Swans: storia, suoni e magia oscura nel nuovo disco “Birthing”

Swans: storia, suoni e magia oscura nel nuovo disco “Birthing”
di Umberto Poli [user #65904] – pubblicato il 01 settembre 2025 ore 08:13


Quante cose sono (e sono stati) gli Swans? Tante, questo è certo. Da oltre quarant’anni, il fondatore e cantante Michael Gira dà fiato e corpo alla sua mutevole creatura che – nonostante le svariate forme assunte nel corso della sua esistenza, morti e resurrezioni incluse – sembra essere ancora distante dal capolinea. Birthing, diciassettesimo traguardo in studio della band, ci consegna un prodotto in linea con le aspettative. Qualche aggettivo? Potente, impressionante, ancora una volta mastodontico. Stando a quanto affermato da Gira, Birthing dovrebbe essere l’ultimo “big sound” album degli Swans prima di un significativo cambio di rotta. Che sia vero? Niente più cavalcate come A Piece of the Sky o Apostate da The Seer (2014)? Niente più tracce-fiume sulla scia di The Beggar Lover (Three) con il suo record da 43 minuti e 52 secondi? Lo scopriremo. Per ora, non resta che tuffarci in questa – il titolo è indicativo – sorta di ennesima rinascita artistica, che certifica la forza attuale del gruppo e mette sul piatto quel che meglio sa fare: torrenziali composizioni “monster” – The Healers, [Rope] Away – ed un magmatico, rumorosissimo, irresistibile caos.

Swans: storia, suoni e magia oscura nel nuovo disco “Birthing”


Compongo le canzoni con la chitarra acustica seduto alla scrivania del mio ufficio. Non è affatto uno studio… è un ammasso disordinato, come la mia mente!

Michael Gira




La formazione, oltre alla fida Guild True American DC-1E e alla voce cavernosa di Gira, comprende numerosi ospiti ed un impianto stabile in cui, come al solito, figurano le corde di Kristof Hahn e Norman Westberg. Il primo, negli Swans fin dal 1989, è autore – grazie al suo approccio non convenzionale alla lap steel – di droni, bordoni, tappeti sonori che tanto connotano la band newyorchese. Di origine tedesca, è nato a Saarbrücken nel 1959, Hahn comincia a muovere i primi passi con la chitarra (prima classica, poi elettrica) e rimane influenzato da una serie variegata di artisti che va da Ike Turner a Dick Dale, da Chris Spedding a Glenn Branca.

Swans: storia, suoni e magia oscura nel nuovo disco “Birthing”

Molte le sue collaborazioni di pregio, da Thomas Wydler (Nick Cave and the Bad Seeds) ad Alex Chilton fino addirittura a Tricky, così come i gruppi in cui ha militato: The Legendary Golden Vampires, The Nirvana Devils, Angels Of Light e, naturalmente, Pere Ubu. La sua vena compositiva emerge, inoltre, nella realizzazione di colonne sonore e all’interno delle sue prove soliste (l’ultima delle quali, Six Pieces, è stata pubblicata nel 2021 dall’etichetta indipendente australiana Room40). Un assaggio delle capacità e della sapienza racchiuse nelle mani di Hahn – così come nei suoi strumenti, tra cui spiccano una Rickenbacker 10 corde, una Framus 8 corde o la più sperimentale ed ibrida lap steel costruita dal liutaio berlinese Saitenraiter con tre corde di basso e 4 di chitarra – può essere analizzato con dovizia di particolari nel video sottostante, relativo ad una performance in solitaria a Norimberga dello scorso 16 febbraio:



Michael Gira mi ha sempre incoraggiato a suonare la lap steel e ad esplorare nuovi territori.

Kristof Hahn




Il secondo, Norman Westberg, è membro degli Swans fin dagli inizi: la sua storia con la band parte con Filth (1983) e continua gloriosamente ancora oggi. Il suo stile – che trae linfa e nutrimento da chitarristi quali Mick Ronson, Jimi Hendrix, Dick Wagner, J. Geils e Tom Verlaine, tra i tanti, così come da Beatles, T. Rex, Bowie e Black Sabbath – ha il dono di trasformare letteralmente l’ambiente che lo circonda (sia in studio che in concerto) attraverso suoni ipnotici, loop, effetti. Come? Lentamente, stando fermo,  statuario, quasi inamovibile nella sua posa ieratica, e con generose manciate di sano noise. Un quadro, questo, completato dalla presenza tra le sue braccia di una Fender Telecaster o, spessissimo nei suoi solo show, di una Ibanez semi hollow AS-200 di colore rosso.



Imparai che non è necessario soltanto esercitarsi, esercitarsi e ancora esercitarsi, ma anche guardare dentro se stessi. Capii presto che non sarei mai stato uno “shredder” e che, anzi, dovevo trarre il massimo profitto da ciò che sapevo fare. Inoltre, non ho mai suonato canzoni di altri nelle cover band. Il mio obiettivo era trovare la mia propria voce sulla chitarra.

Norman Westberg




Per gli appassionati del tenebroso carrozzone capitanato da Michael Gira, conviene prendere carta e penna e appuntarsi i due imperdibili eventi dal vivo che vedranno gli Swans approdare da noi in autunno: lunedì 3 novembre, Ferrara (Teatro Nuovo); martedì 4 novembre, Milano (Auditorium).

P.s.

Che la catarsi abbia inizio!

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