Come metallo è poco conosciuto, ma è estremamente raro, richiesto e costoso. È il rutenio, indispensabile per la creazione degli hard disk e il cui prezzo sfida le leggi del mercato. Metallo nobile del gruppo del platino, il rutenio è essenziale in elettronica avanzata, celle a combustibile, idrogeno verde e chimica fine.
Perché è così importante
Il rutenio è un metallo appartenente al gruppo dei platinici: duro, di colore bianco-argenteo, resistente agli acidi ma soggetto a ossidazione. Viene impiegato in piccolissime quantità per arricchire leghe di titanio, platino e palladio e trova applicazione nella catalisi industriale e nella chimica farmaceutica, oltre a essere oggetto di ricerche mediche. La sua crescente notorietà, però, è legata soprattutto al ruolo cruciale nei dischi rigidi dei computer, gli HDD magnetici.
Il rutenio non immagazzina direttamente i dati, ma costituisce un sottilissimo strato intermedio tra i livelli magnetici dei piatti che li ospitano. Le sue proprietà chimiche e magnetiche consentono di scrivere più informazioni in meno spazio, garantendo al contempo resistenza alla corrosione e prestazioni stabili nel tempo. È proprio grazie a questo metallo se gli hard disk, pur mantenendo dimensioni compatte, possono raggiungere capacità di diversi terabyte: una caratteristica ormai indispensabile nell’era del cloud e dell’intelligenza artificiale.
Il prezzo
Il rutenio aveva già toccato un picco di circa 850 dollari l’oncia nella primavera del 2021, per poi stabilizzarsi negli anni successivi tra i 400 e i 600 dollari. Dall’inizio del 2025, però, il suo valore è tornato a correre fino a superare, a fine luglio, la soglia degli 800 dollari. La domanda cresce in modo costante, mentre l’offerta rimane limitata, intorno alle 30 tonnellate annue.
In condizioni normali, la legge della domanda e dell’offerta porterebbe ad aprire nuove miniere per aumentare la disponibilità e calmierare i prezzi. Ma con il rutenio non è possibile: non esistono miniere dedicate, poiché si tratta di un co-prodotto dell’estrazione del platino, metallo che non attira particolare interesse di mercato. Una situazione simile si verificò con il cobalto, co-prodotto del rame, ma con effetti opposti: la produzione di rame, rimasta stabile, ha generato un eccesso di offerta di cobalto, facendo precipitare il suo prezzo da 80mila a 30mila dollari nel giro di pochi mesi.
Queste oscillazioni non sono episodi isolati, ma rappresentano un terreno fertile per la speculazione. Metalli fino a poco tempo fa confinati ai laboratori diventano strumenti finanziari, inseriti in derivati e fondi specializzati.
I modi per recuperarlo
Ci sono poi aziende che stanno cercando di recuperarlo, evitandone la dispersione ambientale. L’associazione Circular Materials ha annunciato il primo recupero su scala industriale di rutenio e nichel da reflui industriali. Finora, gran parte di questi metalli veniva dispersa o perduta nei processi industriali, ma ora, grazie a un cambio di paradigma tecnologico, tornano a far parte del ciclo produttivo.
La tecnologia SWaP (Supercritical Water Precipitation) sviluppata da Circular Materials permette il recupero selettivo dei metalli direttamente dalle acque reflue, senza generare fanghi tossici, in un processo efficiente e altamente scalabile. L’analisi del ciclo di vita (LCA) mostra vantaggi ambientali significativi: per il rutenio, l’abbattimento delle emissioni rispetto all’estrazione mineraria supera il 99,6%.