Foto Stefan Giftthaler

Tra rigore architettonico e calore domestico

Palazzo Ottaviani dunque non è solo un progetto di recupero architettonico, ma un racconto in cui Firenze torna a vivere attraverso una forma di ospitalità intima e sofisticata. Le residenze diventano spazi da abitare e da contemplare, ambienti che coniugano rigore architettonico e calore domestico, pensati per un pubblico che ricerca esperienze autentiche e non convenzionali. Ogni appartamento, diverso dall’altro, custodisce un’anima propria, ma tutti condividono la stessa idea di eleganza funzionale e discreta, lontana dagli eccessi e vicina al concetto di lusso come esperienza quotidiana.

Scrivania in marmo Sahara. Lampada Visual comfort.Foto Stefan Giftthaler

Il ruolo dell’arte

Un ruolo centrale è affidato all’arte: opere su misura di artisti fiorentini e internazionali abitano la lobby, la conciergerie e gli interni privati, trasformando gli spazi in un percorso espositivo diffuso che rende il soggiorno una vera immersione culturale. Iconico, nella scenografica Rooftop Penthouse, il dipinto site specific di Esteban Fuentes de Marìa che raffigura un pavone – simbolo del palazzo – come emblema di rinascita e bellezza. In questo equilibrio tra rigore e morbidezza, tra razionalismo e comfort, tra memoria e contemporaneità, Palazzo Ottaviani diventa manifesto di un nuovo modo di vivere la città: un luogo dove l’ospitalità incontra la residenza, e dove il lusso non è ostentazione, ma un sussurro che accompagna ogni gesto quotidiano.