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Scritte sessiste sui Portici di San Luca a Bologna, la personal trainer Alice Guerra denuncia: «Ci sono anche i numeri di telefono, uno schifo»
IItalia

Scritte sessiste sui Portici di San Luca a Bologna, la personal trainer Alice Guerra denuncia: «Ci sono anche i numeri di telefono, uno schifo»

  • 30 Agosto 2025

di
Chiara Marchetti

Alice Guerra, 33 anni, dottoressa in Scienze Motorie, è una delle vittime dello scritte sessiste sulla strada che porta al santuario denunciate dall’avvocata Camilla Guidotti. Il sindaco Lepore: scritte ignobili.

Frasi violente, misogine e omofobe, insulti, e numeri di telefono. Tutto questo e anche di più è apparso nei giorni scorsi sui muri dei portici che portano al Santuario di San Luca e, se non fosse stato per la denuncia social dell’avvocata Camilla Guidotti, probabilmente nessuno ne avrebbe parlato. Ma, soprattutto, ragazze come Alice Guerra avrebbero tardato a scoprire di esserne vittime. 

L’amara scoperta

Ma andiamo con ordine. «Oggi – ha scritto Guidotti due giorni fa sul suo account Instagram – la mia camminata a San Luca non è stata un momento di pace, ma un pugno allo stomaco. E non per la fatica, ma per lo schifo che mi sono trovata davanti, portico dopo portico. Un susseguirsi continuo di scritte violente, misogine, omofobe. Frasi che umiliano, sessualizzano, minacciano e che talvolta espongono, identificandola, la vittima con nome e cognome, città, luogo di lavoro, persino numero di telefono». E tra le vittime c’è anche Alice Guerra, personal trainer di 33 anni che, leggendo della notizia, è andata a vedere le foto pubblicate dall’avvocata nel suo post. «I cognomi – racconta in un video la sportiva bolognese – erano stati oscurati per la privacy, ma quando ho letto “Alice” e sotto “dottoressa” ho immaginato fossi io, visto che tra le scritte ho visto citati due gruppi che organizzano passeggiate a San Luca: il mio “San Looka” e “Si sale a San Luca”».



















































La denuncia

Guerra è quindi andata di persona sotto i portici e, con grande amarezza, ha scoperto di avere ragione, descrivendo quanto accaduto come «ignobile». Nel video auto-pubblicato, la 33enne fa sapere di essere andata a fare denuncia «perché qualcuno, probabilmente una sola persona visto che la calligrafia è sempre la stessa, ha scritto su un muro il mio nome e cognome e il mio account Instagram». Guerra vuole «fare rumore» e invita le donne che frequentano i portici di San Luca «ad andare a controllare personalmente i muri, visto che potreste essere coinvolte anche voi». Lei, tra l’altro, si definisce «fortunata, perché non ci sono i miei dati sensibili, ma in altri casi ci sono numeri di telefono e tanto altro». Come Guidotti, anche la personal trainer si dice «stufa di sentir parlare di goliardate. È violenza e non può passare inosservata. Dobbiamo essere unite per lottare per noi stesse». Sul piano educativo e culturale la strada è ancora molto lunga, ma almeno le scritte verranno coperte a breve. La Curia di Bologna, infatti, ha fatto sapere che gli operai al momento impegnati nei cantieri di restauro lungo il portico interverranno presto nelle zone delle scritte per cancellarle.

L’intervento di Lepore

Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco Matteo Lepore. Prima di inaugurare la Festa dell’Unità di Bologna, ha detto,  «sono stato a San Luca, perché molte persone sono andate a scrivere sotto il Portico i nomi di donne di questa città, coi numeri di telefono, scrivendo cose ignobili. Ringrazio queste donne per la loro denuncia, nessuno si può permettere di fare violenza sulle donne della nostra città». «Come uomini  – ha esortato – dobbiamo prendere posizione perché la violenza è dentro le nostre relazioni: è diventata un’abitudine, come l’odio. E per questo la destra per conquistare consenso usa parole di odio».


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29 agosto 2025 ( modifica il 29 agosto 2025 | 20:55)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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