Cadillac F1I due piloti per il 2026 di Cadillac, Bottas e Perez – foto © X

E così la Cadillac arriva in F1.

L’isola che non c’è sull’orizzonte della Formula 1 da qualche tempo è visibile dalla costa.

Dopo una lunga gestazione (chi non ricorda le frizioni mediatiche tra Michael Andretti, la Fia e Liberty Media?) nonché l’aperto ostracismo dei dieci team che competono nel Mondiale, dal 2026 ci sarà anche un undicesima squadra, la Cadillac.

Un nome di prestigio, parte della galassia General Motors, un asso importante per un sistema che ha adottato strategie e pratiche tipiche dello sport business americano e che si va via via americanizzando.

Cadillac F1Valtteri Bottas – foto © mercedesamgf1.com/Richard Parson

Ricordiamo che in Nord America si corrono oggi tre gare negli Stati Uniti (Miami, Austin e Las Vegas), una a Città del Messico e quella (storica e tradizionale) a Montreal. I numeri del boom (fonte Liberty Media), rilasciati da poche ore, confermano questa tendenza: fan cresciuti del 12,2% quest’anno nella prima metà del campionato e del 63% sul 2018.

La fan base under 35 è del 35% rispetto al dato 2028 (30%); 52 milioni di fan negli Usa, ossia + 11% sull’anno scorso; oltre 107 milioni di follower sui social media contro i meno di 19 nel 2028; 42% per cento di pubblico femminile (erano il 37% in passato).

Una coppia da 72 anni e… mezzo

Cadillac è dunque un buon colpo, anche se – come sempre nello sport – passato l’entusiasmo iniziale faranno fede i risultati.

Per ora l’unica certezza sembra essere il motore Ferrari, garantito sino al 2028. Probabilmente è con questa consapevolezza che la squadra diretta da Graeme Lowdon ha deciso di ingaggiare due piloti che certo non sono di primo pelo: Sergio Perez detto Checo (36 anni al via della prossima stagione, in pista dal 2011, cresciuto in parte nell’Academy Ferrari, 284 gare all’attivo, 6 vittorie) e Valtteri Bottas (36 anni li ha compiuti proprio il 28 agosto, uomo Mercedes, Toto Wolff quale manager, due volte secondo nel Mondiale, 247 gare all’attivo, 10 gare vinte).

Cadillac F1Sergio “Checo” Perez – foto © RedBull Content Pool

Esperti, non c’è dubbio. Ma una coppia da 72 anni (e mezzo) in due quando scatterà la prima gara dell’anno venturo. In più, nessuno dei due sta correndo da titolare: Perez è fuori dopo il suo addio dalla Red Bull di fine 2024 (burrascoso, sebbene ammantato di fair play per evidenti ragioni di reciproca convenienza), Bottas è terzo pilota della Mercedes e dunque – sia pure sul fronte simulazione e supporto – ancora in servizio.

Di Perez si può immaginare che stia curando la forma fisica, per quanto attiene Bottas c’è la certezza. Da tempo si è innamorato della bicicletta (nonché dell’australiana Tiffany Cromwell, sua compagna dal 2020, ciclista professionista) e ha un fisico tirato a lucido.

Checo e la bocciatura della Red Bull

Ma perché una squadra nuova di zecca ha scelto due piloti che, trascorsi a parte, sono all’ultimo giro di valzer?

Entrambi nutrono voglia di rivincita: Perez perché è stato “tritato” dal sistema Red Bull, come altri prima e dopo di lui e vuole dimostrare di avere ancora qualcosa da dire.

Cadillac F1Bottas con la compagna Tiffany Cromwell, ciclista professionista – foto © mercedesamgf1.com

Bottas perché probabilmente vuole scrollarsi quella patina di polvere che l’avventura in Sauber gli ha lasciato addosso. E quali sono i vantaggi che può avere la squadra dall’ingaggiare due piloti così esperti? Parecchi, specie se si pensa che la Formula 1 attuale – è un ossimoro, ma è così – predilige la prudenza al coraggio.

Prudenza manageriale, prudenza nelle scelte (a volte anche in quelle tecniche), prudenza in pista. È il mondo dell’odioso litf and coast elevato a modus pensandi, chissà che con le nuove regole le cose cambino.

Cinquanta ingegneri al lavoro

L’arrivo dei due senatori dovrebbe garantire un certo plafond di esperienza che indubbiamente manca.

Basti dire che ogni qualvolta si andrà su una pista (sempre nuova per la Cadillac) mancheranno i dati degli anni precedenti (da quelli dei vari set up al rendimento reale in qualifica e in gara), ossia la base sulla quale tutte le squadre lavorano per affrontare ogni singolo Gran Premio.

La Cadillac, come ha spiegato il team principal, si sta attrezzando e sta già “correndo” qualche gara sui sistemi di simulazione. Perez (hanno spiegato i responsabili) è di fatto libero da impegni, Bottas si dividerà con la Mercedes.

Una cinquantina di ingegneri è al lavoro tra Stati Uniti e Inghilterra (sembrano tanti, ma sono pochi rispetto ai numeri delle squadre di vertice) e si sta studiando una collaborazione con un squadra per disporre di una TPC, cioè una monoposto che sia stata utilizzata per i Test Previous Car e che deve essere vecchia di almeno due anni.

Cadillac F1Perez ai tempi Red Bull con Verstappen – foto © RedBull Content Pool

I due piloti, prima al simulatore e poi in pista, avranno entrambi esperienza con squadre di primo livello (uno Red Bull, l’altro Mercedes) e garantiranno un feedback mirato (in questo Bottas dovrebbe essere più a suo agio).

Inoltre – e orniamo all’ossimoro della prudenza – dovrebbero essere in grado di affrontare le gare con chi ha la voglia di arrivare sempre alla bandiera a scacchi, anche a costo di alzare il piede anziché affondarlo, specie nelle concitate fasi iniziali.

Le incognite del regolamento 2026

In più nel 2026 si apre una nuova era tecnica, debutta un discusso sistema di ripartizione di potenza termica e potenza elettrica e ci sarà un’aerodinamica mobile tutta scoprire.

Forse, si sono detti alla Cadillac, meglio che ci aiutino in questo viaggio di scoperta due senatori anziché due rookie.

Ricordiamo, a titolo di esempio, che quest’anno (inutile fare nomi) un giovane arrembante scelse di percorrere curva 1 a Suzuka con il DRS aperto perché al simulatore sembrava si potesse fare: finì con uno schianto terrificante.

Ecco, con la stagionata coppia appena costituita, queste sono cose che non dovrebbero accadere.

Le differenze con la Sauber e il progetto Audi

È una situazione del tutto diversa da quella di una squadra, per esempio l’Audi, che è partita da una base consolidata (la Sauber) e che ha potuto permettersi affiancare un pilota esperto (Nico Hulkenberg) a uno debuttante (Gabriel Bortoleto).

Nel caso del team diretto da Mattia Binotto, però, gli obiettivi sono l’espansione e la crescita tanto che si sta aggiornando la sede storica in Svizzera e se ne sta affiancando una gemella nel cuore della Formula 1 Valley in Inghilterra.

Nel caso della Cadillac siamo al passo precedente, si parte dal foglio bianco. Comprensibile che ci voglia misura.

Forse il lift and coast, in questo caso, è la filosofia migliore.

Cadillac F1Perez davanti a tutti a Baku – foto © RedBull Content Pool