Un nuovo studio scientifico, recentemente pubblicato e ad accesso aperto su JAMA Health Forum (luglio 2025), ha stimato le vite e gli anni di vita effettivamente salvati dalla vaccinazione anti‑COVID‑19 a livello globale nel periodo 2020–2024. L’autore principale dello studio, John P. A. Ioannidis, è un’autorità indiscussa del settore: professore presso la Stanford University e direttore del Meta‑Research Innovation Center (METRICS) a Stanford, nonché figura di spicco nella ricerca sulla qualità della scienza e nell’analisi critica delle evidenze. La sua reputazione scientifica è solida e riconosciuta a livello globale.

Obiettivi e metodologia dello studio

Lo studio ha analizzato il numero di morti e di anni di vita guadagnati (life‑years saved) grazie alla vaccinazione anti‑COVID‑19, distinguendo gruppi per età, situazione abitativa (residenza in comunità o in strutture di lungo‑soggiorno) e fasi pre‑Omicron e Omicron.

I dati principali emersi

Di seguito i principali dati emersi dallo studio scientifico:

  • Vite salvate: più di 2,5 milioni di morti evitate a livello mondiale, pari a 1 morte evitata ogni 5.400 dosi somministrate.
  • Anni di vita salvati: circa 14,8 milioni di anni‑vita guadagnati, corrispondenti a 1 anno di vita salvato per ogni 900 dosi vaccinali.
  • Margine di incertezza: le analisi di sensitività stimano un intervallo fra 1,4 e 4 milioni di vite e fra 7,4 e 23,6 milioni di anni‑vita salvati.

Ma i benefici sono concentrati sugli anziani

L’aspetto più rilevante dello studio, però, è che i benefici del vaccino sono limitati solo ed esclusivamente agli anziani. Che erano gli unici a rischio per il Covid-19, come per anni hanno sostenuto i critici degli obblighi vaccinali e dei Green Pass per tutti. Infatti dallo studio emerge quanto segue:

  • Il 90% delle vite salvate riguarda persone di 60 anni o più.
  • Il 76% degli anni‑vita guadagnati è attribuibile allo stesso gruppo.
  • Al contrario, bambini e adolescenti rappresentano solo lo 0,01% delle vite salvate e lo 0,1% degli anni‑vita guadagnati; i giovani adulti (20–29 anni) si attestano su appena 0,07% delle vite salvate e 0,3% degli anni vita salvati.

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Le conclusioni degli autori

Lo studio conferma un beneficio globale evidente dalla vaccinazione nei primi cinque anni di pandemia, ma in modo piuttosto conservativo rispetto ad analisi precedenti: la quasi totalità dei vantaggi si è osservata soprattutto nelle fasce di età più anziane, .

Il quadro delineato dallo studio è chiaro: la vaccinazione anti-COVID ha salvato milioni di vite e ha prolungato anni di vita, grazie soprattutto alla protezione degli anziani. Tuttavia, tra i giovani sani il beneficio è risultato molto limitato, con impatti praticamente trascurabili sul totale delle vite salvate. E lo studio non considera le ripercussioni degli effetti collaterali, che rendono la vaccinazione per i giovani palesemente dannosa.

Da oggi, questo è il consenso della scienza, grazie a una pubblicazione rigorosa, trasparente e firmata da un’autorità riconosciuta come Ioannidis. Quindi, se per anni qualcuno aveva sostenuto che vaccinare i giovani sani non fosse indispensabile – e veniva tacciato di negazionismo scientifico o addirittura di complottismo – oggi può rivendicare: quella posizione trova corroborazione in un’evidenza solida e autorevole. È un vero e proprio “riscatto scientifico” per chi aveva evidenziato quei dubbi in buona fede ed era stato troppo frettolosamente etichettato come un eretico. “Lo dice la scienza“, da oggi, è al contrario: vaccinare i giovani sani per il Covid-19 non serviva a nulla.