Simone Vagnozzi, coach di Jannik Sinner, ha parlato della speranza di vedere Darren Cahill ancora nel team dell’attuale n.1 al mondo anche nel 2026, nonostante il ritiro annunciato negli scorsi mesi: “Saremo tutti felici se decidesse di restare, ma al momento non c’è nulla di certo”. E sull’allenare un atleta come Sinner ha aggiunto: “E’ una posizione meravigliosa. Significa affrontare ogni torneo con l’intenzione di vincerlo”

RISULTATI LIVE: ATP – WTA

Saremo tutti felici se Darren Cahill decidesse di restare, ma al momento non c’è nulla di certo“. Così Simone Vagnozzi, il coach di Jannik Sinner, in un’intervista al sito dell’Atp dove ha parlato della speranza di vedere ancora l’australiano parte del team anche nel 2026, ma non solo. “Sono molto fortunato ad aver incontrato una persona come Darren, sia dal punto di vista professionale che personale. Abbiamo legato subito e questo ci ha indubbiamente aiutato nel nostro percorso. Abbiamo sempre messo al primo posto l’interesse di Jannik“. Poi, sempre riflettendo sul team che accompagna il n.1 al mondo, ha spiegato: “Abbiamo ruoli diversi: io mi occupo più dell’aspetto tecnico e tattico, mentre lui è più responsabile della parte mentale ed emotiva, la cosa più importante è che il giocatore senta sempre una voce unita”. 

Quella scommessa a Wimbledon

Cahill aveva annunciato che avrebbe chiuso la carriera a fine 2025, ma dopo il trionfo a Wimbledon lo stesso Sinner ha lasciato intendere che le cose potessero cambiare. “Con Darren avevamo una scommessa: se avessi vinto il titolo avrei deciso io il suo futuro. Adesso a fine anno vedremo…”, aveva detto detto in conferenza stampa. E, sempre nel corso dell’intervista, Vagnozzi ha spiegato cosa significhi allenare un atleta come Jannik: “Allenare il numero 1 del mondo è una posizione meravigliosa. Significa affrontare ogni torneo con l’intenzione di vincerlo, come diciamo sempre nel nostro team. La cosa fondamentale per noi è avere la tranquillità di sapere di aver fatto tutto nel miglior modo possibile”.  Infine, anche una riflessione sul ruolo dell’allenatore: “L’esperienza aiuta. Penso che i migliori allenatori siano quelli che ottengono grandi risultati con atleti diversi. Sta a noi capire come portare valore, ed è per questo che dobbiamo essere come camaleonti: non si può usare lo stesso metodo con giocatori diversi”, ha concluso Vagnozzi.

Vedi anche
Sinner: “Ho vinto una scommessa con Cahill”