Amanda Seyfried è arrivata al Festival di Venezia 2025 con la sicurezza di chi sa di avere tra le mani un ruolo destinato a segnare la sua carriera. Sotto i flash dei fotografi, l’attrice ha presentato The Testament of Ann Lee, il film in concorso che la vede protagonista nei panni di Ann Lee, fondatrice degli Shakers nel XVIII secolo, donna perseguitata e visionaria capace di costruire un’utopia fondata sull’uguaglianza e sull’empatia.
Se sul red carpet Seyfried mostra l’eleganza senza tempo delle grandi star, in conferenza stampa ha raccontato la fragilità e la forza che l’hanno attraversata durante le riprese: «Non mi sono mai sentita così libera», ha detto, descrivendo l’esperienza come illuminante e incredibilmente terapeutica: «È stato incredibile ma anche difficile interpretare una persona che è un leader».
Amanda Seyfried
Gisela Schober/Getty Images
Al suo fianco, la regista norvegese Mona Fastvold ha spiegato la scelta di raccontare una figura femminile di questa portata con un’opera ambiziosa e monumentale: «Pensavo che Ann Lee meritasse qualcosa di grandioso e meraviglioso. Quante storie abbiamo visto su icone maschili su larga scala, ancora e ancora? Non possiamo vedere una storia su una donna come questa?».
Il film, scritto con Brady Corbet, è un musical storico che alterna intimità e coralità, costruendo sul set – proprio come nel movimento Shaker – una comunità. «È stata un’esperienza gioiosa, soprattutto per il modo in cui è stata guidata da Mona», ha spiegato Seyfried. «Ci sentivamo come se nel movimento Shaker avessimo un lavoro da svolgere, orientato alla comunità ed equo. Il motivo per cui sono stata in grado di affrontare queste sfide come artista è stato perché mi sentivo completamente protetta e sostenuta».
Amanda Seyfried
STEFANO RELLANDINI/Getty Images