Nello sport così come nella vita non bisogna mai dare qualcosa per scontato. Diventa così doveroso sottolineare come la Pallacanestro Reggiana, anno dopo anno, stia costruendo e rinnovando un record che dà lustro a tutta l’organizzazione. Il prossimo ottobre, infatti, il club biancorosso inizierà la quattordicesima stagione consecutiva in Serie A. In 50 anni di storia della palla a spicchi nella nostra città non si era mai vista una continuità del genere e, per questo motivo, parlare di ‘età dell’oro’ non è affatto esagerato. Un’epoca che già adesso va catalogata come indimenticabile e che iniziò nella primavera del 2012, quando arrivò la promozione con il gruppo targato Trenkwalder. Un roster profondo, in cui coach Menetti trovò la sintesi perfetta tra Dawan Robinson, Donell Taylor, Michele Antonutti e Riccardo Cervi e tanti altri ‘gregari’ come, per esempio, Fabio Ruini. Quello fu l’inizio di un percorso che poi portò al primo trofeo internazionale (l’Eurochallenge del 2014) alla Supercoppa (settembre 2015) e alle due finali scudetto (2014 e 2015) che ancora oggi rievocano un mix di rimpianti e orgoglio difficile da scindere e soppesare. Guardando indietro si capisce ancor di più come il momento sia speciale perché prima di questi 14 stagioni consecutive in Serie A la Pallacanestro Reggiana era riuscita, al massimo, a infilarne tre.
Andando a ritroso, il ‘triennio’ più recente risale al 2004-2007, quando la Bipop Carire di Frates salì in Serie A con Garris, Young e compagnia e poi purtroppo ci fu la retrocessione con Menetti che, subentrando ad un Pasquali in grave difficoltà, non riuscì ad evitare il peggio nonostante un rush finale con diverse vittorie. Un altro triennio fu messo in piedi dal 1997 al 2000, quando alla promozione targata Basile e Consolini si aggiunse la mitica stagione del ’98, con la cavalcata playoff che portò fino alla semifinale scudetto con la Fortitudo Bologna dopo aver fatto gli scalpi a Milano e Benetton Treviso.
Poi nel 2000 un altro scivolone in A2. Ancor prima ci fu il biennio 1993-1995, ma anche un’altra discesa agli inferi nonostante le magie del ‘Professore’ Mike Mitchell e ai buoni apporti dei giovani come Alex Davolio e David Londero. Insomma, quattordici campionati consecutivi in Serie A sono davvero qualcosa di unico per una città come Reggio. Un patrimonio da difendere con le unghie e con i denti. Senza darlo per scontato, in alcun modo.
Francesco Pioppi