di
Alessandra Coppola
In francese il termine «ogre» ha una sfumatura in più rispetto all’italiano: la voracità
Dalla nostra inviata
PARIGI – «Ogre» come l’orco nelle fiabe per bambini, il gigante cattivo che vuole mangiarli. Quando il presidente francese Emmanuel Macron chiama così il leader russo Vladimir Putin, con un termine poco diplomatico ma molto efficace, riporta esattamente a questo immaginario d’infanzia.
Pollicino, per esempio, «Le Petit Poucet» della favola di Charles Perrault, lo scrittore del XVII secolo che ha stabilito le basi dei racconti tra il terrore e la meraviglia tramandati in generazioni di famiglie europee, addirittura prima dei Grimm. Più piccolo di tanti fratelli ma molto scaltro, sperso nel bosco senza strumenti per sopravvivere, le mollichine di pane che avrebbero dovuto riportarli a casa mangiate dagli uccelli, Pollicino guida la sua truppa di ragazzini verso una casa con le luci accese. Li accoglie una donna gentile che però li avverte: il marito è un Orco e si ciba di bambini. In una trama horror come spesso nelle fiabe per l’infanzia, alla fine Le Petit Poucet con l’astuzia avrà la meglio e sconfiggerà l’Ogre. Sorte analoga per Barbablù, ancora nelle raccolte di Perrault, stavolta ucciso dalla moglie.
«Un insulto volgare», ha replicato Putin a Macron. In realtà il termine non ha accezioni triviali, è come avergli dato del mostro politico, assetato di conquista. Si segnala un dimenticato «Ogre de Corse» lanciato contro Napoleone dai suoi nemici.
Perché in francese il termine ha una sfumatura in più rispetto all’italiano: la voracità. Un «ogre» è anche un uomo dall’appettito smisurato.
L’epiteto «predatore», invece – oramai nel lessico del presidente francese quando si tratta di Russia – viene dal libro di Giuliano da Empoli, «L’ora dei predatori» («L’heure des prédateurs», Gallimard, non ancora tradotto in italiano), che per la verità non guarda solo a Est. Da Empoli è anche autore di un testo famosissimo in Francia, questo sì che si riferisce a Mosca, «Il mago del Cremlino», in concorso ora a Venezia nell’adattamento di Olivier Assayas con la sceneggiatura di Emmanuel Carrère.
30 agosto 2025
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