Una folla commossa ha dato l’addio a monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo emerito della città morto la notte di mercoledì 27 agosto all’hospice Cottolengo di Chieri. Qualche giorno prima era stato trasferito qui dall’ospedale Gradenigo, dove era stato ricoverato inizialmente per una patologia respiratoria. Aveva 80 anni e aveva guidato la diocesi del capoluogo piemontese dal 10 ottobre 2010 al 19 febbraio 2022 (quando si era dimesso per ragioni anagrafiche), succedendo a monsignor Severino Poletto e precedendo monsignor Roberto Repole.
Il funerale si è tenuto oggi pomeriggio, venerdì 29 agosto 2025, nel Duomo di San Giovanni a Torino. Il cardinale Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, ha presieduto la Santa Messa esequiale e ha ricordato Nosiglia come: “Un vescovo la cui vita e il cui ministero sono stati così vasti e intensi che non hanno bisogno di alcuna presentazione. Questa cattedrale gremita esprime il grande senso di gratitudine che ognuno di noi ha per la sua vita e il suo ministero. La sua agenda non prevedeva pagine bianche, era sempre in movimento, sentiva l’urgenza dell’azione pastorale”. La cerimonia è stata trasmessa in diretta streaming e sono state circa mille le persone partecipanti da remoto. Il vescovo sarà sepolto nel Santuario della Consolata.
Nosiglia è stato definito anche un “arcivescovo sindacalista”, che non rinunciava a battersi a fianco dei più deboli, dei cassintegrati e delle persone meno fortunate. Tra le sue battaglie, è stato al fianco degli operai ex Embraco. Oggi due di loro lo ricordano davanti al Duomo prima del funerale.
Presenti in Duomo anche la vicesindaca di Torino Michela Favaro (il sindaco Stefano Lo Russo è fuori città), il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l’ex sindaca Chiara Appendino e altri esponenti del modo della politica e sindaci con la fascia tricolore.
“Ha lasciato un segno profondo nella nostra Città”
“Monsignor Cesare Nosiglia, Arcivescovo emerito di Torino, ha lasciato un segno profondo nella nostra Città, distinguendosi per la sua costante attenzione ai poveri, ai carcerati, ai migranti e al mondo del lavoro. Il suo stile di servizio, fatto di vicinanza, ascolto e solidarietà concreta, resta un’eredità preziosa per la comunità civile. Con impegno e passione ha affrontato le sfide del nostro tempo, molte delle quali sono ancora attuali: la crisi del lavoro, le nuove povertà, l’integrazione e l’accoglienza. La sua voce, capace di scuotere le coscienze e costruire ponti di speranza, continua a interpellarci oggi. Custodiamo il segno che ha lasciato nella nostra città e nella vita di tanti”, dice la vicesindaca Michela Favaro.
Monsignor Repole: “L’ho accompagnato fino all’ultimo nella preghiera”
La notizia della morte di monsignor Nosiglia nei giorni scorsi è stata annunciata con dolore dal cardinale Repole, attuale arcivescovo di Torino e vescovo di Susa: “Ho potuto visitare Nosiglia fino all’ultimo giorno e accompagnarlo nella preghiera. Uno dei primi ricordi che affiorano in queste ore è lo stile del suo servizio alla Chiesa e alla Città, uno stile instancabile: non si fermava mai, tanti lo ricordano così. Credo che Torino e Susa conserveranno memoria grata del suo desiderio di stare a fianco dei poveri e dei carcerati, dei migranti, dei lavoratori delle tante aziende in crisi: ha cercato di scuotere le coscienze e di mobilitare la solidarietà, penso che sia stato il suo dono più bello”.
Commosse parole di cordoglio sono giunte anche da monsignor Alfonso Badini Confalonieri, vescovo emerito di Susa e predecessore di monsignor Nosiglia: “Porto nel cuore il ricordo di un pastore buono e innamorato della Chiesa; Susa e la Valle lo ricorderanno con riconoscenza anche per aver posto le basi per l’avvicinamento alla diocesi di Torino, un cammino di integrazione che è ormai in pieno svolgimento e che prosegue verso l’integrazione delle comunità cristiane”.
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