I centri specializzati nella sola applicazione di smalto sono oltre 3mila – Pexels
Se farà discutere le avventrici di parrucchieri e centri estetici, il motivo non è certo che si tratta di un argomento frivolo. Il fatto è piuttosto che la notizia dell’entrata in vigore, il prossimo 1° settembre, di una lista aggiornata di sostanze cosmetiche proibite in Unione Europea riguarda proprio i saloni di bellezza e in particolare quelli che si occupano di manicure e pedicure.
Con il regolamento 877, approvato il 12 maggio 2025, la Commissione Europea ha messo al bando il Trimethylbenzoyl Diphenylphosphine Oxide, in sigla Tpo, e il Dimethyltolylamine, spesso abbreviato in Dmpt: si tratta di due composti chimici normalmente impiegati nell’applicazione di gel e smalti semipermanenti, quella versione della manicure che prevede di far indurire il colore sotto un’apposita lampada ultravioletta, e che gli esperti hanno evidenziato come potenzialmente cancerogene e tossiche per la fertilità e lo sviluppo del feto, secondo quanto evidenziato da studi condotti sugli animali.
Dal 1° settembre non solo sarà vietato commercializzare colori, basi e rafforzanti che contengano le due sostanze ma anche continuare a utilizzare i prodotti che li hanno in etichetta. Avere in magazzino delle scorte di smalti intonsi ma non esenti da Tpo e Dmpt non sarà considerata una scusa: bisognerà smaltirle (anche se non è ancora chiaro se riaffidandoli ai produttori o occupandosi direttamente del conferimento) per non incorrere nelle sanzioni che ciascuno stato membro ha stabilito per eventuali inadempienze e violazioni. L’Italia, per esempio, prevede una multa da 2mila a 15euro e la reclusione da sei mesi a due anni.
La misura fa discutere gli addetti ai lavori che lamentano i costi dell’adeguamento e promettono un aumento del prezzo del trattamento (che già ad oggi non è a buon mercato e si aggira intorno ai 30-40 euro per un’applicazione semipermanente e 50-60 per quella gel). I commissari però ricordano che la misura non è piovuta dal cielo: l’approvazione risale a maggio, la sua discussione addirittura a ottobre 2023, e c’era tutto il tempo per mettersi in regola; cosa che in effetti hanno fatto le aziende produttrici di smalti, correggendo il tiro delle proprie formulazioni in vista dell’entrata in vigore della nuova norma. La maggior parte dei prodotti utilizzati, infatti, contenevano le due sostanze ora incriminate: il che potrebbe forse creare qualche allarmismo nelle habitué della manicure duratura.
Negli ultimi anni, infatti, spinti anche dai trend sui social, la cura delle unghie ha conosciuto un vero e proprio boom. Secondo Confcommercio, i servizi di manicure e pedicure rappresentano circa il 2 per cento dell’intero comparto estetica (pari a circa 3.200 esercizi commerciali), anche se a questi bisognerebbe aggiungere gli istituti di bellezza – che pesano sul settore per il 28 per cento – visto che almeno metà dei centri offre anche un servizio di cura per le unghie. Un altro dato si può estrapolare dalla Confederazione nazionale dell’artigianato, per la quale le imprese registrate in ambito estetico in Italia sono oltre 42.600.
Meglio, dunque, ricapitolare e fare chiarezza.
Cosa sono le sostanze
Il Trimethylbenzoyl Diphenylphosphine Oxide, in sigla Tpo, è un fotoiniziatore essenziale per la polimerizzazione degli smalti in gel sotto luce UV; il Dimethyltolylamine, spesso abbreviato in Dmpt, un condizionante che migliora l’adesione dei prodotti come primer e gel.
Entrambe le sostanze erano molto impiegate nelle basi, nel gel builder e nei top coat per la loro capacità di accelerare la polimerizzazione e consentire il fissaggio tramite le lampade ultraviolette e Led.
Il Regolamento Ue 2025/877 della Commissione Europea ha modificato l’allegato II del Regolamento 1223 del 2009, la legge quadro per i cosmetici in Europa, aggiungendo le due sostanze all’elenco degli ingredienti vietati nei cosmetici perché potenzialmente cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione secondo quanto stabilito dall’Agenzia europea per le sostanze chimiche a partire da studi sugli animali.
Per chi sono pericolose?
Il rischio sussiste soprattutto per inalazione, contatto diretto e assorbimento cutaneo del prodotto quando non è ancora asciugato. Per questo motivo le più esposte ad eventuali effetti pericolosi delle sostanze sono le professioniste del settore che lavorano a lungo e a stretto contatto con il prodotto, dovendone gestire l’applicazione.
Le clienti, anche le più assidue, ne fanno un uso più sporadico. Bisogna però prestare attenzione che la polimerizzazione – ovvero il processo di essiccazione dello smalto – avvenga correttamente, siano rispettati i tempi e vengano usate lampade Uv a norma che polimerizzano alla stessa lunghezza d’onda degli smalti applicati.
Come ci si può tutelare?
Si può controllare l’Inci, ovvero l’elenco delle sostanze nei prodotti applicati e preferire le formula Tpo e Dmpt-free, o chiedere al salone il rispetto di queste caratteristiche. Lo stesso andrebbe fatto per le lampade Uv/Led.
