Il ricordo che resta? I team radio iconici: «Valtteri, it’s James. Let Hamilton through». Il coordinatore di pista che lo invitava (leggi: ordinava) a lasciare strada ad Hamilton, e Bottas che, con la disciplina del soldato perfetto, eseguiva senza batter ciglio.
Nel 2022 non è Bottas a scegliere di lasciare Mercedes, ma Toto Wolff a decidere di puntare su George Russell come nuovo compagno di Hamilton. Dopo tutto quello che Bottas aveva fatto per il team – vittorie, punti fondamentali per i titoli costruttori e soprattutto la disciplina con cui aveva sempre protetto Hamilton nella lotta al mondiale – Wolff non lo lascia a piedi. Come gesto di riconoscenza, gli trova un posto in Alfa Romeo, garantendogli la possibilità di rimanere in F1.
Con l’Alfa Romeo corre dal 2022 al 2023, poi nel 2024 la squadra prende ufficialmente il nome di Sauber e Bottas resta al volante anche in quella stagione. Nel 2025, invece, torna “a casa” Mercedes come terzo pilota, richiamato da Toto Wolff dopo l’annuncio shock di Hamilton in Ferrari. Un cerchio che si chiude: Bottas resta l’uomo su cui Wolff sa di poter sempre contare.
Ora, Cadillac lo vuole per il 2026: non come superstar, ma come certezza. Bottas è il pilota che conosce bene i meccanismi, capace di portare esperienza e stabilità in un progetto giovane. Un leader silenzioso, l’uomo di cui fidarsi, anche se forse mai destinato a diventare il numero uno.
Sergio Pérez, la scelta che fa discutere
Dopo aver esordito in Sauber nel 2011 e aver vestito la tuta McLaren nel 2013 al posto di Hamilton, ha trovato la sua vera dimensione con Force India (poi Racing Point). Ma è il 2020 a segnare il suo punto più alto: con il contratto in scadenza e zero chiamate per l’anno successivo, si presenta all’ultima gara come underdog totale. Dopo un problema in partenza, finisce ultimo al primo giro. Da lì, una rimonta da manuale: sorpasso dopo sorpasso, ritmo feroce, e la prima vittoria della carriera. Un capolavoro che non passa inosservato: Christian Horner lo chiama e Perez diventa pilota Red Bull.
Lì costruisce la sua reputazione da wingman perfetto: ad Abu Dhabi 2021 resta scolpito nella memoria il duello con Hamilton, quando Checo difende con i denti e regala a Verstappen lo spazio necessario per conquistare il suo primo titolo mondiale. Da lì però, il lento declino. Nel 2024, tra errori, distacchi imbarazzanti da Verstappen e pressione ingestibile, Red Bull lo scarica senza troppi rimpianti.