Nato a Tel Aviv da genitori russi, cresciuto in Canada, mollò l’hockey grazie a un poster di Federer, ha polemizzato con Nadal, è stata una stella in ascesa e un talento in picchiata. Sinner dovrà stare attento perché…
Lorenzo Topello
30 agosto – 09:47 – MILANO
Il cittadino del mondo, a un certo punto, aveva perso la bussola. Denis Shapovalov è uno degli yo-yo del circuito: su, su, vorticosamente su nel ranking. Poi uno sfogo contro Nadal, un infortunio grave, uno stop che lo spedisce dritto fuori dalla top 100. Infine la lunga e faticosa rinascita. Condita da tre titoli Atp negli ultimi dieci mesi. Shapovalov, a 26 anni, ha già vissuto almeno quattro vite: in ognuna di esse, fin dalla prima, c’erano di mezzo passaporti e nuove lingue con cui esercitarsi. Non potrebbe essere altrimenti, per un canadese emigrato a Toronto a soli nove mesi, nato a Tel Aviv da genitori russi. Da piccolo amava l’hockey su ghiaccio, prima che un poster di Federer e una foto con Nadal lo facessero definitivamente innamorare della racchetta. In una delle sue prime vite c’è stato anche spazio per un successo contro Sinner, ai tempi in cui l’uomo da battere non era l’azzurro, ma il canadese cosmopolita. Sono passati quattro anni e mezzo, le prospettive si sono drasticamente ribaltate. Ma Shapo, parola di Jannik, è sempre “uno molto talentuoso. Dovrò stare attento”. Ha ragione il numero 1.
tra federer e nadal—
“I miei genitori cercavano lavoro, per un po’ dormivamo in un appartamento con soli materassi. Non c’era niente, non conoscevamo nessuno”. La storia di Denis inizia nel grigiore, prima della svolta trovata da mamma Tessa che apre la propria Academy a Vaughan, due passi da Toronto. Shapo si innamora del tennis lasciando perdere l’iniziale passione per l’hockey su ghiaccio (comprensibilissima, se cresci in Canada) e intuisce di potersi ispirare a Roger Federer. Il rovescio a una mano del Re lo entusiasma, e Denis prova a farlo suo. Di mezzo ci si mette anche una serata a far da raccattapalle a Nadal: nel 2008 Rafa gioca a Montreal contro Andreev e un bambino di 9 anni gli si accosta timidamente a fine partita per uno scatto. E quasi un decennio dopo, proprio contro il fenomeno di Maiorca, uno Shapovalov appena maggiorenne partorisce il primo acuto: vince al terzo set ovviamente a Montreal, regalandosi la prima semifinale 1000 della carriera. Il mancino dalla zazzera biondissima comincia a macinare punti e scalpi di lusso.
l’incrocio con sinner in australia—
Il rovescio a una mano funziona, il servizio supera i 200 orari già dalla tenerissima età. E non stupisce che Shapovalov diventi immediatamente un animale da superfici veloci: nell’ottobre 2019 vince il primo titolo Atp al coperto, in quel di Stoccolma. Due settimane dopo divora il Masters 1000 di Parigi Bercy fermandosi solo sul più bello, in finale contro Djokovic. Ma la strada pare tracciata e per le conferme lo aspettano negli Slam sul cemento. Tipo l’Australian Open: nel 2021 incrocia la racchetta con Sinner, vincendo al quinto set. Jannik, il giorno precedente rispetto a quel primo turno Slam, ha vinto il suo secondo titolo Atp in assoluto, il 250 di Melbourne 1. Avrebbe più di una ragione nell’appellarsi alla stanchezza, ma non fa sconti a se stesso: “Non cerco scuse, mi rifiuto di credere di aver perso per la stanchezza. La verità è che in certe situazioni ha giocato meglio lui. Ho perso un altro match al quinto set: prima o poi ne vincerò uno…”. Mentre Jannik riflette amaro, Shapo corre veloce: a Wimbledon, cinque mesi dopo, sbarca fino in semifinale prima di prendere un altro schiaffo da Djokovic. Ma intanto ha fatto sua la decima posizione di un ranking che sembra destinato a scalare.
infortunio e nervi—
Poi inizia la terza vita, caratterizzata da una lunga freccia verso il basso. A lasciar intuire la porta del nervosismo è, curiosamente, un match contro Nadal: i quarti di finale all’Australian Open 2022. Shapo perde al quinto e tuona: “Lui riceve sempre un trattamento di favore. Con Nadal aspettate 7 minuti per un medical timeout, io l’anno scorso non potevo neanche andare in bagno”. Il tappo salta, ma Denis lo richiude giocando altre due finali Atp a ottobre. Le perde entrambe e la seconda è dolorosa, contro Medvedev a Vienna. La crisi vera inizia a Wimbledon, l’anno dopo, quando un dolore al ginocchio contro Safiullin lo mette ko per il resto della stagione. La zazzera bionda di Shapovalov si fa grigia per l’amarezza: “Ci sono stati giorni in cui non riuscivo nemmeno a camminare”. E quando ritorna nel circuito scattano ancora i nervi: a Washington, nell’agosto di un anno fa, si fa squalificare per frasi ingiuriose contro uno spettatore.
rinascita—
Servivano i tornei sull’amato veloce indoor per tornare a farlo sorridere. Lo scorso novembre, mentre Sinner scalda i motori per affrontare le Finals da favorito numero 1, Shapo si riscopre operaio e mette in cascina punti preziosi oltre al secondo titolo Atp, a Belgrado. Il mattoncino per costruire la quarta vita, quella della rinascita: altri due tornei vinti quest’anno, alla pari proprio di Jannik. Certo, quelli di Sinner sono due Slam mentre il canadese ha messo da parte un 250 a Los Cabos e il buon 500 di Dallas, ma i numeri hanno messo in chiaro, una volta di più, che Denis è tornato a rendersi insidioso. In campo e in classifica: quest’anno ha superato gente come Fritz e Ruud, il ranking ora gli concede un ottimo 29esim posto. Chissà che dall’antica passione per l’hockey non abbia prelevato un po’ di ghiaccio: servono freddezza e killer instinct, per mettere di nuovo i bastoni fra le ruote a una fuoriserie come Jannik Sinner.
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