Della nuova Champions e delle prospettive dell’Inter di Chivu ha parlato, sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, l’ex tecnico
Della nuova Champions e delle prospettive dell’Inter di Chivu ha parlato, sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, l’ex tecnico Arrigo Sacchi
La sconfitta dell’Inter nella finale contro il Psg non è stata casuale, caso mai miracoloso è stato il percorso dei nerazzurri prima dell’epilogo, e questa batosta sta lì a dimostrare che le squadre italiane, di cui l’Inter nella passata stagione era la più forte, non sono ancora al livello delle rivali. Il mio non è pessimismo, ma semplice constatazione della realtà. Se insistiamo a mettere, alla base di ogni progetto tecnico, le parole «grinta» e «determinazione», non arriveremo molto lontano. Bisogna puntare sul gioco, sulle idee, avere un’illuminazione che sparigli le carte e ci metta finalmente in condizione di vantaggio. Sul piano economico non possiamo competere con le tedeschi, con le spagnole, con le inglesi e nemmeno con il ricchissimo Psg. Dunque, si deve trovare una strada alternativa che non può che essere, come detto, quella del gioco.
L’Inter ha rinforzato la rosa, ha cambiato allenatore, da quello che ho visto nelle prime uscite mi sembra che ci sia anche un nuovo piano tattico e questo può agevolare il percorso, però è ancora indietro rispetto alle big d’Europa. A mio avviso può avere una buona crescita nell’arco della stagione, perché i giocatori mi sembra che si siano liberati delle scorie lasciate dalla sconfitta contro il Psg, e perché elementi come Bonny, Sucic e Pio Esposito possono contribuire allo sviluppo di tutta la squadra. Se, però, provo a immaginare una sfida, faccio un paio di esempi, contro il Liverpool o ancora contro il Psg, allora devo ammettere che i nerazzurri partirebbero sfavoriti.
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