Fine delle vacanze, fine del riposo, la Formula 1 ritorna in pista o meglio in spiaggia perché l’appuntamento per questo weekend è sul circuito di Zandvoort. Le chiacchiere stanno a zero, dopo quattordici gare manca solo la conferma matematica per la vittoria di McLaren nel campionato costruttori 2025 e questo è solo il segno più evidente di un dominio assoluto a fronte dei proclami di rivincita soprattutto di Ferrari e Mercedes. Il resto è sfida a tutto campo tra Oscar Piastri e Lando Norris, distanziati l’uno dall’altro di sole nove lunghezze.

Dopo quasi un mese trascorso tra tuffi, frizzi e lazzi, yacht cani e gatti, i piloti in formato Costa Smeralda (o Maldive, a seconda del tour operator) ritornano a indossare le loro tute ignifughe. Si è scherzato e si è riso molto in queste settimane tra relax e baldorie estive, ma anche le cortesie in pista ora passano in secondo piano, compreso probabilmente il gentlemen’s agreement che ha segnato il rapporto tra i piloti papaya. Ora è tempo di lotta dura, nulla può essere concesso all’avversario, lo sa bene Lando Norris e lo sa bene forse anche di più Oscar Piastri, abituato a vincere e spesso al primo colpo in tutte le categorie precedenti la Formula 1 che non a caso lo hanno visto protagonista.

Certo, sia Lando Norris che Oscar Piastri sono stati al centro di non poche critiche fin da inizio anno perché mai – secondo le cronache – per davvero all’altezza di Max Verstappen. Eppure ora, a metà stagione inoltrata sono proprio loro a giocarsi il titolo mondiale. Ed è la prima volta da quasi trent’anni (correva l’anno 1996, sfida tra Damon Hill e Jacques Villeneuve) che a disputare il campionato sono due piloti privi di un titolo mondiale ma solo di una manciata di vittorie, per la precisione quattordici tra Piastri e Norris che insieme non fanno nemmeno cinquant’anni d’età, quasi quella di Fernando Alonso (44).

Norris sicuramente tra i due è il più esperto, però è anche il più insicuro e fragile, ma al tempo stesso il più veloce. Alle volte tremendamente veloce, così come in non pochi casi assolutamente impacciato e insicuro, speriamo almeno che la famiglia, padre, madre, sorelle, amiche della mamma, amiche delle sorelle, nonne e bisnonni lo lascino un po’ in pace e la regia internazionale lasci in pace anche gli spettatori di godersi i Gran Premi e non le espressioni e le faccine dei famigliari.

Piastri, australiano di passaporto, ma italiano di origine, sembra covare una tranquillità inscalfibile, ma al tempo stesso vergata da lampi di rabbia pura e da un’imprecisione di guida che sembra più figlia di ferocia che di timore.

Entrambi ancora devono mostrare tutti i loro numeri, ma l’impressione è che Norris abbia sì una velocità cristallina, ma Piastri ancora celi una ferocia cannibale più simile ai campioni più titolati, qualcosa che sta nell’anima di Verstappen come di Hamilton. Un carattere non disposto mai a concedere al di là degli accordi e dei patti precedenti il semaforo spento. Abbassata la visiera Oscar Piastri, tra i due, sembra quello più disposto a sacrificare chiunque per la propria vittoria, accordi di squadra compresi. Non è ancora avvenuto nulla di catastrofico tra i due, anche se ci sono andati vicino in Canada e in Ungheria. Dall’Olanda ogni gara è una tappa buona, ogni vittoria un passo di avvicinamento per il titolo. Un gioco e un azzardo a potenziale alto costo, qui si parla sì di vincere un titolo, ma anche di ottenere un predominio all’interno del team che potrebbe portare a rivoluzioni in tempi brevi.

Difficile infatti immaginare dopo un 2025 ad alto tasso di tensione il mantenimento del bon ton anche nel 2026 e oltre. Nel 2016, dopo la durissima sfida Hamilton-Rosberg vinta da quest’ultimo, si concludeva la coabitazione tra i due iniziata nel 2013. In quel caso a mollare il colpo fu il campione in carica, non andò meglio tra Prost e Senna nel biennio 1988-1989. Un mondiale vinto a testa, ma anche un’avversione reciproca che durerà fino all’ultima gara in Formula 1 del campione transalpino nel 1993.

Andrea Stella propugna parole tra il monacale e lo zen, e fino a ora ha avuto ragione di una gestione ottimale di team e piloti, ma molte cose fanno intuire che la bomba sia pronta a esplodere aprendo una faida tanto difficile da gestire quanto appassionante. D’ora in poi ogni Gran Premio potrebbe essere quello giusto, tutto è in mano a Lando Norris e Oscar Piastri, il primo nato quasi nell’ultimo scampolo possibile di Novecento, il 13 novembre del 1999, il secondo primo pilota del nuovo secolo a giocarsi il titolo (6 aprile 2001) e forse con un’energia ancora sconosciuta, quella di chi viene da un nuovo mondo pronto a giocarsi tutto nel nuovo secolo.

Tra i banking estremi (per questa Formula 1) di Zandvoort e l’imprevedibile spiaggia olandese prende forma un fine settimana di gita per mezza Olanda che si ritrova stretta al suo quattro volte campione del mondo. Monoposto e biciclette, questo potrebbe essere il tema di questo fine settimana, già perché il pilota più veloce del paddock viene da un Paese che si muove prevalentemente in bicicletta, come mostrano le immagini di appassionati e campeggiatori che giungono da sempre all’autodromo circondandolo letteralmente di migliaia di biciclette. E un confronto tra monoposto e biciclette sembra quello che oppone la McLaren e il resto del paddock, chissà come andrà l’anno prossimo con le nuove regole.

Certo, tanto per cominciare la prospettiva che offre Cadillac, l’undicesimo team previsto ai nastri di partenza nel 2026, non è delle più entusiasmanti. L’ingaggio da parte del team americano dei due carampani Valtteri Bottas e Sergio Perez non è propriamente da brividi. Anche se proprio Bottas si è contraddistinto negli ultimi anni per delle ottime prove nel campionato di ciclismo gravel. Che è pur sempre un bel darsi da fare!