di
Flavio Vanetti
La Nazionale di Pozzecco trova il secondo successo consecutivo trascinata dai 39 punti di Simone
LIMASSOL Volando sulle ali di un Simone Fontecchio da 39 punti, pescando nel torbido di una partita comunque complicatissima, fatta di sofferenze assortite, di fughe provate e respinte, ma alla fine riuscite, addirittura con un epilogo all’insegna di una «goleada» inimmaginabile in corso d’opera (96-79 e +17 per fare festa anche nella differenza canestri), l’Italbasket doma la Bosnia Erzegovina e mette al sicuro la promozione alla fase finale di Riga: ci giocheremo verosimilmente con la Spagna il secondo posto, essendo quasi scontato il primato della Grecia.
E’ stato un viaggio sull’ottovolante di emozioni di segno opposto, in costante alternanza tra estasi e paure. Anzi, prima le paure perché nel basket non reggono i sillogismi e il fatto che Bosnia sia stata schiantata dalla Spagna non significava avere a che fare con un avversario debole e remissivo. E non valevano nemmeno la storia e il ricordo che in almeno altre due occasioni, all’Europeo 1999 e a quello del 2003, sono stati i successi contro questa squadra a spianare la strada, in un caso verso l’oro e nell’altro verso il bronzo (e a questo punto, nel dubbio, tocchiamo ferro…). E’ stata la serata della rinascita offensiva di un Fontecchio in versione immarcabile o quasi, ma a suo fianco gli uomini della svolta – avvenuta come con la Georgia tra la metà del terzo quarto e l’ultimo periodo – sono stati Darius Thompson (finalmente ha dimostrato che sa e può segnare) e Marco Spissu, calatosi nei panni del leader perché – impressione nostra, vista la simbiosi tra i due – si era sentito in dovere di farlo dopo l’espulsione per doppio tecnico di Pozzecco (stavolta non scamiciato, ma richiamato quattro volte prima della cacciata).
La Bosnia ci ha aggredito con il fisico erculeo di Nurkic – anche lui quasi immarcabile -, con i tiracci dei vari Lazic, Roberson, Alibegovic, Atic, e per metà incontro con la supremazia a rimbalzo (13-21 il conto alla pausa, dato poi per fortuna aggiustato). Ma alla lunga ha pagato la tenaglia difensiva, sempre più dura, dei nostri. Azzurra aveva provato a scappare già nel secondo tempo (36-28), però era stata ripresa da un parziale di 8-0. Si è proceduto all’insegna dell’equilibrio, dell’intensità, di prodezze e di solenni cavolate. Al 26’ era ancora tutto da decidere (58-54), la scatola l’ha scardinata una gran giocata di Spissu seguita dal +10 firmato da Melli (66-56). Diouf ci ha spinto a +15, ma è ormai assodato che dobbiamo abituarci a un’Italia che crea e disfa. La Bosnia s’è riportata a -5 (82-77), ma non sapeva che Darius Thompson era in agguato per ristabilire lo scarto della sicurezza. E nel finale, solo fuochi d’artificio. Di colore azzurro.
31 agosto 2025 ( modifica il 31 agosto 2025 | 23:14)
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