di
Paolo Tomaselli

Non basta l’iniziale vantaggio di Dumfries. Annullato a Dimarco il gol del pareggio per il fuorigioco di Thuram

Nemmeno il nuovissimo modulo della disperazione, con i quattro attaccanti in campo nel finale, serve all’Inter per ribaltare una partita che sembrava in discesa e diventa un Mortirolo — anzi uno Zoncolan trattandosi dell’Udinese — piazzato alla seconda tappa. Alla terza, c’è già all’orizzonte lo Stadium juventino e la squadra di Chivu ci arriva da inseguitrice del gruppetto di testa. Con pericolosi segnali di fiatone, conseguenza di vecchie presunzioni che riemergono e anche di una transizione verso un gioco più ibrido e imprevedibile (invocato da Chivu) che però sta abbandonando vecchie certezze, senza trovarne subito di nuove.

Ben inteso: l’Inter crea tantissimo e meriterebbe il pari e l’Udinese (che pure può andare sul 3-1 con Davis) si difende in tutti i modi possibili, ma decine di cross contro una difesa dove il meno alto è 190 cm, denotano una preoccupante mancanza di idee e di giocate alternative con la palla a terra. Il 2-2 arriverebbe anche al momento giusto, a inizio ripresa, ma il gol di Dimarco è annullato per fuorigioco di Thuram. L’ingresso — con boato annesso — di Pio Esposito al debutto in A non porta nessun lieto fine. E in generale, prima ancora che nell’area friulana, l’Inter perde il confronto a centrocampo, dove Calhanoglu è sovrastato e dove il pressing alto visto col Torino semmai lo fa l’Udinese.



















































L’Inter parte però in modo convincente , anche se rischia subito con un tiro di poco a lato di Bayo, appena arrivato dal Watford: l’equilibrio non sembra così solido, ma Lautaro con una gran giocata di tacco manda fuori giri mezza Udinese, serve Thuram che scambia con Dimarco e riavuto il pallone inventa dentro l’area un assist per Dumfries, che irrompe da due passi.
Sembra la premessa di qualcosa di più grande, ma l’Udinese non si fa impressionare, continua a pressare e reagisce sfruttando il continuo movimento di Davis e Bayo che trovano la profondità, costringendo l’Inter ad abbassare il baricentro, con Calha a scartamento ridotto. Il pari nasce comunque in modo estemporaneo, per un cross da destra di Zemura sul quale Bertola devia il pallone addosso al braccio di Dumfries, che non può evitare il contatto. Marchetti decide per il rigore dopo il richiamo del Var, ma l’annuncio non si sente perché da Lissone non accendono il microfono. Davis scippa il pallone a Solet e spiazza Sommer.

L’Inter riparte, ma Thuram invece di tirare cerca il dribbling su Solet: dall’altra parte Atta invece si ritrova un tappeto rosso steso da Bisseck, marcatore sempre blando, e piazza un destro a giro imprendibile per il sorpasso. Il ritmo nerazzurro nella ripresa è frenetico e poco lucido, i cambi sono tardivi e oltre al gol annullato a Dimarco, Sava deve fare solo una parata di piede su Bisseck dopo l’ennesimo flipper. Chivu deve già inseguire: in classifica Napoli, Juve e Roma; ad Appiano, nuove idee e contromisure.

31 agosto 2025 ( modifica il 31 agosto 2025 | 23:17)