Il reflusso gastroesofageo colpisce tra il 10 e il 20% della popolazione adulta e non è soltanto un disturbo digestivo che tra l’altro peggiora con il caldo. Una recente metanalisi di 45 studi condotti tra il 1997 e il 2024 conferma infatti che questa patologia aumenta il rischio di sviluppare diverse malattie polmonari. C’è però anche una buona notizia: un trattamento adeguato del reflusso gastroesofageo sembra ridurre in modo significativo questo pericolo.
Un lungo elenco di problemi polmonari
La metanalisi, pubblicata su Frontiers in Cell and Developmental Biology, è stata condotta da un team dell’Università del Sichuan, in Cina.
I risultati hanno confermato con maggiore evidenza scientifica quanto già rilevato da lavori precedenti: i pazienti con reflusso gastroesofageo presentano un rischio aumentato non solo di asma e polmonite, ma anche di bronchite, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), infezioni polmonari micobatteriche, fibrosi polmonare, malattia polmonare interstiziale, bronchiectasie (caratterizzate da una dilatazione abnorme e permanente dei bronchi), danno polmonare acuto, embolia polmonare, tubercolosi polmonare e cancro ai polmoni.
Perché il reflusso danneggia la respirazione
Secondo i ricercatori cinesi, il legame tra reflusso gastroesofageo e patologie respiratorie si spiega attraverso diversi meccanismi. Innanzitutto, la microaspirazione di acido e contenuto gastrico può risalire fino alle vie aeree, irritandole e favorendo così la comparsa di infezioni. L’acido può inoltre stimolare negativamente alcune specifiche terminazioni nervose che, attraverso il nervo vago, inducono una broncocostrizione e una conseguente infiammazione dei tessuti polmonari.
Ma non è tutto: in alcuni casi la presenza di acido per effetto del reflusso gastroesofageo innesca anche il rilascio di mediatori infiammatori , come citochine e istamina, che raggiungono i polmoni attraverso il sangue causando il peggioramento di malattie come asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). Infine, è stato osservato che il reflusso prolungato indebolisce le difese locali delle vie aeree, aumentando la suscettibilità a polmonite e fibrosi, e che un’eventuale irritazione persistente può addirittura contribuire allo sviluppo di un tumore dei polmoni.
Come bloccare il reflusso gastroesofageo
Gli autori dello studio evidenziano l’importanza di eseguire uno screening precoce delle malattie polmonari nei pazienti con reflusso gastroesofageo, per poi mettere in atto un piano di soppressione dell’acido basato su terapie farmacologiche e l’adozione di uno stile di vita sano. Nei pazienti trattati regolarmente, infatti, non è stato osservato un aumento significativo dell’incidenza di malattie polmonari.
Il reflusso gastroesofageo è un disturbo digestivo assai comune, indotto dal fatto che il contenuto acido dello stomaco risale nell’esofago, causando sintomi come bruciore di stomaco, rigurgito acido, tosse cronica e dolore toracico. I fattori di rischio comprendono età avanzata, obesità, fumo, consumo di alcol e una dieta ricca di grassi.
Il trattamento del reflusso gastroesofageo combina il ricorso a farmaci antiacidi e a inibitori di pompa protonica (che bloccano la produzione di acido cloridrico nello stomaco) insieme con cambiamenti nello stile di vita: perdere peso, evitare pasti abbondanti o serali, dormire con il busto leggermente sollevato e ridurre alimenti che favoriscono il disturbo, come caffè, cioccolato e fritti.