Un nuovo studio pubblicato su Annals of Internal Medicine suggerisce che perdere peso può aumentare le probabilità di gravidanza per le donne con obesità, anche nei casi in cui si debba ricorrere alla fecondazione in vitro (IVF).

Diversi studi hanno dimostrato che l’obesità è legata a infertilità femminile, in particolare a condizioni come la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS). Le donne con obesità hanno anche tassi di successo più bassi con la IVF, rischi più alti di aborto e tassi di natalità inferiori. Una sotto-analisi dello studio LIFEstyle ha evidenziato che la perdita di peso da interventi sullo stile di vita aumentava i tassi di concepimento nelle donne con obesità, infertilità e cicli irregolari.
La perdita di peso porta numerosi benefici correlati alla gravidanza — come un miglior equilibrio ormonale e minori rischi di diabete gestazionale e preeclampsia — ma è chiaro se migliora i risultati della IVF.
Le linee guida cliniche che raccomandano la perdita di peso prima della ART (tecniche di procreazione medicalmente assistita) si sono basate per lo più su studi osservazionali e pochi trial clinici, che hanno mostrato peggiori esiti con BMI elevato e migliori tassi di ovulazione e concepimento dopo perdita di peso.

Il nuovo studio si basa su una revisione sistematica di 12 studi clinici randomizzato su 1.921 donne (età media 28-33 anni). Le strategie di perdita di peso comprendevano dieta, programmi di esercizio e farmaci. I gruppi di intervento hanno perso in media circa 4 kg in più rispetto ai controlli.
Nei 12 studi clinici randomizzati, vi era una certezza moderata che le strategie di perdita di peso pre-IVF fossero associate a un aumento dei tassi complessivi di gravidanza (risk ratio [RR] 1,21) e delle gravidanze da concepimento spontaneo (RR 1,47). Gli interventi di perdita di peso non sono stati associati a differenze nei tassi di aborto spontaneo (RR 1,05), mentre l’effetto sui tassi di nati vivi era poco chiaro, tuttavia, l’effetto sulle gravidanze derivanti da IVF è risultato incerto.

I risultati hanno rilevato che le partecipanti che avevano perso peso avevano tassi di gravidanza più alti, soprattutto per concepimenti naturali. Tuttavia, i benefici sui risultati della IVF — come nati vivi e riduzione dei rischi di aborto — restano incerti.

“Il calo di peso pre-concepimento nelle donne con obesità che cercano la IVF aumenta le probabilità di gravidanza, soprattutto attraverso concepimenti spontanei, che possono persino rendere superfluo il trattamento,” hanno concluso gli autori.

Tuttavia, alcuni esperti avvertono cautela. Ying Cheong (Università di Southampton) ha osservato che, poiché la IVF supera molte barriere legate all’obesità, resta “incerto se ritardare il trattamento per perdere peso migliori davvero i tassi di successo”. Inoltre, molte delle singole analisi non hanno mostrato alcun beneficio significativo.

In un editoriale di accompagnamento, Alan Penzias ha sottolineato che l’età della donna rimane il fattore predittivo più forte di successo, più ancora dell’età al momento del transfer rispetto a quella degli ovociti al prelievo. Ha inoltre ricordato che è necessario bilanciare i tempi necessari alla perdita di peso con i benefici, e che occorre sempre una valutazione completa delle cause d’infertilità.

Gli esperti ricordano che l’obesità influisce sulla fertilità e aumenta i rischi in gravidanza, ma sottolineano anche che l’età rimane il fattore più determinante per il successo. Inoltre, ritardare troppo la IVF per perdere peso potrebbe ridurre le possibilità complessive.