L’étoile della Scala: “Atleti e ballerini sono uniti dalla voglia di superare i propri limiti. La danza è anche divulgazione”
Giornalista
30 agosto – 11:40 – MILANO
Una tribù che balla grazie a un ballerino che non è soltanto étoile della Scala e in precedenza il primo a essere contemporaneamente anche Principal Dancer dell’American Ballet a New York, ma che si è messo in testa di far uscire la danza dalle accademie, di farla conoscere a un pubblico più vasto, e a giudicare dai risultati ci riesce benissimo. Roberto Bolle, piemontese cittadino di Milano e del mondo (in Francia ha da poco ricevuto il titolo di Chevalier des Arts e des Lettres), ha ideato OnDance nel 2018. Ha coinvolto decine di migliaia di persone, non solo giovanissimi e aspiranti ballerine e ballerini, ma anche signore e signori amanti del tango e del liscio e appassionati di ogni età. Questa volta, dal 3 al 7 settembre, OnDance si presenta gemellato con le Olimpiadi di Milano Cortina. Il tema è il rapporto fra danza e sport. Guest star le pattinatrici Carolina Kostner e Arianna Fontana: i giorni del ghiaccio e della neve si avvicinano.
Roberto, questa volta l’arte si avvicina allo spirito olimpico…
“Abbiamo colto l’occasione del grande evento che aprirà ancora di più Milano al mondo per mettere a fuoco i punti in comune fra la danza e lo sport, che sono tanti. Certo, il pattinaggio è più simile al balletto di altre specialità, però la dedizione, la disciplina, la preparazione fisica sono le stesse per ogni ballerino e per ogni sportivo. Per non parlare della voglia di superare i propri limiti e della preparazione mentale necessaria. Ecco, credo che questa componente sia quella che più di ogni altra cosa avvicina gli atleti ai ballerini”.
E in ogni caso Carolina Kostner sembra il perfetto anello di congiunzione.
“Spesso e volentieri i protagonisti del pattinaggio prendono lezioni di danza e si preparano con l’aiuto di ex ballerini della Scala per la parte coreografica. Lo ha fatto anche Carolina, che fra l’altro ha sempre guadagnato molti punti nelle sue performance con la sua eleganza innata”.
Le Olimpiadi, la neve. Che cos’è per lei la neve?
“Fa parte della mia infanzia. Sono piemontese, fino a 15-16 anni frequentavo molto la montagna e sciavo. Poi logicamente quando ho deciso di dedicarmi alla danza ho dovuto smettere, ma mi resta quel fascino. La neve è magia”.
Dalla neve al Ballo in Bianco, che trasloca con tutta la manifestazione all’Arco della Pace. Perché lasciate piazza Duomo dopo i successi delle ultime edizioni?
“Perché cresciamo ogni anno, pensi che questa volta per la classe alla sbarra avremo 2200 posti e le richieste erano già sei-settemila dopo pochi giorni dall’apertura delle prenotazioni. Le scuole di danza di tutta Italia hanno risposto con entusiasmo: succede ogni anno e ogni volta di più. Oltre al Ballo in Bianco ci sarà la novità del Ballo Rosso, una coreografia pensata sulle note del Bolero di Ravel per i giovani talenti delle scuole che abbiamo selezionato”.
Gli eventi di OnDance sono gratuiti, ma anche il pubblico pagante della danza è in crescita.
“Lo certificano i dati della Siae, 12,7 per cento in più. Tornando alla nostra manifestazione l’Arco della Pace è un altro luogo iconico, ci eravamo già stati con le prime edizioni e ci siamo tornati con queste pedane gigantesche. Sarà il nostro quartier generale, occuperemo un’area vastissima. Abbiamo aggiunto anche talk show interessanti, le iniziative sono tantissime”.
Che cos’è per lei Milano?
“Io ho un grande debito di riconoscenza con Milano, sono profondamente legato alla città, non soltanto alla Scala. Milano per me è il luogo che dà opportunità ai giovani, ha un’ottica internazionale che nessun’altra città in Italia ha”.
Quali sono i suoi posti del cuore?
“Oltre alla Scala il quartiere di Brera, il castello Sforzesco e Parco Sempione fino all’Arco della Pace, che ti catapulta in un altro tempo pur essendo in centro città. E il Palazzo Reale che ha anche sempre mostre molto interessanti”.
Spesso Milano è criticata perché è troppo costosa per essere vissuta pienamente da tutti.
“Non deve diventare un posto esclusivo, questo è un rischio e il fattore economico è molto importante. Ma a Milano ci sono eccellenze, e non parlo soltanto del mio settore e della Scala: Milano ti apre al mondo e ti dà le basi per primeggiare”.
Anche lei ha dato tanto a Milano…
“Ma se non fossi venuto qui non sarei diventato la persona che sono, quindi il mio debito resta”.
Grande ballerino e grande divulgatore. Sente di essere diventato anche questo ormai?
“Direi di sì, da anni con gli spettacoli televisivi e con OnDance cerco di portare il balletto fuori dai teatri. E se la danza oggi piace di più è perché la gente ha imparato a conoscerla e a sentirla più vicina. Se conosci la danza non puoi non apprezzarla. Ballare è un esercizio naturale in molte forme”.
Come diceva Nureyev, “ogni uomo dovrebbe danzare, per tutta la vita. Non essere ballerino, ma danzare”. E a Milano con OnDance si potrà fare gratis come sempre, giusto?
“Giusto, tutto gratuito e non ci saranno soltanto il Ballo in Bianco e le lezioni per gli aspiranti professionisti. Ci sarà ogni genere di danza, dal liscio all’hip-hop, accorpato in un unico luogo. Abbiamo scelto questa soluzione anche per comodità. Fra l’altro in piazza Duomo ci saranno già delle installazioni per le Olimpiadi. Abbiamo preferito occupare una zona tutta nostra per far ballare Milano”.
E in inverno arriverà Milano-Cortina. Avrà tempo per andare a vedere qualche gara?
“Di certo non mi perderò questa occasione”.
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