La direttrice del Cdc, Susan Monarez

La direttrice del Cdc, Susan Monarez – Ansa

Dalla Fed alla sanità passando per l’intelligence. L’amministrazione di Donald Trump ha adottato una politica di tolleranza zero per chi segue gli ordini del capo avviando così una serie di purghe in alcuni tra i settori più strategici del governo federale che rischiano di finire nel caos come durante la prima presidenza.Come avvenne per Usaid e la cooèerazione internazionale.

Dopo la governatrice della banca centrale americana Lisa Cook, che proprio in queste ore ha presentato ufficialmente la causa contro il presidente per il suo licenziamento, è toccato a Susan Monarez, la direttrice dei Centers for Disease Control (in prima linea durante il Covid e sui vaccini) entrata in carica da meno di un mese. Scienziata che lavora da anni nella sanità pubblica, era stata nominata dopo che Trump aveva ritirato la sua prima scelta, l’ex deputato repubblicano Dave Weldon, un no-vax allineato con le posizioni del segretario alla Salute Robert Kennedy jr. Non come Monarez che, secondo l’ex direttore del Cdc Richard Besser è stata cacciata perché si è rifiutata di licenziare i massimi dirigenti dell’agenzia e di mettere la firma sulle modifiche ai vaccini apportate dal gruppo di consulenti scelto personalmente Rfk jr.

Tesi praticamente confermata dalla Casa Bianca. “Non era allineata con la missione del presidente Trump di rendere l’America di nuovo sana”, ha detto la portavoce Karolinea Leavitt rivendicando il diritto del tycoon di cacciare la funzionaria. “Il segretario le ha chiesto di dimettersi, lei ha rifiutato e Trump l’ha licenziata. Ha il diritto di farlo”, ha aggiunto la funzionaria. Non sono d’accordo i legali di Monarez che hanno accusato il segretario della salute di “aver usato la sanità pubblica come arma per fini politici” e di “aver messo a rischio milioni di vite americane” epurando funzionari sanitari. “Quando la direttrice del Cdc si è rifiutata di approvare direttive antiscientifiche e sconsiderate e di licenziare esperti sanitari ha scelto di proteggere gli americani idi un’agenda politica”, hanno attaccato gli avvocati Mark S. Zaid e Abbe Lowell in una nota. “Per questo motivo, è stata presa di mira”. Monarez è pronta a dare battaglia, come Cook, ma la disputa potrebbe creare altri problemi all’agenzia, ancora sotto shock per l’attentato al suo quartiere generale di Atlanta l’8 agosto.

Dopo l’attentato nel quale è morto un agente di polizia, tutti i dipendenti sono stati messi in smart-working per motivi di sicurezza. E nei prossimi mesi sarà rafforzata la presenza di agenti di guardia nella sede di Washington, la più importante dopo la Georgia.
Ma epurazioni e caos ci sono anche nell’intelligence. Quattro giorni dopo il vertice tra Trump e Vladimir Putin, in Alaska l’agente della Cia più esperta di Russia, che aveva lavorato giorno e notte con il team del presidente per preparare l’incontro, è stata cacciata all’improvviso. Una carriera di 29 anni stroncata in pochi minuti mentre era in attesa di una promozione in Europa approvata già dal direttore della Cia John Ratcliff. Non solo, la direttrice dell’intelligence nazionale, Tulsi Gabbard, ha spiazzato la Cia inserendo il nome dell’agente sotto copertura in un elenco postato su X di 37 dirigenti, attuali ed ex, a cui aveva revocato i nullaosta di sicurezza. Secondo il Wall Street Journal Gabbard non sapeva che l’agente stesse lavorando sotto copertura e il suo ufficio non si è consultato con la Central intelligence agency prima di pubblicare la lista.