Venticinque anni fa entrava nella storia della televisione italiana senza saperlo. Era il 2000, era la prima edizione del Grande Fratello, ed era la prima volta che il pubblico si affacciava a un reality show. Lei, Cristina Plevani, bagnina di Iseo, con il cuore trasparente e le emozioni a fior di pelle, vinceva tutto. Vinceva il programma, vinceva la fiducia del pubblico, vinceva, soprattutto, il coraggio di essere se stessa, in un tempo in cui farlo davanti a milioni di persone non era affatto semplice. Non c’erano ancora i social, non c’era ancora la consapevolezza della sovraesposizione, ma c’era già il peso di una fama ingestibile, arrivata tutta insieme. E lei l’ha portata sulle spalle, da sola.
Orfana di entrambi i genitori, con una vita che le ha messo spesso i bastoni tra le gambe, Cristina ha continuato a camminare a testa alta, con onestà, con fatica, senza mai barattare la sua autenticità per un like o un applauso. Si è allontanata per un pò dalla televisione, ma mai da chi l’ha amata. E oggi, dopo venticinque anni, è tornata, è salita su un altro palcoscenico, quello dell’Isola dei Famosi, ed è scesa di nuovo da vincitrice. Un cerchio che si chiude. O forse che si apre, con tutta la consapevolezza di una donna che ha lottato, ha sofferto, ma ha sempre tenuto fede a se stessa.
Perché Cristina non ha mai recitato un copione. Cristina è stata. E quando sei così, puoi anche sparire per un po’, ma non vieni mai davvero dimenticata.
Vincere un reality 25 anni dopo il primo. Che effetto fa?
È una bella sensazione. Ho scelto di fare L’Isola proprio perché cadeva il 25° anniversario del Grande Fratello. Mi piaceva l’idea, il 25 è un bel numero, se fosse stato l’anno scorso o il prossimo, forse non avrei accettato, ma così sembrava un compleanno speciale. All’inizio dicevo che vincere sarebbe stata la ciliegina sulla torta. Alla fine, con la fame, era diventata una palla di profiterol, ed è stato proprio così.
Quando sei partita, cosa speravi di trovare? E cosa hai trovato davvero?
Sono partita il 3 maggio, e mentre chiudevo la porta di casa mi veniva da piangere, non ero entusiasta come a 28 anni, ero terrorizzata. Mi stavo allontanando dalla mia comfort zone, da quel posto sicuro dove nessuno mi vede. Avevo paura di farmi male, anche solo fisicamente, ma sapevo che la mia testa era forte, che non avrei sofferto la solitudine. L’unica mancanza era Nano, ma sapevo che stava bene.
La sorpresa è stata il lavoro interiore che ho fatto: sono arrivati i fantasmi legati a mamma e papà. Lo sapevo che sarebbero venuti a galla, ma non immaginavo in che forma. Ho buttato fuori tanto, e oggi mi sento più leggera.
Ti sei allontanata dalla TV per anni. È stata una scelta? E cosa ti ha spinto a tornare?
Non so se sia stata una scelta, è stato naturale. All’inizio non avevamo la testa per reggere un’esposizione del genere, nessuno può capire cos’è stato il primo Grande Fratello. Uscire di casa era impossibile, e la TV non era pronta a gestire quel successo, nessuno di noi ha fatto vera carriera in televisione, a parte qualche eccezione. A un certo punto ho detto: le bollette si pagano, torniamo al mio lavoro. Ho i brevetti per la piscina, ho continuato lì. La TV non offriva concretezza, oggi, con i social, è diverso. All’epoca non c’erano strumenti per restare visibili. Adesso li sto usando anche io, anche se ci arrivo tardi, ma mi sono rimessa in gioco con razionalità, non per tornare famosa. Perché oggi i social possono servire anche a lavorare.
Quante telefonate hai ricevuto dopo la vittoria?
Più che telefonate, una marea di messaggi su WhatsApp. Spesso da numeri che non avevo salvato, gente che non sentivo da anni. E ti dico, se non metti il nome nel messaggio, io manco so chi sei. Rispondo a tutti, ma su Messenger o Instagram è un disastro: notifiche perse, cartelle nascoste, messaggi di 20 settimane fa. Alcuni li perderò per sempre. Ma telefonate vere, poche, ormai nessuno chiama più. Forse è meglio così.
Con Mario Adinolfi sull’Isola è nata un’amicizia inaspettata. Raccontamela.
Mario ha le sue idee, ma non rompeva le scatole su questo, non imponeva nulla. Lì era un uomo, non un personaggio, io sono un diesel, mi prendo il mio tempo per capire le persone. Con lui ho parlato spesso, anche quando non c’erano le telecamere, non era per convenienza. L’ho conosciuto davvero, è uno che mi scrive, mi chiama, si informa su come sto. E quando mi ha raccontato di come sua moglie l’ha conquistato, ho pensato: “Altro che patriarcato, qui comanda lei”. Ha una moglie con gli attributi, come dice lui, e anche sull’Isola, se gli dicevi di lavare il cocco, lo faceva: “Mio padre ti avrebbe detto di fartelo da solo”. Ho conosciuto l’uomo, e mi ha fatto piacere.
Il ritorno a casa com’è stato? E Nano?
Appena uscita dall’aeroporto, ho trovato amici ad aspettarmi, festa, lavatrici, e poi subito da Nano, che era un po’ frastornato. Tanti rumori, bambini, altri cani, mi annusava, ma non era sicuro. La vera festa l’ha fatta il giorno dopo, quando gli ho messo la pettorina per tornare a casa: ha iniziato a guaire, a riconoscere tutto. È stato bellissimo. Gli amici hanno organizzato una festa fuori dal bar che frequento da 30 anni, c’erano cugini, amici d’infanzia, ma la cosa più bella è che a Iseo la gente mi ferma e mi dice che in TV hanno visto la stessa Cristina che conoscono per strada. Sono stata me stessa, anche sull’Isola. E questo, per me, è il riconoscimento più grande.
Pechino Express: ci candidiamo?
Ire, sai quanti mi hanno chiesto di fare Pechino Express insieme? Ma adesso, pensare di fare un altro viaggio, no grazie. Mollare di nuovo Nano? Ancora no. Vivo sul lago, sto bene, non sento il bisogno di scappare. Magari più avanti. Ma ora mi godo casa mia.
Sentivi il bisogno di dimostrare qualcosa?
No. Non ho mai pensato di dover dimostrare che la vittoria del GF non fosse un caso. A me bastava sapere che la gente mi ha votata, che piaccio ancora. Certo, sapevo di essere cambiata: più fredda, meno romantica, più razionale, sono passati 25 anni, è normale. All’Isola volevo divertirmi, ma poi lì non mi veniva da ridere, mi sentivo seria, distante. E lo dicevo anche ai ragazzi: a casa sono la caciarona del gruppo, ma lì non si è creato il clima giusto. E poi, diciamolo: le mie battute sono spesso da censura, meno male che non mi è scappato niente!
L’amicizia nei reality esiste?
Io ho sempre detto che in un reality l’amicizia è un rischio. Se ti affezioni, poi ti ritrovi a dover nominare qualcuno che ti piace, e non ci riesci. Io, per come sono di carattere, farei una fatica boia. Quindi meglio mantenere un distacco sano, poi certo, ci sono affinità, ma è un gioco. Fuori, con alcuni ci si scrive, si ride, si ricordano momenti belli, ma a parte Mario, non è rimasto molto altro. E va bene così.
Una cosa che non hai mai detto in un’intervista?
Mannaggia, no. Credo di aver detto tutto. Sono logorroica, quando parlo non mi fermo più. Non ho segreti, però va bene lo stesso: stamattina ho mangiato una banana tagliata come i bambini, con la marmellata sopra. E adesso vado al mercato. E Nano ha appena fatto pipì davanti alla porta, direi che anche questa è una bella esclusiva.
Progetti per il futuro?
Eh, bella domanda. La verità? Non ne ho idea. Per ora mi godo l’estate a Iseo, e intanto faccio la bresciana: ho già contattato quello delle tapparelle perché una è rotta e non sale né scende. Poi ho risentito il muratore che l’anno scorso doveva sistemarmi il terrazzino: ci sentiamo settimana prossima. E già che ci sono, voglio cambiare il letto. Insomma, il mio futuro prossimo è fatto di preventivi, piastrelle e magari anche una rinfrescata alle pareti di casa. Vacanze? No grazie, devo pagare tutto questo. Progetti veri per monetizzare non ne ho ancora, ma dita incrociate: sono fiduciosa. Ci risentiamo a settembre, per ora, va bene così.