Dopo un gol incredibilmente mangiato dal nuovo acquisto, il serbo lo sostituisce e firma il gol partita


Filippo Grimaldi

Giornalista

31 agosto 2025 (modifica alle 20:38) – GENOVA

E due, ma che paura. Dopo la vittoria all’esordio con il Parma, la Juventus fa bottino pieno anche al Ferraris contro il Genoa grazie al colpo di testa vincente di Vlahovic e sale sul treno delle prime della classe, aspettando l’Inter – prossimo avversario dei bianconeri dopo la sosta – di scena stasera a San Siro. Uno a zero (sofferto) contro un Genoa protagonista di una grande prestazione e in netta crescita dopo il pari interno con il Lecce alla prima di campionato, ma pure sfortunato al 51’ della ripresa quando Masini ha colpito la traversa.

ingabbiata—  

Ma al di là dei cambi, a Marassi cambia l’atteggiamento del Genoa. Davanti alla difesa Masini e Frendrup vanno a uomo su Locatelli e Thuram. La squadra è cortissima e la maggiore qualità della Juventus fatica ad emergere, anche se l’avvio è bianconero. La squadra di Tudor si presenta con il tiro dalla distanza di Joao Mario ribattuto da… Thuram, che va k.o.: botta violenta al volto, gara sospesa per tre minuti. La Juve prova ad affondare ed a servire David, ma servirebbe più velocità da parte di Yildiz e Conceicao. Invece i rossoblù in partenza tengono un ritmo altissimo, che è poi la chiave per non far respirare né ragionare gli uomini di Tudor. La Juve prova a spingere sulla corsia di destra con Kalulu, perché dall’altra parte Joao Mario patisce Ellertsson, bravo a tamponare ed a ripartire. Ma sono, questi, gli unici affanni rossoblù, che però mostrano la solita difficoltà in fase offensiva. Un Grifone comunque tenace, che resiste e lo fa con raziocinio. Tudor invita Conceicao e Yildiz ad aumentare il numero dei giri del motore. Ed è l’attaccante della Juve che prova allora a creare la superiorità numerica in avanti. Ma il Genoa non dà spazio e finché riesce a tenere il ritmo altissimo, la Juve fatica a ragionare, deve scaricare in fretta il pallone perché l’aggressività dei rossoblù è l’arma in più della squadra di casa per contenere la forza degli ospiti. Sta qui la chiave, sopperire alla differenza di cilindrata con l’intensità.

che coraggio—  

Joao Mario stende Ellertsson che gli scappa a destra, è giallo. Confermando, in questo modo, che da parte di Vieira è l’atteggiamento giusto per tenere in scacco i bianconeri. La squadra di Tudor fa una buona fase difensiva, ma poi fatica ad allungarsi. La prima vera occasione da gol è del Genoa, al minuto 26, quando Ellertsson impegna Di Gregorio che respinge con i pugni, dopo il lancio di Carboni e l’improvvisa sterzata dell’islandese, che calcia però sul primo palo. Una partita maledettamente complicata per la Juventus, perché il Genoa l’ha disseminata di trappole. Solo nel finale emerge la classe superiore degli ospiti. Al minuto 41 la prima occasione da gol per la Juve, quando su una magia di Yildiz dalla sinistra Gatti calcia a botta sicura, ma Leali ci mette provvidenzialmente la mano e allunga in angolo. Capolavoro Juve e grande risposta del numero uno rossoblù. Poi al minuto 43 la Juve cresce ancora ed è il solito Yildiz, dopo avere sfondato a sinistra, che impegna Leali, sulla cui ribattuta David alza sulla traversa.

controprova—  

Segnali di vera Juventus, che cercano una conferma nella ripresa. E IL Genoa mostra invece la stessa intensità dei primi 45 minuti, come dimostra la progressione di Ellertsson – di sicuro il più pericoloso fra i rossoblù – sulla destra al minuto 3, dove sfonda a destra saltando Joao Mario, che però poi rimedia in scivolata al momento del tiro del centrocampista rossoblù. Juve che va a fiammate, però non può fidarsi di un Genoa che cerca comunque di mantenere lo stesso atteggiamento del primo tempo, pur se con minore continuità. Serve un’azione a sorpresa e allora al minuto 10’ la Juve prova a sfruttare la potenza di Thuram, che strappa fra cinque giocatori rossoblù, ma poi il suo diagonale è fuori misura. Tudor ripropone lo stesso canovaccio del primo tempo, cercando spazio a destra, ma non basta. Tudor capisce che il Genoa inizia a soffrire in mezzo al campo, dove Stanciu va un po’ sotto ritmo e Thuram e Locatelli hanno più libertà per far ripartire l’azione. Non è lo stesso Genoa a mille all’ora del primo tempo e questo agevola la Juve, che alza pressing ed intensità. Ma gli uomini di Vieira non mollano. Improvvisa ripartenza genoana, ancora una volta sulla fascia occupata da Joao Mario, ma la doppia botta Stanciu-Colombo è murata da Locatelli.

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triplo cambio—  

Tudor ribalta allora la Juve: dentro Koopmeiners, Kostic e Vlahovic, fuori Locatelli, Joao Mario e David. Vieira risponde con Malinovskyi e il tuttocampista Thorsby, escono Carboni e Stanciu, per rinforzare la trequarti in difficoltà nella seconda metà della ripresa. Yildiz vuole creare spazi dalla metà campo in su e sta qui la chiave della gara, che la Juve sblocca proprio nel momento della superiorità numerica bianconera, con Ellertsson a bordo campo. Ed è lì che la Juve – al minuto 28 – sblocca la gara con la zuccata di Vlahovic sull’angolo battuto da Kostic. Il Genoa protesta perché dopo l’ingresso in campo dei sanitari il direttore di gara obbliga l’islandese a restare fuori dal campo. Resta lo svantaggio dei rossoblù, che lottano con furore, ma non hanno più la forza e l’intensità della prima ora di gioco. Vieira toglie allora Ellertsson, Frendrup e Colombo, dentro Vitinha, Ekhator ed Ekuban, per tentare l’impossibile alla ricerca del pareggio. La Juve si chiude, ragiona, tiene palla, inserisce Nico Gonzalez per Conceicao e abbassa Kalulu e Kostic sulla linea della difesa per arginare la spinta genoana. Il Genoa insiste sino alla fine, ma invano.