La ricerca scientifica sulla prevenzione del diabete di tipo 2 ha raggiunto una nuova pietra miliare grazie al più ampio studio clinico mai condotto in Europa su alimentazione e stili di vita. I risultati dimostrano che un approccio multidisciplinare, che combina diversi elementi della prevenzione sanitaria, può ridurre significativamente il rischio di sviluppare una delle patologie più diffuse al mondo. Lo studio PREDIMED-Plus ha coinvolto quasi cinquemila partecipanti seguiti per sei anni, offrendo evidenze concrete sull’efficacia di interventi coordinati nella lotta contro questa malattia cronica.

Un approccio integrato che fa la differenza

Quando la dieta mediterranea viene potenziata con una riduzione calorica mirata, attività fisica moderata e supporto professionale per il controllo del peso, la protezione contro il diabete di tipo 2 aumenta del 31% rispetto alla sola alimentazione mediterranea tradizionale. Questa scoperta emerge dall’analisi di 4.746 volontari divisi in due gruppi distinti e monitorati per un periodo prolungato.

Il gruppo di intervento ha seguito un programma strutturato che prevedeva una riduzione di circa 600 calorie giornaliere, esercizio fisico regolare come camminata veloce e attività per rafforzare equilibrio e muscolatura, oltre al sostegno di specialisti nella gestione del peso corporeo. Il gruppo di controllo, invece, ha mantenuto unicamente l’alimentazione mediterranea senza altre modifiche allo stile di vita.

I numeri parlano chiaro: risultati tangibili

I partecipanti al programma integrato hanno perso in media 3,3 chilogrammi e ridotto la circonferenza vita di 3,6 centimetri, mentre il gruppo di controllo ha registrato diminuzioni minime di appena 0,6 chilogrammi e 0,3 centimetri. Questi dati confermano l’efficacia dell’approccio combinato in benefici concreti e misurabili per la salute pubblica.

Tre persone su cento evitano il diabete grazie a questi cambiamenti

Come spiega Miguel Martínez-González, docente all’Università di Navarra e professore associato ad Harvard: “In termini pratici, aggiungere controllo calorico e attività fisica alla dieta mediterranea ha prevenuto lo sviluppo del diabete in circa tre persone su cento – un beneficio chiaro e misurabile per la salute pubblica”.

La sfida globale del diabete

L’urgenza di strategie preventive efficaci è sottolineata dalla portata epidemiologica del problema. Frank Hu, titolare della cattedra Fredrick J. Stare di Nutrizione ed Epidemiologia ad Harvard, evidenzia come “stiamo affrontando un’epidemia globale di diabete” e che lo studio fornisce “le prove di più alto livello” che modifiche modeste ma sostenute nello stile di vita potrebbero prevenire milioni di casi della malattia in tutto il mondo.

La ricerca ha coinvolto 23 università spagnole in collaborazione con la Harvard T.H. Chan School of Public Health, concentrandosi su partecipanti di età compresa tra 55 e 75 anni, in sovrappeso o obesi, affetti da sindrome metabolica ma ancora privi di diabete di tipo 2 all’inizio dello studio.

Oltre la dieta: un modello di prevenzione completo

Ricerche precedenti avevano già collegato la dieta mediterranea a migliori risultati di salute. L’innovazione di questo studio risiede nella dimostrazione che i benefici dell’alimentazione possono essere amplificati da interventi coordinati che agiscono su più fronti simultaneamente.

Il team di ricerca del PREDIMED-Plus ha ricevuto finanziamenti dal Consiglio Europeo della Ricerca, dall’Istituto Nazionale Spagnolo della Salute, dal Centro di Ricerca Biomedica in Rete (CIBER) e dall’Istituto Nazionale Americano per il Diabete e le Malattie Digestive e Renali. I risultati sono stati pubblicati il 25 agosto 2025 su Annals of Internal Medicine.