È qui, forte del successo de Il Grande Gatsby, pubblicato l’anno prima, che F. Scott Fitzgerald, seduto davanti alla luce dorata del Mediterraneo, si immerse nella scrittura di nuovi racconti e diede vita alle prime pagine di quello che sarebbe diventato il suo romanzo più intimo: Tenera è la notte. La sua stanza preferita era la numero 50, al primo piano, l’unica di tutto l’hotel con una terrazza arredata. Facile immaginarselo lì, intento a leggere, prendere appunti, creare. Rigorosamente vista mare. Alla fine dell’estate, i Fitzgerald lasciarono la Riviera. Non sarebbero più tornati. Ma il ricordo di quella villa sul mare, della luce morbida di Antibes e del battito lento di un’estate perfetta, li avrebbe accompagnati per sempre. Un piccolo, incantato paradiso — sospeso nel tempo. Oggi la Zelda Suite e la Scott Suite custodiscono quell’eco creativa, tra carta da parati Hermès, tende e balconi da cui respirare poesia e orizzonti marini.
Courtesy Hôtel Belles Rives
Le Photographe du Dimanche
Courtesy Hôtel Belles Rives
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L’incontro fatale che cambiò tutto (alla fermata del bus!)
Riavvolgiamo il nastro. Prima dei Fitzgerald, i nonni dell’attuale proprietaria, Marianne Estène‑Chauvin, si incontrarono per caso a una fermata del bus: lui, Boma, emigrato russo diretto a New York; lei, Simone, francese di famiglia albergatrice, che lo ospitò per la notte. Boma non proseguì: si innamorò del luogo, della donna e della Côte d’Azur. Nel 1929 acquistarono la villa, trasformandola nel primo hotel “les pieds dans l’eau” della Costa Azzurra. Durante la Seconda Guerra Mondiale l’hotel fu chiuso: alla riapertura, i tetraedri antinbarco tedeschi furono utilizzati come fondazione per la spiaggia e la jetée. Trent’anni dopo, Marianne — alla spalle una carriera nell’arte contemporanea — raccolse l’eredità. Consapevole del valore Art Déco, collaborò con lo zio Casimir. In qualità di Presidente, aprì l’hotel tutto l’anno, diede al ristorante il nome La Passagère, e ottenne il riconoscimento dell’hotel come bene del patrimonio del XX secolo. Seguirono: l’acquisizione dell’Hôtel Juana, la fondazione del Belles Rives Group (2006), l’apertura del Bistro Terrasse, la riqualificazione della spiaggia con ristorante aperto tutto il giorno e i celebri DJ set Villa Rosa del giovedì. Nel 2016 La Passagère conquistò la sua prima stella Michelin, grazie al talento di Aurélien Véquaud e Steve Moracchini. Nel 2017 entrò in gioco la quarta generazione, suo figlio Antoine Estène‑Chauvin, oggi Presidente: nel 2023 guidò i due progetti chiave — il restyling del Fitzgerald Bar e l’apertura di Paseo, ristorante conviviale dal décor botanico e contemporaneo.
Courtesy Hôtel Belles Rives
Le Photographe du Dimanche
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“Così come gli artisti esprimono la propria storia e le proprie esperienze attraverso l’arte, anch’io mi sono ispirata alla mia storia personale per creare l’Hôtel Belles Rives. È lì che mi sento a casa, e i nostri ospiti vivono con questa proprietà un legame unico, costruendo i propri racconti di felicità attraverso il prisma dei ricordi di vacanza”.
Marianne Estène-Chauvin
L’architettura del Belles Rives, preziosa testimonianza Art Déco
All’origine fu una villa privata. Costruita nel 1903 in stile neo-normanno su progetto dell’architetto Paul Mouren, la Villa Saint‑Louis guardava la baia di Juan-les-Pins come un rifugio tranquillo, discreto. Ma fu solo tra il 1930 e il 1931, dopo la sua trasformazione in hotel, che assunse l’identità architettonica che ancora oggi la definisce. A firmare l’intervento fu César Cavallin, che aggiunse un piano e una nuova ala, imprimendo all’edificio il segno inconfondibile dello stile Art Déco, con geometrie sobrie e dettagli preziosi. Ancora oggi, il Belles Rives custodisce elementi originali dell’epoca: i lampadari e le plafoniere in alabastro e bronzo, gli arredi firmati Victor Gillino, le grandi finestre proiettate verso l’orizzonte. Ogni ambiente rivela un’attenzione puntuale alla composizione degli spazi e alla luce naturale, tra proporzioni eleganti e materiali nobili. Nel corso dei decenni, il lavoro di aggiornamento è stato affidato ad architetti come Emmanuel Copello, Marcel Guilgot e Christian Macé, che tra il 1946 e il 1995 hanno reinterpretato reception, bar, sala da pranzo e fumoir con discrezione e rispetto. L’essenza Art Déco è rimasta intatta: marmi chiari, volte argentate, mosaici veneziani e una facciata in pietra scolpita con un raro motivo a “scaglie di tartaruga” restituiscono l’atmosfera autentica degli anni Trenta. Alcuni mobili d’epoca, realizzati in legni rari da un ebanista di Nizza, sono ancora oggi in uso, parte viva di una narrazione che attraversa il tempo.
Courtesy Hôtel Belles Rives
Le Photographe du Dimanche
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Anche il ristorante gourmet dell’hotel, La Passagère, è un omaggio all’eleganza. Recentemente rinnovato dal designer Olivier Antoine, già noto per il suo lavoro con i Thermes Marins di Monte-Carlo, lo spazio alterna linee pure e materiali naturali. Il pavimento in marmo di Carrara incornicia un vivace mosaico centrale; i grandi lampadari in vetro soffiato diffondono una luce calda e avvolgente. Sulle tavole, porcellane Bernardaud dipinte a mano con scene ispirate al paesaggio mediterraneo dialogano con lo sfondo marino visibile dalle vetrate. Il foyer conserva murales Art Déco originali, testimoni silenziosi di un’epoca fatta di eleganza sobria e spirito mondano.
Oggi l’Hôtel Belles Rives di Cap d’Antibes conserva la sua magnifica atmosfera d’antan e un po’ fané tipica degli hotel che custodiscono storie senza cancellarle, in tutte le sue 43 camere e suite con balcone affacciato sui giardini o sul mare. Gli arredi originali dialogano con complementi più contemporanei disegnati sempre da Olivier Antoine: l’ascensore a gabbia, i vetri colorati, i tappeti a righe e l’arte astratta — dettando un presente sospeso tra passato e modernità. Scordatevi televisori hi tech e domotica, per intenderci. Qui il tempo si è fermato.
Ritorno alla Riviera dei sogni
Last but not least: Belles Rives si unisce oggi a Le Provençal, il celebre ex grand hotel rinato come residenza privata. Appena qualche passo separa le due proprietà su Boulevard Edouard Baudoin. Un tempo testimoni dell’età dorata della Riviera, quando Fitzgerald e Zelda danzavano tra gin fizz e risate, mentre Picasso osservava le ombre allungarsi sul mare, ora, grazie a questa sinergia, gli inquilini di Le Provençal non acquistano semplicemente una proprietà: entrano in un ecosistema di bellezza e servizio. La concierge del Belles Rives non si limita a prenotare tavoli o auto con driver. Offre accesso privilegiato a cene sotto le stelle a La Passagère, giornate in spiaggia al Bar Fitzgerald, rituali di benessere nel corner spa Valmont. Ogni richiesta – dalla lezione di danza per i bambini al noleggio di una Bentley – è accolta. Nel cuore di Le Provençal, completamente restaurato secondo i codici più puri del gusto Art Déco, si cela un mondo privato: spa con piscine mosaicate, hammam, cinema per sedici ospiti, giardini profumati di pini e lavanda, e attici panoramici dove la vista che arriva fino a Montecarlo.