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«Servono due settimane per capire se c’è la pace» disse Donald Trump settimana scorsa in vista del possibile bilaterale tra Zelensky e Putin e adesso che sono già trascorsi sette giorni da quella dichiarazione pubblica (e addirittura 14 dallo storico summit in Alaska) la situazione appare tutt’altro che definita. Se da una parte l’Ucraina spinge per scegliere un giorno utile all’incontro tra i due leader, d’altro lato il Cremlino si dice interessato ai negoziati ma ancora non scioglie le riserve. Il tutto mentre continuano le offensive, non da ultima, l’attacco della scorsa notte a Kiev che ha causato almeno 19 morti.
APPROFONDIMENTI
L’ultimatum dell’Ucraina
Attenderà fino a lunedì prossimo l’Ucraina «Affinché la Russia dimostri una reale volontà e prontezza a partecipare a un incontro bilaterale per porre fine all’invasione dell’Ucraina». Questa è la scadenza indicata dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un briefing, riportato dal Guardian, volto a trovare una soluzione al conflitto in corso. Prerogativa di Zelensky è quella di organizzare al più presto un bilaterale ma la Russia sta tardando a dare le disponibilità di Putin.
L’agenda di Putin
Mentre la Russia continua a non rispondere direttamente all’Ucraina, Vladimir Putin prosegue i suoi icontri ufficiali. Dopo essere stato ricevuto in Cina, lo Zar discuterà del conflitto in Ucraina con il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan a margine di un vertice regionale. L’icontro, come comunicato dal Cremlino, avverrà lunedì prossimo, giorno scelto da Zelensky come ultimatum allo Zar. La visita in Cina di Putin, che terminerà il prossimo 3 settembre e, in quei giorni, vedrà il leader russo interfacciarsi con altri leader mondiali. Putin vedrà il leader cinese Xi Jinping (in un incontro privato prima del pranzo esteso alle delegazioni), il presidente iraniano Massud Pezeshkian, quello turco Recep Tayyip Erdogan e il premier indiano Narendra Modi. Lo riferisce il consigliere del Cremlino, Yuri Ushakov, citato dalle agenzie russe. Ushakov ha aggiunto che è in fase di preparazione anche un incontro con il leader nordcoreano Kim Jong-un.
La posizione dei leader europei
Mentre il bilaterale tra Zelensky e Putin continua a non avere una data confermata, i leader europei, che nei giorni scorsi si erano recati sino a Washington per supportare la causa ucraina difronte a Donald Trump, continuano a non far mancare il loro sostegno allo stato invaso dalla Russia con il presidente francese Macron e cancelliere tedesco Merz che in questi giorni parleranno, separatamente, con Trump. Secondo il leader francese i prossimi giorni saranno decisivi affinché Mosca dia segni della sua volontà di porre fine al conflitto. Intanto, Parigi e Berlino sono «determinate a difendere la sovranità dell’Unione europea» e aumenteranno le forniture per la difesa antiaerea all’Ucraina «visti gli attacchi russi massicci» sul paese nelle ultime settimane.
Senza il tanto sperato accordo, a detta di Macron, Putin prenderebbe in giro tutti i leader occidentali a partire da Donald Trump che, dopo il vertice di Anchorage di Ferragosto, si era detto ottimista e aveva concesso due settimane di tempo per giungere a una soluzione. L’Ue condanna gli attacchi russi
«Condanniamo fermamente i continui attacchi della Russia contro i civili e le infrastrutture civili, che costituiscono un’escalation deliberata e minano gli sforzi per la pace». Lo afferma l’Alto rappresentante Ue, Kaja Kallas, pubblicando una dichiarazione congiunta sostenuta da 26 stati membri, tutti eccetto l’Ungheria che ha rifiutato di sottoscriverla, nella quale si afferma che: «Gli attacchi intenzionali contro civili e obiettivi non militari sono crimini di guerra».
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