di
Fabio Larovere

Il nuovo libro di Saverio Simonelli: «L’idea centrale è raccontare l’interiorità di uomini destinati ad esaltare la propria creatività e contemporaneamente a fare i conti con il quotidiano»

Non solo Tolkien. Saverio Simonelli, vicecaporedattore del Tg2000, laureato in filologia germanica e traduttore, affianca l’attività̀ giornalistica a quella di scrittore, con una particolare predilezione per il mondo de Il Signore degli anelli. Sarà a Brescia in due occasioni nel prossimo futuro: a Librixia, il 2 ottobre, per presentare il suo ultimo romanzo, e poi a “Mysteria. Festival delle culture fantastiche”, l’8 novembre in castello.

Partiamo da L’infinito non basta (Città Nuova), che sarà presentato alla Libreria Ferrata, in dialogo con Andrea Faini: Herman Grimm, figlio di Wilhelm, uno dei due fratelli autori delle celebri fiabe, vuole emulare il padre raccontando la vita di Franz Liszt… Come nasce questo romanzo?
«L’idea centrale è raccontare l’interiorità di uomini destinati ad esaltare la propria creatività e contemporaneamente a fare i conti con il quotidiano, costretti dalla propria sensibilità a trovare simboli nel reale e a chiedersi se siano segni di un Altrove o frutto della propria immaginazione. È il destino dell’artista che prova a vedere cosa c’è al di là di quella porta socchiusa confinante col mistero».



















































Da dove nasce la tua passione per la musica, che ha parte importante nel romanzo?
«Ho studiato musica per anni e anche con discreti risultati ma per rendermi conto a un certo punto che ero più bravo a parlarne che a eseguirla. Certo, il patrimonio accumulato resta nelle mie scelte contenutistiche ma è anche riconoscibile, spero, nel mio stile che tende sempre verso una sua musicalità. Da seguace dell’idea romantica, la musica rappresenta al meglio ciò che è ineffabile e dunque “significar per verba non si poria” come diceva Dante. Quindi non si intreccia assolutamente nel racconto ma resta come elemento indistruttibile nel carattere dei personaggi e ne determina le scelte».

Lo scorso anno sei stato a Brescia in occasione del festival Mysteria per parlare di Tolkien e tornerai in città per la nuova edizione della manifestazione. Ci anticipi qualcosa del tuo intervento?
«Non sarà un intervento ma una piacevole chiacchierata con Mauro Toninelli, col quale ho molti punti in comune. Io dal canto mio tornerò a soffermarmi sulla centralità della parola nella costruzione del mondo di Tolkien che in questo è un classico al di là del genere in cui ha trovato espressione. Quel mondo nato per trovare spazio ai suoi linguaggi inventati, va sempre ricordata questa sua affermazione. Per questo ho intitolato il mio recente saggio Un uomo di parola».

Tu sei giornalista di Tv2000: qual è la specificità di una realtà come questa nel panorama dell’informazione nazionale?

«Tv2000 si pone fin dalle sue origini come luogo in cui far convergere uomini di fede e persone in ricerca di un senso. Occupandomi della parte culturale ho sempre cercato di valorizzare opere, testi, espressioni artistiche o musicali che provassero a scendere in verticale nell’interiorità dell’uomo, nella convinzione che nell’animo umano ci sia un di più che la mera cronaca non è in grado di raccontare e che invece va evidenziato da una ricerca molto attenta e ahimè, al giorno d’oggi sempre più ristretta a pochi autori coraggiosi».


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31 agosto 2025