Seconda parte dell’intervista alla giornalista Sky che ha ripercorso la sua carriera: qui si parla di MotoGP e di musica: “Valentino Rossi come Kurt Cobain. Ho provato le moto in pista, per capire”

27 agosto 2025

Dopo aver trascritto la prima parte dell’intervista a Vera Spadini, ecco qui la seconda parte. Il VIDEO invece lo trovate qui sotto. In questa seconda parte si parla, prevalentemente, di MotoGP.

Secondo me i piloti sono di un’umiltà incredibile rispetto ai calciatori, e ci sono un sacco di differenze…

“Sì, il contatto umano che si crea qua non esiste nel calcio, a parte la vita quotidiana dove noi siamo parte, ognuno ha la sua casetta che è l’hospitality, ci incontriamo, parliamo. La prima volta che siamo entrati nel box con la telecamera così, senza chiedere niente, ho detto “Ma davvero?”. Perché figurati, nello spogliatoio non puoi entrare, nel campo di allenamento ti fanno entrare se c’è la conferenza sennò stai fuori.
Questa è proprio parte della cosa, ed è bellissimo, in più ho costruito dei rapporti qui che mi porterò avanti per sempre, anche con gente che magari non c’è più, che ho conosciuto e adesso ha cambiato, non è più nel giro, ho mantenuto dei rapporti che non sono mai riuscita a costruire così forti nel calcio”

Ti ho sentito dire spesso che tu eri appassionata, ma non seguivi così tanto, quindi hai dovuto studiare parecchio. Ti domando: qual è la tua dieta mediatica sulla MotoGP? Come studi, cosa studi, cosa leggi? Cosa vedi?

“Eh, più che dieta mi abbuffo di di roba. Nel senso che il condurre degli approfondimenti di MotoGP al TG o interessarsene come appassionato è diverso che doverlo raccontare agli altri, perché comunque, visto che il pubblico della MotoGP, come sai, è super appassionato, è preparatissimo, devi dargli tanto, non ci si può accontentare, quindi la preparazione deve essere, secondo me, veramente molto molto ampia e profonda, per cui volevo essere all’altezza di questo ruolo. Ho iniziato a studiare come una matta qualsiasi cosa, approfondire e tutt’ora ogni gara mi ripasso tutte le statistiche di tutti i piloti su quel circuito e tutto quello che è successo nella storia, tutto quello che hanno fatto in questa stagione, cioè faccio un ripasso generale approfondito della storia del circuito, dei piloti… poi sono anche in pista perché volevo studiare non solo la teoria ma anche la pratica”

Ma sei andata su una biposto?

“No, no”

Hai fatto tuta, guidando, hai toccato il ginocchio?

“Sì, certo (ride, ndr), però lì sei talmente lontano da toccare il ginocchio che ti rendi veramente conto cosa vuol dire andare in moto, andare a quella velocità. Poi ho provato la moto più potente e più andavo piano, cioè proprio difficilissimo… le traiettorie, insomma, capisci un sacco di cose nell’andare in pista e ti rendi conto di cosa fanno questi matti piloti”

Sì, infatti a volte dicono delle cose, ‘ho visto sul dashboard’, cioè come come fanno a 250 a vedere anche quello, sono veramente assurdi e rispetto al calcio, che comunque la dinamica di una partita è quella, se l’hai giocato un po’, lo capisci, secondo me il problema nostro è questo distacco che c’è tra chi la racconta e chi ci sale, che è troppo ampio…

“Sì, assolutamente è il bello, no? Poi cioè, forse no, sarebbe bello riuscire a rendere ancora di più”

Ci sono i piloti come Dovizioso, come Luca Marini che cercano un po’ di di fare questo lavoro…

“Sì, sì. Mi ricordo che una volta Dovi ha detto, forse era in Giappone ‘pioveva tanto, quindi non vedevo assolutamente niente!’ e tu dici ‘pure!’, cioè oltre ad andare a quelle velocità, ad avere gli altri che ti sorpassano, tu devi risorpassare e non vedi!?”,

Chi sono le prime persone che hai conosciuto quando sei arrivata in MotoGP?

“Ah, una bella doppietta. Carlo Pernat e Roberto Brivio. Eravamo in Qatar e quindi nella hall dell’albergo, ero con Sandro Donato Grosso e Alessandro Vermini, il nostro operatore “Pillola”, ed eravamo andati ai test 2017, lì subito nella hall ho beccato questa doppietta e ho detto “Ah, interessante la MotoGP””

Come funziona la routine di viaggio per voi di Sky? Cioè, vi muovete in auto, in aereo, in moto, tutti insieme, qualcuno parte dopo?

“Dipende, tipo in Austria andiamo in macchina, però in tutte le altre, la maggior parte, a parte le italiane, veniamo in aereo. Una parte il mercoledì, una parte il giovedì. Io faccio parte del gruppo del giovedì con Guido Meda e Mauro Sanchini, e Paso quando c’è”

Ritorno ai piloti e ai calciatori. Un’altra differenza che secondo me è incredibile è il rapporto con con gli infortuni, perché i calciatori è un tempo a volte indeterminato, mentre i piloti corrono in condizioni che a volte cioè non riescono neanche a mettere la tuta. Questa cosa a me fa sempre una certa impressione…

“A me fa impressione proprio il raffronto pilota – essere umano, perché l’essere umano non riesce a recuperare così in fretta, a fare quelle cose dopo un infortunio. Non so, forse mentalmente hanno una soglia del dolore diversa, non lo so, però sì, è interessante tutto questo”

La soglia del dolore diversa o se è talmente bello quello che fanno che gli dà talmente adrenalina che non gli fa… cioè che hanno proprio voglia di correre, di gareggiare…

“Beh, l’adrenalina è un buon alleato eh, come loro si raccontano quando hanno un po’ di male che poi durante la corsa non sentono, poi lo pagano dopo il dolore, però al momento quello aiuta”

Senti, venendo all’attualità, negli ultimi due anni c’è stata la bellissima sfida tra Bagnaia e Martin, che sembrava aver portato tutto a un livello molto alto, con loro che vincevano, podi eccetera eccetera. Poi però quest’anno è arrivato Marquez che è come se avesse abbassato tutti, avesse detto, “Guardate, è così che si fa”. Come vedi tu questa situazione di quest’anno?

“Mi aspettavo Marquez così, perché otto volte campione del mondo, lo conosciamo. Chapeau, perché dopo quello che ha passato tornare in queste condizioni è sicuramente una ulteriore conferma di quanto grande sia. Non che ce ne fosse bisogno, però quattro operazioni, il rischio di perdere il braccio, di non correre più e torni e fai questo. Stupefacente. La cosa che non mi aspettavo invece è il gap con Bagnaia, perché pensavo, mi aspettavo un bel duello tra loro, che invece purtroppo non c’è stato. Si è proprio inceppato qualcosa nella stagione di Bagnaia, nel suo feeling con la Ducati e questo oltre ad avergli complicato la stagione, peggiorandone anche la situazione, ci ha privato di un duello che secondo me sarebbe stato molto bello. Martin è stato sfortunatissimo, quindi è stato praticamente un soliloquio di Marquez”

Ora, siccome sappiamo tutti che la tua grande passione è la musica, no? Quindi dobbiamo chiudere con qualcosa sulla musica, ma ti hanno fatto tantissime domande su questo argomento. Per cui ti chiedo: la facciamo la domanda sulla musica, di abbinare i piloti a un cantante oppure no?

“Se vuoi sì, ma scusa, allora facciamo una cosa, siccome me l’han fatto a me, ribaltiamo la situazione, ok? Facciamo che io lo chiedo a te. Va bene? Ad esempio, Pecco Bagnaia…”

Ah, Pecco Bagnaia è un frontman!

“Sì. Puoi dirmi sia frontman che gruppi. Ti lascio più opzioni”

È un frontman che è magnetico, ma non è Freddie Mercury, per dire. Quindi direi che è più un riflessivo, direi Michael Stipe dei Rem

“Michael Stipe, ottima chiamata”

Son preparato!

“Vediamo”

Io ti avrei chiesto Quartararo…

“Perché Quartararo in questo momento?”

Perché Quartararo mi sembra un pilota fortissimo, fa una differenza incredibile rispetto agli altri piloti Yamaha, perché anche lui ha un atteggiamento un po’ da Frontman, non alla Freddie Mercury, anche lui è affascinante in modo diverso… direi il cantante dei Blur…

“Sì, forse anche fisicamente un po’ lo ricorda come struttura”

Si chiama Damon Albarn, giusto?

“Certo, sì, Damon Albarn. Io ci devo pensare un attimo, me lo tengo lì un attimo Quartararo, ti chiedo Marquez…”

Eh, Marquez… sai che non ci avevo pensato a Marquez? Marquez… Direi dei Rolling Stones, dai, il cantante…

“Mick Jagger!”

Sì, lui…

“Ah, sì, perché?”

Perché lo vedo scatenato, lo vedo agguerrito, lo vedo… Marquez una volta ha detto “A me non interessano i numeri, io sono ossessionato alla vittoria”. E Mick Jagger lo vedo assessionato dal palco, dalla performance, più che dall’arte…

“Ok, quindi per quello. Io su un articolo che ho scritto su Sky Insider, dimmi se ti piace, l’ho paragonato a Chris Martin”

Marquez?

“Sì. Il cantante dei Colplay. Perché Chris Martin, secondo me, ha proprio questa cosa in comune con Marquez. Bello, bravo, simpatico, con la fidanzata bella, tutto perfetto, famoso in tutto il mondo, dischi e alcune canzoni che sono proprio dei capolavori a livello internazionale, milioni di copie, cioè ha tutto, è talmente perfetto che divide. Marquez è così, ha tutto, è talmente perfetto che divide”

Ok, sì, ci sta in quest’ottica qui!

“Tant’è che citavo anche questa cosa di Bono, che è uno che non si sbilancia molto, no? Bono Vox degli U2. E ha detto “Chris Martin è il numero uno a fare le melodie, ma è anche…” e Bono ha detto una parolaccia bono”

Ok… un mammasantissima diciamo…

“Quindi è un personaggio che attrae tantissimo, ha tanta fama e nello stesso tempo riesce a scatenare queste reazioni di antipatia. E ci rivedo Marquez in questo”

Sì, è vero.

“Poi se volete leggere l’articolo l’ho spiegato molto bene lì”

Ora capisco meglio cosa intendi dire, sì, perché è vero, anche Marquez ha tanti hater, così come Chris Martin, vero…

“E Bezzecchi?”

Bezzecchi è Piero Pelù dei Litfiba, sanguigno così…

“Io avrei detto un Jimi Hendrix, perché è talentuoso e fa un po’ quello che vuole, non nel senso che non segue le regole, però a un modo tutto suo e ispira simpatia”

E Valentino invece a chi lo paragoniamo?

“Per me Valentino può essere un Kurt Cobain, senza tempo. Ha fatto cose che rimarranno nella storia rimanendo sempre easy e fedele a se stesso”

Sì, per me è anche un Freddie Mercury, per la grandezza…

“Sì, ci sta”

Te Kurt Cobain e io Fredde Mercury…

“Sì, che sono agli antipodi!”

Vero, però Cobain stimava Mercury..

“Beh, l’ha citato nella lettera di addio”

Sì, esatto… va bene, abbiamo finito, grazie Vera!