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Daniele Sparisci, inviato a Zandvoort

Le due Rosse entrambe fuori, Leclerc sconsolato e Hamilton senza parole: «Non è normale per me fare incidenti del genere». Vasseur perdona Kimi dopo l’incidente che ha messo fuori causa Charles

La mazzata a un fine settimana da incubo per la Ferrari è arrivata a tarda sera, come se non fosse bastato il doppio zero in pista, quando i motorhome delle squadre erano pronti per partire con destinazione Monza dove Hamilton scatterà penalizzato per una clamorosa svista. «È stato un inferno dall’inizio alla fine» aveva detto Leclerc qualche ora prima dopo essersi seduto sulla collinetta della passione (in realtà è una duna, questa pista che ieri ha salutato il secondo posto di Verstappen dietro a Piastri quasi come una vittoria sorge in una riserva naturale marina), immerso in pensieri cupi. Il monegasco è stato messo ko da Antonelli mentre è stato scagionato dall’accusa di guida pericolosa su Russell, lo stesso George ha ammesso la bellezza di quel sorpasso.

L’ha combinata grossa il 19enne della Mercedes: presentarsi al Gp d’Italia dopo aver fatto fuori Charles con un azzardo inutile non gli attirerà simpatie. In un momento critico (un punto nelle ultime cinque gare) Kimi ha colpito il posteriore della monoposto numero 16 sulla curva sopraelevata 3, è corso a scusarsi nel box della Ferrari ma il danno ormai era fatto. Vasseur ha accettato le scuse: «È arrivato ma Charles non c’era e ha trovato me, ho apprezzato il comportamento. Qui per superare devi rischiare e lui lo ha fatto sbagliando». Niente ruggini ma un’amarezza profonda. Kimi è stato punito con 10’’, più altri 5’’ per non aver rispettato i limiti di velocità in pit-lane. Ha visto Norris disperarsi per il ritiro dovuto a una grana tecnica della McLaren, si indaga sull’area motore. È un ritiro che consente a Piastri, con il nono trionfo in carriera, di portarsi a +34, la strada per il Mondiale è in discesa. Antonelli e Hamilton erano gli osservati speciali qui, dovevano riscattarsi prima di Monza. E invece entrambi sono stati protagonisti di errori e orrori.



















































Quelli di Lewis sono ingiustificabili per un sette volte campione in una domenica dove la matricola Hadjar è finita sul podio con la Racing Bulls Made in Faenza. E dove un giovane del vivaio di Maranello, Ollie Bearman, ha regalato un sesto posto alla Haas. L’investimento più importante della recente storia della Ferrari sarà stato anche redditizio per aumentare il fatturato dagli sponsor, ma a livello sportivo si sta rivelando disastroso.
Lewis è stato il primo a finire contro le barriere, molto presto al 22° giro: «Non è normale per me fare incidenti del genere, sono andato sulla sopraelevata, ho avuto una sbandata e non potevo più riprendere la macchina. Peccato, perché stavo facendo progressi». 

Ma quei piccoli passi in avanti ora sono stati completamente cancellati. La sua gara era già compromessa prima della partenza, nei giri di riscaldamento. Non ha rallentato abbastanza in regime di doppie bandiere gialle esposte vicino all’ingresso ai box. È stato inchiodato dalla telemetria, la decelerazione di 20 km/h è stata ritenuta insufficiente. Gli sono state riconosciute delle attenuanti, 5 posizioni in meno da scontare sulla griglia di partenza di Monza anziché 10 come avviene per questo genere di infrazioni. Altro che i discorsi sul podio di Vasseur, ha ragione Leclerc. Zandvoort è stata un inferno. L’inferno del Nord. E per la Ferrari la pena non è ancora finita.

1 settembre 2025 ( modifica il 1 settembre 2025 | 07:05)