“Dovrei scrivere qualcosa a breve, perché vorrei girare durante l’estate dell’anno prossimo, perché nel 2027 mi voglio fermare per un anno, non voglio fare altro che giocare a tennis. E quindi devo sbrigarmi. Compirò 60 anni e voglio un annetto per festeggiare, visto il traguardo. Se ci arrivo vivo perché ho davanti un anno abbastanza tosto!”. Lo annuncia al Giffoni Film Fest Neri Marcorè. “Ma solo – precisa ai giffoner – se sarà una storia in cui credo davvero”.
L’eclettico artista – attore, imitatore, doppiatore, conduttore televisivo, conduttore radiofonico e regista – parla a lungo del suo esordio dietro la macchina da presa con Zamora, uscito nella primavera del 2024. “Una delle ragioni per cui ho debuttato alla regia – racconta – era anche vedere come avrei finito. Non lo sapevo, a fronte di decine e decine di film, serie televisive, ho passato ore e ore sul set e spesso gli attori pensano cosa farei, come imposterei questa scena e come la girerei. E quindi dalla teoria alla pratica, ero curioso di gettarmi appunto in questa nuova arena e provare a fallire oppure cavarmela. E visti i risultati di Zamora è stata un’avventura felicissima a livello umano e professionale. Anche l’atmosfera sul set è sempre stata molto tranquilla, rilassata, mai isterismi. Mi hanno detto ‘non è possibile che sia il tuo primo film – ricorda ridendo – perché non urli mai…’ L’autorevolezza non è quello, ognuno segue il proprio carattere”.
A proposito di carattere confessa ai ragazzi: “La voce è l’espressione del nostro carattere, ma va sempre accompagnata dall’ascolto. La timidezza mi ha accompagnato per anni, ma ho imparato a trasformarla in forza. L’emozione resta, ed è giusto così: è il rispetto che dobbiamo al pubblico”. Alla domanda su cosa manchi alla sua eclettica carriera, ribatte divertito: “La pittura”. Poi torna serio e spiega come forse potrebbe pensare a una regia teatrale. “Però – precisa – vado avanti così, gli stimoli in ogni settore li trovo sempre, quindi trovo sempre nuovi progetti, ma non è che voglia fare necessariamente una cosa diversa, va benissimo anche riempire già tutti i vari contenitori aperti di cose nuove. Non soffro di horror vacui”. I ragazzi invece gli chiedono quale ruolo sogni ancora di interpretare: “Un tennista! È la mia risposta ricorrente”. E aggiunge: “Mi piacerebbe raccontare la storia di qualcuno che ha fallito e poi è risalito. Perché sbagliare è una grande lezione di vita”.
Di Sherlock Holmes, protagonista del musical portato in scena negli ultimi mesi, Marcorè dice: “È un personaggio che affascina tutti, con quella sua capacità di osservare e unire i dettagli. Mi ci sono ritrovato molto: anch’io vado al mio ritmo, senza fretta. E poi ho trovato una compagnia fantastica: lavorare con persone con cui si sta bene rende tutto più leggero”.
Marcorè è a Giffoni anche per presentare in anteprima Anselmo Wannabe, nuova serie animata composta da 26 episodi da 7 minuti prodotta da Rai Kids per Rai Gulp e RaiPlay, ideata e diretta da Massimo Ottoni e realizzata da Ibrido Studio in co-produzione con Aim Creative Studios. L’attore è la voce narrante del Maestro, unico personaggio parlante della serie: “Una guida ironica, non autoritaria, che accompagna i sogni e le scelte di Anselmo. Un’idea che ho trovato bellissima, perché non impone risposte, ma apre domande. Oggi il lavoro è spesso considerato un metro di giudizio del valore di una persona – sottolinea – ma non sempre questa scala è condivisibile. Questa serie aiuta a pensare con la propria testa, a riconoscere le proprie inclinazioni e a smettere di inseguire modelli imposti. Con ironia e dolcezza, che è la cosa più difficile da trovare”. Infine ai giffoner consiglia: “Coltivate tanti interessi, anche se non hanno un’utilità immediata. Leggere, imparare a memoria qualcosa, studiare una lingua o suonare uno strumento: tutto vi arricchisce, anche se non diventerà un lavoro”.
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