Kimi Antonelli si era imposto di staccare la spina. Il programma è stato rispettato, prima meta l’isola di Santorini, a seguire tappa in Sardegna ma…“dopo un po’ ho iniziato a scalpitare e mi sono ritrovato a girare su un kart”.

L’ultima settimana prima di far rotta su Zandvoort è stata dedicata al training, per recuperare peso. “È normale che si perda qualche chilo durante la stagione perché i tempi sono così stretti da non consentire un programma di allenamento costante. In più dopo una gara perdi almeno due chili, e non sempre si riesce a recuperare prima della successiva”.

Antonelli riparte da Budapest, weekend nel quale, a dispetto del risultato finale, ha ritrovato il feeling con la monoposto. “Avrei voluto tornare in pista la settimana successiva, non sarebbe stato un problema rinunciare alle vacanze”. La decisione presa dei vertici della Mercedes dopo la difficile tappa di Spa (abbandonare la nuova sospensione posteriore per tornare alla versione precedente) ha dato i frutti sperati in termini di feeling, proprio ciò che è mancato a Kimi dopo il weekend di Montreal.

Andrea Kimi Antonelli, Mercedes

Andrea Kimi Antonelli, Mercedes

Foto di: Simon Galloway / LAT Images via Getty Images

“La macchina resterà la stessa fino alla fine dell’anno, non credo che porteremo altri aggiornamenti, arriveranno solo piccole novità. Per me è una notizia positiva perché mi aiuterà a ricostruire quella fiducia e quella confidenza che avevo un po’ perso da quando è stata introdotta la nuova sospensione”.

“Durante la pausa estiva ho analizzato quanto fatto nella prima parte stagione, ed emerge chiaramente che nelle prime sei gare sono riuscito a raggiungere una buona confidenza con la monoposto, ho potuto assimilare il suo comportamento. Poi da quando siamo passati alla sospensione nuova ho iniziato a fare dei passi indietro”.

C’è il rebus Canada, gara in cui la Mercedes ha vinto con George Russell e nella quale Antonelli ha conquistato il suo primo podio in Formula 1 con…la sospensione nuova. “Si è sposato tutto bene con la configurazione della pista di Montreal, su quel tracciato tutte le frenate sono dritte, seguite da curve lente e ripartenze. In quella sequenza la sospensione nuova funzionava benissimo ed è per questo che siamo andati così forti”.

“Ma in tutti gli altri circuiti sui quali abbiamo fatto tappa è stato un problema soprattutto per il mio stile di guida, la macchina è diventata più imprevedibile soprattutto nelle curve veloci, ed io faccio sempre molto combinato, chiedo molto alla macchina, due caratteristiche che non si sposano bene con la nuova sospensione perché innescavano una certa instabilità. Così mi sono ritrovato a rincorrere uno stile di guida che non era il mio, con il risultato di non raggiungere la performance che avrei voluto”.

Il problema ora è alle spalle, ma Antonelli ha fatto tesoro di una situazione problematica. “Sono consapevole che una situazione simile si potrebbe ripresentare in futuro, ed è chiaro che serve sapersi adattare nel miglior modo possibile e il più velocemente possibile. Negli ultimi weekend di gara ho fatto veramente molta fatica non riuscendo praticamente ad adattarmi e a trovare un modo per guidare, come invece è riuscito a fare Russell. Poi da Budapest la situazione è migliorata, ho ritrovato la giusta confidenza”.

Nei dieci weekend di gara che attendono Antonelli l’obiettivo è chiaro. “Voglio sicuramente ritrovare la costanza nei risultati e mettere nel weekend tutto insieme nel modo migliore. A Budapest il fine settimana era iniziato bene con tre buone sessioni di prove libere e una buona Q1, poi dopo è successo quello che è successo. Sta a me mettere tutto insieme, cercando di fare meno errori possibili e anche di mettere a segno il giro quando è cruciale farlo, so che il potenziale c’è ed è alto, alla fine se si riesce a fare tutto questo i risultati arrivano di conseguenza”.

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