Ztl, strisce blu, tram e nuove stazioni metro. Sullo sfondo ci sono i romani che nel 2024, tra cantieri e un surplus di automobili, hanno perso tre giorni nel traffico cittadino. Si torna dalle vacanze e il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, si trova davanti una sfida decisiva per il futuro, suo e della città: quella della mobilità. Non basteranno, infatti, due nuovi scali della metro C per risolvere i problemi degli spostamenti.
La Ztl fascia verde
Il nodo principale rimane la Ztl fascia verde. Dal 1° novembre scatteranno i divieti previsti dal Piano di risanamento ambientale della Regione Lazio, con lo stop alla circolazione delle auto che montano un montare fino a diesel euro 5 e benzina fino a euro 2. Centinaia di migliaia di vetture che non potranno entrare in uno spazio che comprende quasi tutta l’area tra il Grande raccordo anulare e l’Anello ferroviario, compresa ovviamente la Ztl centro storico.
LA MAPPA DELLA ZTL FASCIA VERDE
Il Comune di Roma sta lavorando a un piano per consentire una deroga ai motori diesel euro 5 ma spetterà alla Regione l’ultima parola. Intanto, non si hanno notizie in merito all’attivazione dei varchi che monitoreranno gli accessi. Senza l’utilizzo degli occhi elettronici c’è il rischio che il provvedimento, come accaduto in passato, rimanga solo su carta. E la “colpa”, in un senso o nell’altro, ricadrà per forza di cose sul primo cittadino.
Le nuove strisce blu
Decongestionare il centro dalle auto. Questo è il traguardo più ambizioso che il Campidoglio vuole raggiungere. Solo nel 2023, gli ingressi nella Ztl centro storico sono stati 68 mila al giorno, 46,7 milioni nelle quattro Ztl della città. Tutte auto che, ovviamente, hanno bisogno di un parcheggio. L’idea di Gualtieri e dell’assessore alla Mobilità, Eugenio Patanè, è quella di, oltre a ridurre l’ingresso di vetture con la Ztl fascia verde, rendere più facile trovare un parcheggio per poi utilizzare i trasporti pubblici, molto presenti nelle aree centrali della città.
Da qui la scelta, messa nera su bianco con l’ormai famosa delibera del 5 agosto, di aumentare gli stalli a pagamento da 70.000 a 100.000. Meno soste gratuite, spesso adibite a parcheggi “privati” dai residenti, e più stalli blu per favorire il ricambio. Allo stato attuale, però, non sono ancora stati resi noti i tempi di attuazione della delibera. Non solo. Entro il 2026 saranno attivati 7.500 sensori che monitoreranno la sosta nelle strisce blu, di cui l’80% nei parcheggi del centro città.
Centro storico a 30 km/h
E se la Ztl fascia verde e le strisce blu non dovessero bastare a far entrare meno auto, è imminente la trasformazione del centro in una grande zona 30, sulla falsa riga di Bologna. Fermo restando che difficilmente, visto il traffico, nel cuore di Roma si riesca ad andare a una certa velocità, una volta che il provvedimento (ancora in attesa delle ultime firme) sarà operativo recarsi nel salotto di Roma con la macchina dovrebbe diventare meno conveniente.
I nuovi autovelox per la sicurezza
Sempre restando sulla mobilità privata, l’altra sfida di Gualtieri riguarda la sicurezza stradale. Il 2025, sulla falsa riga del 2024, ha registrato decine e decine di incidenti, spesso mortali, nei quali sono stati coinvolti automobilisti, centauri, pedoni e ciclisti. Nei prossimi tre anni arriveranno 60 nuovi autovelox , con i primi che cominceranno le fasi di attivazioni a inizio settembre. E mentre proseguono i lavori sui black point, sono stati stanziati 4 milioni di euro per realizzare i primi 150 attraversamenti pedonali rialzati. Insomma, almeno sul tema sicurezza il Comune sembra si stia muovendo con le idee molto chiare.
E il trasporto pubblico?
“Io poserei la macchina ma i bus arrivano in ritardo e le metro sono poche”. Alzi la mano chi non ha mai letto o sentito questa frase quando si chiede ai romani di posare la loro automobile per andare a scuola o a lavoro. Un’affermazione spesso esagerata ma che ha, ovviamente, il suo fondo di verità.
E al ritorno dalle vacanze i cittadini non troveranno una Roma migliorata da questo punto di vista, anzi. Certo, è sempre più vicina l’apertura delle nuove stazioni della metro C Colosseo e Porta Metronia ma, intanto, i lavori e i test dureranno fino a ottobre, causando stop e limitazioni delle corse della terza linea metropolitana di Roma. Di sicuro, non basterà prolungare la linea C di due fermate e avere un nuovo nodo di scambio per risolvere i problemi del trasporto pubblico. Gli altri progetti in cantiere si vedranno tra anni, alcuni tra decenni. Nell’immediato, quindi, i romani dovranno arrangiarsi.
Certo, sono arrivati, e continuano ad arrivare, nuovi mezzi, come gli autobus elettrici e il contratto di servizio stipulato con Atac prevede un aumento dei chilometri prodotti da qui al 2027. Basterà per convincere i romani a salire a bordo dei mezzi della municipalizzata dei trasporti? Di sicuro non lo faranno quelli che vivono nelle zone periferiche, quelle servite dai privati. È notizia recente, infatti, della richiesta di messa in mora delle aziende che gestiscono il servizio, preludio a un possibile stralcio del contratto. Il motivo? Mezzi fatiscenti, corse in ritardo e utenti scontenti.
Nuovi tram e treni
Un buon modo per spronare i romani a passare al trasporto collettivo sarebbe quello di presentare i nuovi tram e treni. I primi dovrebbero cominciare ad arrivare entro fine anno ed essere attivi prima della metà del 2026. 121 nuovi tram, di marca spagnola, che sostituiranno quelli più vecchi che circolano in città. Ancora oggi, però, non ci sono date in merito alla loro consegna ma dall’assessorato alla Mobilità, su questo tema, trapela ottimismo. Il primo “Urbos” è atteso, salvo imprevisti, per dicembre.
Sono invece arrivati i due nuovi treni Hitachi destinati alla metro B. Il primo sta finendo le fasi di pre esercizio però, al momento, non si sa quando potrà fare il suo viaggio inaugurale. Dopo i test, infatti, dovranno arrivare le autorizzazioni di Ansfisa. L’obiettivo (o la speranza) del Campidoglio è quella di far salire a bordo i primi passeggeri prima della fine del 2026.
Cantieri
I romani troveranno una città ancora in fermento per i cantieri. Almeno fino al 2035, gli automobilisti dovranno convivere con i maxi scavi di piazza Venezia, dove sorgerà la nuova stazione museo della metro C. Per permettere la realizzazione dei lavori, in autunno la viabilità cambierà nuovamente con la circolazione delle auto. Sono ancora in vigore le limitazioni attorno alla stazione Pigneto mentre alla stazione Termini, fino al 31 ottobre ci sarà divieto di transito sulla corsia lato stazione, nel tratto da via Gioberti a via Cavour. Continueranno anche gli interventi sulla tangenziale est in particolare, tra via dello Scalo di San Lorenzo e via Prenestina. Per permettere questi lavori, tra ottobre e novembre si fermeranno i tram per due mesi. Non certo una novità visto che, negli ultimi anni, il servizio, sempre per lavori, ha funzionato a singhiozzo.
Il bivio
Roma e il sindaco Roberto Gualtieri si ritrova a un bivio. Da una parte, ci sono le ambizioni di una capitale europea sostenibile. Dall’altra, c’è il peso di un presente fatto di cantieri, ritardi e automobili in eccesso. Le scelte dei prossimi mesi diranno se la città dei 15 minuti potrà mai diventare realtà o resterà solo uno slogan. Perché per capire se qualcosa sta cambiando a Roma, più che i varchi elettronici o le nuove stazioni, servirà misurare il tempo che i cittadini riescono a non perdere nel traffico.