sono bici, materiale e attrezzi. Lo abbiamo trasformato in una sorta di studio di registrazione, mettendo anche delle luci particolari per realizzare video di backstage.

Nel 2024 Maceroni ha dato il via della 13ª tappa del Giro d’Italia con un assolo di chitarra (foto Dario Belingheri)

Nel 2024 Maceroni ha dato il via della 13ª tappa del Giro d’Italia con un assolo di chitarra (foto Dario Belingheri)

E’ stato un lavoro complesso?

Assolutamente sì. E’ stato un lavoro di equipe vero e proprio. Non avrei potuto farlo senza il supporto fondamentale di NAM (acronimo di Nuova Audio Musicmedia con sede a Milano, ndr), l’accademia in cui mi sono diplomato in chitarra moderna e con cui collaboro da tempo. Ci sono due persone, fra le tante, che ci tengo a ringraziare tantissimo che si sono rese subito disponibili per questo progetto.

Prego…

Uno è Claudio Flaminio, il direttore di NAM, l’altro è Davide Pantaleo, docente e music producer dell’accademia. Lui in particolare è stato il meccanico della musica della bici, se così lo vogliamo vedere. Davide è venuto con me nel camion officina per riprendere i suoni. Il loro coordinamento e lavoro sono stati preziosissimi.

Come avete trasformato bici e materiali in strumenti?

Li abbiamo fatti “suonare” picchiettandoli con unghia e dita. Abbiamo ascoltato che suoni emetteva il cambio elettronico, il mozzo delle ruote, il movimento centrale e la catena. O ancora l’aggancio e lo stacco del pedale oppure lo sfiato della valvola del copertoncino. E tanti altri suoni che legati alla bici, come la pistola con cui avviti e sviti le ruote. Abbiamo campionato ogni singolo suono con microfoni estremamente sensibili per poi processarlo su un programma audio. Ma non è finita qua.

Cosa avete fatto ancora?

Innanzitutto questi suoni li abbiamo riprodotti più volte affinché uscissero puliti. A quel punto li abbiamo messi su un controller, una sorta di grande mixer, dove ogni suono della bici era stato assegnato ad un tasto. Mi piace definire questo lavoro degno della ingegneria del suono. Ai profani può sembrare semplice, ma ci sono ore di lavoro prima di arrivare al passaggio successivo. Ovvero sovraincidere il basso e gli assoli di chitarra su un loop ritmico dei suoni delle bici.

Nel camion-officina della Jayco trasformato in studio di registrazione, Maceroni ha campionato i suoni di bici e materiali

Dopo aver prodotto sigle per trasmissioni e videogiochi, l’intento del progetto di Maceroni era dare voce alle bici Giant

Nello studio di registrazione si passano ore ed ore per incidere i tanti motivi musicali

Nel camion-officina della Jayco trasformato in studio di registrazione, Maceroni ha campionato i suoni di bici e materiali

Dopo aver prodotto sigle per trasmissioni e videogiochi, l’intento del progetto di Maceroni era dare voce alle bici Giant

Nello studio di registrazione si passano ore ed ore per incidere i tanti motivi musicali

Per Giulio Maceroni cosa rappresenta questo progetto?

Naturalmente sono contento che sia piaciuto a Brent, alla Jayco-AlUla e allo stesso Gerry Ryan, che mi ha chiesto dei particolari da vero intenditore di musica. Sono felice anche di aver realizzato qualcosa che mi frullava già in testa da tempo, ma che volevo fare solo se ben assecondato. La vera soddisfazione però è un’altra. Il fulcro della performance non è la musica in sé, quanto aver dato voce alle bici Giant. Essere riuscito a rendere un’anima ad un mezzo, o strumento se preferite, che ci rende liberi e che ci fa stare bene.