Le cucine spariranno dalle nostre case? Ecco le previsioni degli esperti.

Qualche mese fa, Juan Roig, uomo più ricco di Spagna, e CEO della catena di supermercati Mercadona, ha detto: nel 2050 non ci saranno più le cucine. Lo ha detto sulla base dell’esperienza acquisita nella sua azienda, un gigante che nel 2024 aveva 1.600 negozi in Spagna e 63 in Portogallo. Nei suoi negozi, i cibi pronti occupano sempre più spazio, perché si vendono sempre meglio.

Ma è una buona o una cattiva notizia, e davvero le cucine spariranno dalle nostre case? “Se questa profezia si avverasse, sarebbe una catastrofe per la società. Perderemo una grande eredità gastronomica, che alla fine è patrimonio culturale, e la nostra vita sarà sicuramente peggiore, perché cucinare a casa non significa solo nutrirsi: ci sono un sacco di cose intorno che sono estremamente importanti”, ha detto qualche giorno fa Mikel López Iturriaga, giornalista e critico gastronomico spagnolo, con una rubrica sul Pais che si chiama El Comidista.

Lo ha fatto nel podcast Sabor a Queer, presentando il suo libro Cocina de aquí para gente de hoy, un ricettario che raccoglie i piatti spagnoli più semplici da preparare. “Dobbiamo andare sulle barricate per difendere la cucina e non lasciare che ce la portino via. Ce la vendono come libertà, come ‘Oh, bene, hai tante opzioni in più, il supermercato, con tutte queste cose pronte’, ma alla fine si perde la libertà di decidere cosa mangiare, come mangiarlo, come farlo…”.

Sulla casa minimalista della star dello yoga più famosa di Internet: “Volevo uno spazio che sembrasse una casa, ma anche un rifugio creativo”. Altre foto, qui.

© Tim LenzUn contesto ostile per la cucina

Per il giornalista è una pessima idea lasciare “qualcosa di assolutamente importante come la propria dieta” nelle mani di un’industria che lavora solo per il proprio guadagno economico. Ma, allo stesso tempo, riconosce che “se la cucina domestica è in declino, è perché il contesto è totalmente ostile”.

E lo è: ora che le casalinghe sono quasi sparite, nella maggior parte delle famiglie non c’è nessuno che possa dedicare tutto il giorno, o buona parte di esso, alla cura. Inoltre, sono cambiati gli stili di vita: ci sono molte persone che non vivono in coppia, ma da sole o in appartamento, e tra lavoro, obblighi e (se rimane tempo) vita sociale, c’è poco tempo da dedicare alla cucina. Da qui il successo della batch cooking (che consiste nel cucinare solo la domenica per tutta la settimana, è il giorno libero per la maggior parte di noi). E, naturalmente, i cibi pronti, acquistati in negozio o consegnati dalle aziende.