PORDENONE – La Pordenone Pedala 2025 non entrerà nella base militare di Aviano. La decisione è maturata dopo un confronto tra Comune e Prefettura, che hanno portato a rivedere l’itinerario per garantire le migliori condizioni di sicurezza ai partecipanti.
IL COMUNICATO
«Alla luce delle interlocuzioni avute con la Prefettura si è ritenuto di evitare questo passaggio per garantire le migliori condizioni ai numerosissimi partecipanti alla manifestazione», ha spiegato il sindaco Alessandro Basso, al suo debutto da primo cittadino lungo il percorso della pedalata che si terrà domenica 7 settembre. Basso ha ricordato il valore collettivo della manifestazione, nata nel 1973 e capace di rinnovarsi di anno in anno, mantenendo intatto lo spirito originario. «Ho incontrato il presidente Luigi Tomadini per definire gli ultimi dettagli. L’ho ringraziato per il suo grande impegno chiedendogli di portare i miei omaggi a tutto il consiglio direttivo per la macchina operativa che, ancora una volta, sarà impeccabile. La Pordenone Pedala è un evento che ci permette di unire il territorio, di vivere insieme una giornata di amicizia e leggerezza scoprendo i tesori che custodiamo. È un momento di spensieratezza che unisce giovani e meno giovani, famiglie e persone con disabilità, promuovendo uno stile di vita sano e rispettoso dell’ambiente».
L’ANTEFATTO
La modifica al percorso arriva anche dopo le critiche sollevate dagli ambienti antimilitaristi. L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, in un articolo pubblicato sul proprio sito, ha parlato di “una spiacevole anomalia”. Secondo l’associazione, l’ipotesi di far transitare la carovana dei ciclisti per l’aeroporto Pagliano e Gori e la base americana di Aviano avrebbe rappresentato un «connubio inaccettabile tra divertimento cittadino e pericolo bellico» e la «forma peggiore di sinergia sul territorio tra gli organizzatori e le autorità militari». L’Osservatorio ha ripreso anche il post con cui la pagina Facebook ufficiale della Pordenone Pedala aveva raccontato il sopralluogo compiuto in base a fine giugno dall’assessore Mattia Tirelli, presente con il presidente Tomadini e i volontari. In quell’occasione Tirelli aveva definito l’evento «parte della storia di Pordenone». Una definizione che l’Osservatorio non ha mancato di contestare, invitando a «contrastare la tendenza a militarizzare ogni spazio della vita civile».