Un dipinto inedito attribuito a Giorgio Morandi è apparso qualche giorno fa a Cortina d’Ampezzo ma è subito “giallo” sulla sua attribuzione. L’opera è stata presentata in pompa magna all’Hotel de la Poste della “perla” delle Dolomiti come una nuova opera del maestro bolognese raffigurante “Alberi e montagne” e realizzata su tavola nel 1920, ovvero il periodo in cui Morandi si era accostato alla Metafisica e al gruppo “Valori Plastici”. L’opera non figura nel catalogo ufficiale, redatto dal critico Lamberto Vitali quando Morandi era ancora in vita, ma l’opera gli viene attribuita per la veridicità della firma, secondo il parere del perito grafologo Giuseppe Ranoldi, che ha sottolineato: “copiare una firma può sembrare facile, ma l’imitazione perfetta è un’altra storia”. Ma non solo, come spiegano gli organizzatori dell’evento, “il frutto di questa scoperta è stato completato da altri coautori appassionati che hanno svolto studi, analisi e approfondite ricerche sull’origine, la storia e la genesi iconografica, tra i quali Maria Martina Corso del CRS Centro Ricerche e Studi di Vicenza, l’architetto Domenico Caterino, Vicente Camero e Vincenzo Corso che ha permesso di identificare con precisione il punto in cui l’artista posò il cavalletto: Ortisei, con il Sassolungo sullo sfondo”.

Inoltre, hanno specificato gli organizzatori, “il dipinto farebbe parte di un gruppo di 33 opere commissionate dal mercante Mario Broglio a Morandi secondo un contratto del 1919”.

Ma dal Museo Morandi di Bologna arriva molto di più di una perplessità sul ritrovamento. “Premetto che bisognerebbe vedere l’opera dal vivo – spiega il direttore Lorenzo Balbi – ma il dipinto mi lascia perplesso. Intanto non figura nel catalogo ufficiale. È una tecnica, olio su tavola, molto particolare e insolita per Giorgio Morandi soprattutto per i dipinti che ritraggono paesaggi. E in quegli anni era solito ritrarre le vedute dell’Appennino bolognese. L’ultima parola sull’attribuzione del dipinto spetta comunque al Centro studi Giorgio Morandi, presieduto da Marilena Pasquali, l’istituzione autorizzata a includere nuove opere nel catalogo ufficiale del pittore”.

Le stesse perplessità espresse da Marilena Pasquali. “Dovrei vedere il dipinto dal vero – spiega la storica dell’arte, già direttrice del Museo Morandi di Bologna – ma a prima vista direi che assomiglia tanto a un dipinto che è già stato presentato al Centro studi, la prima volta nel 1990 e poi anche in seguito, riscuotendo sempre un parere negativo”.